Se l’hotel resta senza spiaggia: allarme di Confindustria Alberghi

09 Marzo 12:48 2022 Stampa questo articolo

Senza la concessione per la spiaggia, l’albergo balneare chiude. È l’allarme lanciato da Confindustria Alberghi in audizione alla X Commissione Industria, Commercio, Turismo della Camera sulla proposta governativa di riforma delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative. Se la proposta verrà inserita nel ddl Concorrenza, denuncia la sigla, molti hotel sul mare, che hanno nell’accesso alla spiaggia un atout fondamentale per la loro attività, “rischiano di chiudere“.

Un’altra mina in un settore già gravemente danneggiato dai due anni di pandemia e ora dalla guerra. “Punto chiave è l’essere, di per sé, la concessione un bene strumentale per l’impresa – si legge in una nota dell’associazione – Per gli alberghi balneari la concessione è, di fatto, un bene strumentale indispensabile all’attività dell’impresa. In assenza di concessioni, un albergo sul mare senza spiaggia va incontro alla chiusura”.

Oltre a questo, due altri problemi importanti scaturiscono dalla proposta di riforma così come è. Innanzitutto il calcolo dell’indennizzo in caso di perdita della concessione, che verrebbe effettuato solo sul mancato ammortamento degli investimenti realizzati e la perdita di avviamento, senza tener conto di tutti i miglioramenti realizzati, non direttamente sull’area della concessione, ma sul contorno per renderla fruibile. Inoltre, una tale valutazione non terrebbe conto del valore aggiunto creato dall’hotel.

La seconda criticità è quella determinata dalla previsione di un numero massimo di licenze gestite direttamente o indirettamente da uno stesso concessionario. Se questo venisse approvato, penalizzerebbe certamente gli operatori che hanno più strutture e che necessitano quindi disuna concessione per ognuna di esse.

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