Lo shopping tourism è un tesoretto per tante destinazioni nel mondo, ed è destinato a guidare il pieno rilancio del turismo in molte aree. È questo il messaggio che emerge dalla ricerca congiunta tra Wttc e Hospitality & Tourism Research Center dell’Università Politecnico di Hong Kong, in collaborazione con The Bicester Collection e le cui anticipazioni sono state presentate nei giorni scorsi a Barcellona.
Secondo questo report, nel 2019 il turismo dello shopping ha fatto registrare un fatturato complessivo di 178 miliardi di dollari, pari al 6% del valore totale del settore viaggi e turismo e superiore al 15% in alcune destinazioni. Nonostante questo significativo impulso alle economie di tutto il mondo, storicamente è stato poco studiato, con conseguente mancanza di dati critici per la previsione strategica. Da qui la ricerca del Wttc che ha inteso così colmare, almeno in parte, questa lacuna, offrendo approfondimenti sulle abitudini di acquisto dei viaggiatori, comprese le visite a destinazioni di vendita al dettaglio fuori città, ed evidenzia le tendenze emergenti come la vendita al dettaglio sostenibile.
La ricerca verte sulla esplorazione delle tendenze come ad esempio quella dello shopping tourism sostenibile, ovvero nei luoghi fuori città, offrendo una visione articolata di questo comparto nel quale si evidenzia il massiccio contributo degli Stati Uniti al Pil globale dello shopping tourism che nel 2019 è stato pari a 35 miliardi di euro. Valori che ora dopo la fine della pandemia sono destinati a crescere di un buon 15% annuo.
Subito dopo la fine della emergenza pandemica, gli Stati Uniti hanno mantenuto il primo posto nel ranking del settore con introiti per 24,5 miliardi di euro nel 2021.
Il rapporto Wttc fa luce anche sull’immenso potenziale non sfruttato del turismo legato allo shopping sia per le destinazioni che per le imprese, menzionando – ad esempio – il fenomeno dei saldi che si differenzia da Paese a Paese ma che potrebbe offrire opportunità di visita ancora poco sfruttate dallo stesso tour operating internazionale.
Secondo il rapporto, questo segmento ha iniziato a riprendersi dalla pandemia di Covid-19 nella maggior parte dei mercati nel 2021, con le Americhe e l’Europa in testa. Dimostrando una crescita notevole ha superato le economie complessive in quasi tutti i mercati pre-pandemia, dimostrando la sua resilienza e le prospettive di crescita futura.
Il turismo legato allo shopping sta svolgendo un ruolo fondamentale nella ripresa del settore travel, che ha visto i ricavi in entrata a livello mondiale aumentare almeno dell’82% nel 2022. Lo shopping non è quindi più soltanto un’attività di svago, ma in molti casi modella e orienta le scelte di viaggio.
Per Julia Simpson, presidente e ceo del Wttc: «Il turismo legato allo shopping non riguarda più solo l’acquisto di souvenir ma è una forza trainante alla base della ripresa del settore dei viaggi e del turismo, e contribuisce in modo significativo alle entrate, alla creazione di posti di lavoro e alla crescita economica complessiva della destinazione».
Il rapporto fornisce poi informazioni sui modelli di spesa e sulle preferenze dei turisti dello shopping di oggi e sottolinea la fusione del turismo esperienziale con lo shopping, soddisfacendo così le richieste dei turisti motivati all’acquisto di beni griffati. Esempio concreto di certe peculiarità di questo report del Wttc è la sottolineatura che mentre i negozi nelle strade principali delle destinazioni più popolari come New York, Milano, Parigi rimangono l’approdo più naturale per lo shopping, anche i mega centri commerciali fuori città stanno diventando sempre più popolari, e un buon 30% degli intervistati ha dichiarato di prediligere questi “outlet village” spesso dislocati fuori dal centro città per vivere un’esperienza d’acquisto insolita o comunque stimolante anche rispetto agli acquisti online.