by Carla Villani | 10 Luglio 2024 10:57
”Turisti, non andate ad Agrigento perché lì non troverete l’acqua per lavarvi e per bere”. Questo, in sostanza, il riassunto di un articolo della Cnn che ha fatto il giro del web, ed è stato ripreso in prima serata anche dal Tg1 della Rai, in cui l’autorevole testata americana avvisa i connazionali di non prenotare una vacanza in Sicilia, in particolare nell’ambita zona della Valle dei Templi, Patrimonio Unesco e uno dei parchi archeologici più grandi al mondo, a causa dell’emergenza idrica in atto nella regione da anni ormai in continua sofferenza per la cronica mancanza di acqua.
Nella zona presa in esame dall’articolo, l’unico sistema di acquedotti si trova sotto le strutture archeologiche e i resti della Valle dei Templi ed è sempre più a secco di acqua piovana e l’unico bacino idrico, il lago Pergusa, nella Sicilia centrale, alimentato dalla pioggia e dalle acque sotterranee, non riceve più da tempo acqua dai suoi affluenti. Il lago, dunque, è una grande zolla di terra desolatamente secca.
Già da febbraio la regione ha dichiarato lo stato di emergenza e l’acqua, portata spesso con le autobotti, è stata razionalizzata. A farne le spese, oltre che in primis l’agricoltura, anche il turismo. E l’articolo della Cnn è implacabile: la Sicilia è senza acqua e i turisti scappano.
Se, in hotel, in un certo senso ci si può salvare poiché questi sono obbligati ad avere una certa quantità di riserve idriche rispetto alla loro capacità, acquistando acqua dalla terraferma, come ricorda Nicola Farruggio, presidente Federalberghi Palermo, le strutture più piccole, compresi gli hotel a conduzione familiare e i B&B, spesso non hanno il modo di immagazzinare abbastanza acqua per gli ospiti. Se poi si trovano all’interno di un edificio residenziale, sono soggetti alle rigide razioni che si applicano ai condomini, il che significa che semplicemente non possono garantire acqua a sufficienza.
Su TripAdvisor e altri forum di viaggio – si legge nell’articolo – le persone si chiedono se valga la pena visitare le aree colpite dalla siccità. “Gli hotel stanno avvisando i clienti di potenziali carenze e stanno aiutando i visitatori a prenotare altrove sull’isola dove le restrizioni sono meno severe o non sono in vigore”, si legge.
A le Cinque Novelle bed & breakfast, nel centro di Agrigento, i proprietari sono stati costretti a mettere filtri sulle loro docce e lavandini per risparmiare quanta più acqua possibile. Ma i loro ospiti spesso si lamentano, continua l’articolo.
«Giustamente, la gente ci chiede rassicurazioni prima di venire, ma non sappiamo cosa dire – dichiara Giovanni Lopez, proprietario della struttura – La situazione sta avendo un impatto sull’intero settore ricettivo turistico, si rischiano gravi conseguenze economiche, dato che il turismo è un settore su cui quasi tutti in questa parte della Sicilia fanno affidamento», conclude.
E il governo italiano che fa? La regione ha chiesto a Roma sussidi per importare acqua dalla terraferma, ma non c’è ancora un piano concreto per aiutare l’isola; di fronte al consueto immobilismo della politica italiana, la Cnn si è attivata e ha chiesto al ministero del Turismo italiano, Daniela Santanchè, di commentare la situazione siciliana, ma fa sapere di non aver ricevuto risposta. La situazione è dunque solo
destagionalizzare? Si domanda il media Usa con un certa ironia, facendo il verso ai soliti proclami.
Francesco Picarella, presidente della delegazione di Agrigento di Confcommercio, che possiede anche un hotel nel centro della città, afferma che anni di governance inefficace hanno peggiorato le cose. «Si è parlato di ricostruzione della rete idrica dal 2011, ma sono stati fatti pochi progressi», ha detto.
Marco Maccarrone, che possiede un ristorante ad Agrigento, afferma che l’isola viene da tempo lasciata a se stessa. «La stagione estiva è arrivata e siamo preoccupati. Nessuno ci ha dato soluzioni alternative alle botti d’acqua che stiamo pagando noi stessi», ha detto alla Cnn. «Questo problema rischia di distruggere l’unica risorsa che abbiamo: il turismo».
Maccarrone vive nel centro storico di Agrigento da 20 anni e si lamenta che il flusso d’acqua è dolorosamente lento. «In mezz’ora, non possiamo riempire un solo vaso» ha detto, figuriamoci se si volesse fare una doccia.
Già la scorsa estate la Cnn aveva affondato la lama sul turismo in sud Europa con un articolo dai torni allarmistici sul super caldo e su come evitarlo[1].
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