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Semaforo e test: la ricetta salva-turismo del Wttc

Un piano internazionale per salvare il settore, basato sul raggiungimento di un accordo tra i vari governi sui test rapidi per i viaggiatori. È quello a cui ha lavorato nelle scorse settimane il World Travel and Tourism Council, che adesso vede avvicinarsi i primi appuntamenti in cui dovrebbe essere manifestato un sostegno “ufficiale” da parte delle istituzioni europee (il 28 settembre, in occasione del summit tra i ministri del Turismo dell’Ue) e di quelle mondiali (in occasione del G20 di fine ottobre, in Arabia Saudita).

Nel dettaglio, rivela una nota del Wttc, il piano internazionale dovrà prevedere quattro punti: un accordo internazionale diffuso sui protocolli di test di partenza standardizzati, inclusa la non quarantena per i viaggiatori; ogni governo dovrà garantire la protezione dei viaggiatori e assicurare che le risorse siano riservate per un eventuale rimpatrio; stabilire un accordo su un “sistema a semaforo” per segnalare i numeri Covid-19 in modo omogeneo a livello globale; ridurre o eliminare i periodi di quarantena, qualora si verifichino casi superiori o inferiori a 25/100.000 della popolazione per un periodo di 14 giorni; pilotare i corridoi aerei per riprendere i viaggi internazionali e d’affari.

«I protocolli internazionali concordati per testare i viaggiatori alla partenza potrebbero essere la chiave per rimuovere le devastanti restrizioni di viaggio, che hanno influito sulla fiducia dei consumatori nei viaggi e ostacolato le speranze di una rinascita economica tanto necessaria. urgentemente», ha detto Gloria Guevara Manzo, presidente e ceo di Wttc.

Secondo il World Tourism Council, questo accordo internazionale è necessario per salvare il settore e proteggere milioni di posti di lavoro minacciati dai controlli alle frontiere e dalle misure di quarantena, nonché dalla minore domanda da parte dei viaggiatori business e leisure.

 

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