A pochi giorni dalla presentazione delle candidature di Federica Falchetti e Francesco Veneziano, tocca a Livia Muto Nardone – in corsa con la Lista Civica Carlo Calenda per il IX Municipio di Roma – lanciare il proprio programma per il turismo della Capitale.
Project manager di sviluppo e gestione sostenibile del travel ed esperta di certificazioni internazionali, Nardone è da 30 anni nel settore. È stata destination manager in Italia e all’estero e punto di riferimento in Venezuela per i tour operator nostrani per oltre 15 anni, contribuendo a rilanciare a fine 2020 il progetto ecoluxury di Enrico Ducrot.
«Ho scelto di affiancare Calenda perché è l’unico candidato sindaco che non sta strumentalizzando ai fini elettorali la crisi del turismo – afferma – Sa bene che per riposizionare Roma tra le migliori capitali europee bisogna prima occuparsi di rifiuti, trasporti e sicurezza, per restituire alla città decoro ed efficienza, nel rispetto innanzitutto dei cittadini e poi dei visitatori. Roma è la nostra casa e come tale va ordinata, resa accessibile e fatta bella, prima di invitare degli ospiti, se vogliamo che siano educati, rispettosi, che parlino bene di noi e che ritornino. Ho così voluto mettere a disposizione la mia esperienza in materia di valorizzazione sostenibile dei territori collaborando alla stesura del Programma Turismo di Calenda. Roma ha bisogno di un turismo gentile, non invadente, autentico, inclusivo, capace di generare ricchezza rispettando l’ambiente e le persone, in linea con i “17 goal” dell’Agenda 2030».
Ma cosa prevede questo programma? Innanzitutto la riqualificazione di molte zone di Roma, per trasformarle in poli di ricreazione, cultura e innovazione e far sì che la Capitale ritorni a occupare il posto che merita tra quelle europee. «In tale ottica l’Eur – conclude Nardone – ha tutte le caratteristiche per diventare il quartiere pilota di questa nuova Roma. L’obiettivo è liberarlo dalle strumentalizzazioni del suo passato per esaltarne i predi architettonici e monumentali. Rendere fruibile il patrimonio artistico e culturale che conserva e far conoscere le ragioni per le quali venne creato: l’Expo del 1942. Sarebbe una grande soddisfazione per Roma e per l’Eur poter essere dopo 88 anni sede dell’Expo 2030».