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«Siamo la Svezia, non la Svizzera»: una campagna a base di humour – GUARDA IL VIDEO

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«Svezia e Svizzera sono la stessa cosa?»: vengono subito in mente quelle notizie curiose che spuntano ogni tanto su giornali e social, e raccontano di gente che prende magari un aereo per Bari quando in mano ha un biglietto per Bali. Divertente per molti, ma non per tutti. Nel nostro caso, abbiamo a che fare con qualcuno poco avvezzo alla geografia – materia che, invece che sbiadire dai programmi scolastici, dovrebbe invece forse essere presa in maniera più dignitosa per evitare situazioni incresciose come queste. Ma non si tratta di un caso isolato.

Pare siano addirittura 120mila le persone che, ogni anno, pongono su Google la fatidica domanda e che evidentemente ancora confondono Svezia e Svizzera, Sweden e Switzerland, anche in inglese. Tanti, troppi? E così il Paese scandinavo ha deciso di correre ai ripari lanciando una sagace campagna che vuole mettere fine una volta per tutte a questa confusione.

Uno studio recente commissionato da Visit Sweden negli Stati Uniti ha svelato che il 50% dei rispondenti non riesce con sicurezza a distinguere le culture dei due Paesi. E non è raro che si finisca col prenotare, o stare quasi per farlo, un volo o un’attività nel Paese sbagliato, pare anzi che succeda in un caso su dieci. Ma non è solo questione di distanze geografiche.

Anche più di un britannico su dieci ha ammesso di confondere Svezia e Svizzera, e – cosa che probabilmente nel Paese nordico può esser presa come un sacrilegio e che certo stentiamo a credere – il 28% dei rispondenti pare abbia sbagliato ad assegnare le icone nazionali svedesi di Ikea e degli Abba, affibbiandole invece al Paese delle Alpi. E d’altronde anche lo stesso presidente Usa Joe Biden in un vertice Nato si era confuso annunciando l’intenzione della Svizzera di entrare nell’organizzazione, mentre si trattava ovviamente della Svezia.

Ecco quindi, non senza una buona dose di humour, la comunicazione del turismo svedese con una proposta lanciata di un “accordo” con i colleghi svizzeri, una chiamata a collaborare a chiunque voglia dare il suo contributo su come risolvere la questione, e soprattutto «Sweden (not Switzerland)», un’acuta campagna di comunicazione che ha deciso di fare il gioco delle differenze, e che lancia (per modo di dire) la sfida agli svizzeri su chi promuove cosa, anche grazie a un ironico video.

E così, si legge nella pagina dedicata alla campagna, se la Svizzera può vantare ingenti depositi d’oro nelle sue banche, la Svezia ha i chantarelleres, prelibati funghi color dorato. E per competere con le vette alpine elvetiche ci sono i rooftop con vista in città, alle bank elvetiche il Paese scandinavo risponde con le sue sandbank, i banchi di sabbia, mentre ai tanti suoni della montagna e allo yodel la Svezia può contrapporre i silenzi della sua natura.

«Comunicheremo cose come le dune di sabbia, i rooftop e il silenzio. Mentre la Svizzera si potrà concentrare su banche, montagne e yodel. Stiamo ancora aspettando una risposta ufficiale, ma speriamo che la Svizzera vorrà negoziare con noi su questioni così importanti»,  commenta Susanne Andersson, ceo Visit Sweden. La sfida a colpi di – ironico – marketing è lanciata?

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