Anche per l’enoturismo, nello scenario post Covid affrontato in un webinar organizzato dall’Associazione italiana turismo enogastronomico (Aite) e dall’agenzia di comunicazione Doc-Com, le parole d’ordine sono diversificazione e digitalizzazione dell’offerta.
E sebbene il settore abbia conosciuto una timida ripresa nei mesi estivi, i nuovi lockdown in Italia e in Europa impongono ora un cambio di passo, come sottolineato da Roberta Garibaldi, presidente Aite: «Per fronteggiare la crisi che stiamo attraversando sarà fondamentale «rispondere e fornire soluzioni, garantire il sostegno economico da parte delle istituzioni e stimolare la digitalizzazione del settore».
Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento del turismo del vino, non ha subbi: «Diversificare è la chiave per affrontare al meglio il futuro e, anche se rimodellare la nostra offerta non è semplice, dobbiamo usare bene questi mesi invernali per pianificare una strategia innovativa. La soluzione è incentivare le diversità che caratterizza ogni azienda. Ad esempio l’apertura delle cantine nei weekend e all’ora di pranzo e non soltanto negli orari impiegatizi, la formazione per i propri dipendenti, puntando sul web ed evitare in tutti i modi i non luoghi, ma creare spazi di degustazione e visita che raccontino lo stile locale, con arredi realizzati da artigiani locali».
«L’esperienza emozionale nei luoghi di produzione – ha poi aggiunto il presidente del Movimento, Nicola D’Auria, rimane il nostro principale obiettivo, ma alla luce di questa prolungata emergenza sanitaria non possiamo non segnalare un bisogno di fare quel passo digitale in avanti, a livello delle singole aziende, ma soprattutto a livello nazionale, evidenziato anche dal confronto con gli altri Paesi europei».
Sulla scorta di quanto avvenuto in questi ultimi dieci mesi, bisogna ripartire: il lockdown primaverile ha, infatti, determinato un cambiamento delle attività proposte dalle cantine italiane, come evidenziato dall’indagine condotta dal Wine Tourism International Think Thank, che sottolinea come le visite guidate e le degustazioni negli spazi aziendali siano rimaste le più offerte, sebbene scese rispettivamente del 24% e del 22% rispetto al periodo pre-pandemico, a causa della diminuzione del numero di dipendenti dedicati ai servizi turistici, conseguente alla crisi economica che ha colpito le aziende produttrici.
Il che ha reso difficile mantenere inalterata l’offerta delle cantine: la pandemia ha però portato alla crescita di altre experience da svolgersi all’aria aperta, in primis picnic (+9%) e degustazioni di vino direttamente nei vigneti (+6%), oltre che un aumento della vendita di vini attraverso lo shop aziendale (+4%).
A conti fatti, il turista sta cambiando, e i trend si manterranno anche in futuro, con scelte sempre più all’ultimo e spostamenti ancora verso mete di prossimità e per brevi periodi. Quindi i target saranno ancora i residenti e i piccoli gruppi di persone del luogo, i quali ricercheranno proposte e servizi ad hoc. Maggiore propensione al viaggio avranno i millennial, che accetteranno una più alta quota di “rischio Covid” per poter vivere un’esperienza rispetto ai baby boomer.
La presenza di sempre più italiani e meno stranieri è confermata anche dal portale Divinea: prima del lockdown primaverile, ben il 53% delle esperienze era acquistato da turisti internazionali, prima di tutto americani; questa estate, invece, la tendenza si è invertita con ben il 70% rappresentato da italiani.
L’andamento delle presenze in cantina appare correlato fortemente alla propensione a rilasciare recensioni. Un’attenta indagine di Travel Appeal, esposta durante il webinar, ha evidenziato come il sentiment dei clienti delle cantine nel periodo gennaio-ottobre 2020 segnala un gradimento decisamente più alto in questi mesi rispetto ai ristoranti e questo suggerisce di continuare a progettare proposte in base alla situazione contingente. Laddove possibile in base alle restrizioni, anche organizzando attività in loco e all’aria aperta, quali percorsi in autonomia, degustazioni in dehor riscaldati.
Quindi, anche se i prossimi mesi saranno complessi, gli operatori dell’enoturismo dovranno cogliere tutte le occasioni per innovarsi creando un posizionamento distintivo, implementando l’ecommerce e le proposte digitali, rendendo più professionali e coinvolgenti le degustazioni online. La sfida è quella di spingere su momenti arricchenti, in emozioni valevoli di essere vissute da soli o in compagnia fisica o digitale di parenti e amici, magari arricchendoli con narrazioni, playlist musicali e video o creando partnership strategiche sul territorio con la ristorazione.