Grandi manovre a Bruxelles. Sono ore decisive, queste, per il raggiungimento dell’intesa tra Parlamento e Consiglio europeo sul certificato verde digitale proposto dalla Commissione, che consentirà ai cittadini Ue vaccinati, immuni o negativi al Covid di muoversi liberamente in area Schengen. Salvando, così, l’estate turistica. La riunione di domani (giovedì) è di fatto l’ultima reale opportunità di accordo sul cosiddetto “passaporto sanitario”, affinché questo entri in funzione in Europa nei tempi previsti: ovvero il mese di giugno.
Finora i negoziati si sono arenati su due questioni fondamentali: la richiesta dell’Europarlamento di rendere gratuiti test e tamponi per i non vaccinati, in disaccordo con alcuni Stati membri; la posizione rigorista della Germania che, a differenza degli altri Paesi, vorrebbe riservarsi la possibilità di imporre – in relazione all’evoluzione della pandemia – quarantene e restrizioni anche ai possessori di green pass.
«Dopo l’impasse registrata nei giorni scorsi – afferma Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle – domani è previsto un ultimo round negoziale fra Consiglio e Parlamento. Se dovesse fallire anche questo tentativo, il varo di questo strumento utile alla libera circolazione dei cittadini in Europa potrebbe mancare la data del 15 giugno».
A rischio, afferma l’esponente pentastellata, «c’è l’unità dell’Europa: non possiamo permetterci durante la stagione estiva fughe in avanti, iniziative individuali, burocrazia e limitazioni per i cittadini europei che decidono di viaggiare all’interno dell’Unione europea in tutta sicurezza».
Nel frattempo, gli ambasciatori degli Stati membri dell’Ue hanno raggiunto un accordo sulla proposta di raccomandazione, avanzata poco più di due settimane fa dalla Commissione, di rimuovere le restrizioni di viaggio per i vaccinati extra Ue (con siero approvato dall’Ema) che intendono venire in Europa.
«Il Consiglio dovrebbe anche stilare una lista di Paesi con una buona situazione epidemiologica dai quali i viaggi sono permessi, sulla base di nuovi criteri – dichiara il portavoce della Commissione Christian Wigand – Nello stesso tempo, per limitare il rischio che nuove varianti entrino nell’Ue, è previsto un meccanismo di freno dell’emergenza, che consente ai Paesi di agire rapidamente e in modo coordinato».
Adesso, come ultimo step, la raccomandazione deve essere approvata formalmente dal Consiglio dell’Unione Europea.