Mentre l’Italia ragione su corridoi e riaperture, nuove restrizioni sarebbe in vista in Europa. Fonti Reuters a Bruxelles hanno infatti reso noto che le autorità Ue starebbero valutando di restringere ulteriormente l’elenco dei Paesi terzi epidemiologicamente sicuri, rimuovendone altri sei.
La misura che potrebbe essere ufficializzata in settimana, quando il Consiglio si riunirà per rivedere la lista, i Paesi interessati saranno probabilmente Giappone, Albania, Armenia, Azerbaigian, Brunei, Serbia.
Come nel caso delle recenti restrizioni applicate agli Usa e ad altri Paesi, la misura avrebbe carattere di raccomandazione, non di legge. Agli Stati membri, cioè, verrà consigliato – non imposto – di ripristinare le restrizioni all’ingresso per i viaggiatori provenienti da questi Paesi.
In realtà, alcuni Paesi dell’area Schengen hanno già iniziato ad applicare misure più stringenti per gli arrivi da alcuni di queste nazioni.
La Norvegia il 23 agosto ha rimosso l’Albania dall’elenco dei Paesi terzi da cui i viaggiatori potevano entrare. La Finlandia il 3 settembre ha reintrodotto le restrizioni all’ingresso per i visitatori non vaccinati del Brunei.
In Germania, invece, dal 6 settembre, i residenti in Albania, Azerbaigian, Giappone e Serbia di età pari o superiore a 12 anni sono obbligati a mostrare la prova della vaccinazione, o i risultati dei test, per entrare nel Paese.
Quanto all’Italia, invece, ha inserito tutti e sei i Paesi sono inseriti nell’Elenco D della Farnesina. Inoltre, con l’ordinanza del 28 agosto 2021, in vigore fino al 25 ottobre 2021, il ministero della Salute ha stabilito che, chi proviene da Canada, Giappone o Stati Uniti, anche se in possesso di una certificazione verde Covid valida o di certificazione equipollente, per entrare in Italia dovrà comunque sottoporsi a test molecolare o antigenico, condotto con tampone e risultato negativo, nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia. Rimane, inoltre, l’obbligo di compilare il digital Passenger Locator Form.