by Giorgio Maggi | 8 Gennaio 2019 12:09
Dopo le esperienze del passato di Air Sicilia e Wind Jet, adesso potrebbe essere la volta di una nuova compagnia aerea tutta siciliana. L’indiscrezione arriva direttamente da Gaetano Tafuri, presidente di Ast, l’Azienda siciliana trasporti, che in un’intervista al quotidiano La Sicilia conferma che la partecipata regionale, attraverso la controllata Ast aeroservizi (società di gestione dell’aeroporto di Lampedusa) dovrebbe essere tra i protagonisti di una public company siciliana.
Una società mista a maggioranza pubblica – l’ipotesi di capitale iniziale si aggira sui 30 milioni di euro – che avrebbe l’obiettivo di garantire tariffe basse ai passeggeri siciliani. «Siamo orgogliosi di mettere le ali alla Sicilia, pronti a rispondere al governatore Nello Musumeci nel progetto di una compagnia aerea con capitali della Regione», ha detto Tafuri.
Come si vociferava da più parti, è da tempo infatti che il presidente siciliano accarezza il sogno di una compagnia aerea regionale, tanto che pochi giorni era arrivato a denunciare i costi a suo dire troppo elevati dei biglietti sulla tratta Roma-Catania. Una situazione, quella sottolineata da Musumeci, che trova una sponda bipartisan anche nella denuncia a Il Fatto Quotidiano di Marcello Susinno, consigliere comunale di Palermo per Sinistra Comune: «Il costo di un biglietto aereo è molto diverso: per raggiungere Milano, ad esempio, se si parte da Cagliari 68,69 euro, da Palermo 418,25 euro».
La soluzione, a dire il vero, ci sarebbe e si chiama continuità territoriale. Già lo scorso luglio, la Regione Sicilia si era impegnata a inviare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti le proposte operative da sottoporre alla Commissione europea e lo Stato per stanziare risorse a tale scopo per oltre 31,5 milioni di euro. Ma per il momento, senza nessun risultato.
In attesa che la vicenda si sblocchi, arriva ora l’idea di una compagnia low cost siciliana. Il nome scelto, per il momento, sarebbe quello di Aerolinee Siciliane per un progetto che, accanto alla mano pubblica, vedrebbe l’apporto di capitali privati, con un peso riservato all’azionariato diffuso e la mission di offrire tariffe scontate per tutti i residenti in Sicilia (studenti, under 65 e indigenti compresi).
A regime, riporta sempre il quotidiano catanese, la Regione potrebbe poi cedere la maggioranza delle quote agli azionisti, mantenendo una golden share con funzione di controllo e garanzia delle finalità “solidali” dell’azienda. La sostenibilità economica, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe garantita dal mercato interno. Obiettivo: conquistare oltre 3 dei 20 milioni di passeggeri dei quattro principali scali siciliani per un fatturato che dovrebbe toccare quota 170 milioni.
Sul fronte degli aeroporti coinvolti, la base di armamento sarebbe prevista a Comiso, per un totale di circa 60 voli al giorno. Il progetto, secondo le stime, creerebbe 600 posti di lavoro diretti e 800 nell’indotto.
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