Lo shopping tax free è asiatico, giovane e digitale: lo dice Global Blue, che conta il 30% di mercato dalla Cina (che traina i vicini come Corea e Taiwan), a cui seguono russi e americani. Al top tra le mete «ci sono sempre Milano e Firenze, mentre cresce Roma grazie allo sviluppo di Fiumicino. Ma assistiamo anche a casi come la Sardegna, impegnata in attività come educational per il mercato cinese», spiega Antonella Bertossi, partner relationships & marketing manager di Global Blue Italia.
I millennials sono i più propensi ad acquistare beni di lusso durante i viaggi, con il 33% della Generazione Y che fa questo tipo di shopping all’estero rispetto al 31% del mercato totale, secondo quanto riportato da Deloitte. In particolare, quelli del sud-est asiatico dispongono del budget di spesa più alto, sui 5.200 euro, seguiti dai Paesi del Golfo (4.700 euro) e dai russi (4.600 euro).
L’esperienza, nel frattempo, si va sempre personalizzando «con la possibilità di entrare nelle fabbriche, visitare i luoghi dove i prodotti vengono realizzati», e magari anche metterci le mani e imparare a farli. Fondamentale è semplificare la shopping experience. Global Blue ha deciso di farlo con l’apertura di lounge nelle vie strategiche dello shopping. Dopo Milano, Roma e Venezia, sarà la volta di Firenze.
Intanto le modalità di rimborso dell’Iva rappresentano la vera sfida: da settembre è in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per gli acquisti in tax free, e questo rappresenta un’arma a doppio taglio. Se da un lato «il potenziale è grande, specie per i più giovani e gli asiatici, abituati alla tecnologia», spiega Bertossi, dall’altro le aziende italiane pagano un certo ritardo tecnologico. Diventa quindi importante la formazione: «C’è sempre un periodo di transizione, ma il nostro auspicio è che il mercato si adatti».