by Redazione | 8 Maggio 2020 9:59
Dopo l’audizione alla Camera del ministro dei Trasporti Paola De Micheli, la società di linea di lunga percorrenza Simet Bus interviene con una nota per chiedere una strategia comune per ripartire, dopo che anche Flixbus[1] ha fatto le stesse richieste.
«Abbiamo rispettato tutte le direttive dei vari decreti per il bene collettivo, ci siamo fermati sapendo che questo ci avrebbe danneggiato enormemente, ma andava fatto – dice Gerardo Smurra, presidente di Simet Bus – Ma adesso ci aspettiamo che il ministro De Micheli ci aiuti con una strategia che ci consenta di ripartire per salvare le nostre aziende».
Il ministro, durante la sua audizione alla commissione Trasporti della Camera, ha spiegato le azioni di questa Fase 2, misure necessarie e possibili per aiutare il settore dei trasporti, come sbloccare intanto 11 miliardi di euro presenti in cassa e recuperarne altri 20 nel giro di un anno. E ha parlato di interventi nel settore aereo, ferroviario, bonus bici e l’istituzione di un fondo per la compensazione dei danni subiti dal trasporto pubblico locale e altro. Ma in questo “altro”, fa notare Simet Bus, “manca il comparto del trasporto di autobus a lunga percorrenza”.
«Non siamo stati neanche menzionati – aggiunge Smurra – Eppure anche le nostre aziende sono un’alternativa agli spostamenti in auto, integriamo il trasporto in treno e aereo. Permettiamo a migliaia di persone di spostarsi in zone collegate malissimo, dove mancano anche le infrastrutture più semplici e cosa non meno importante, sosteniamo il turismo».
L’azienda precisa che “questo settore strategico di mercato, per la sua valenza socioeconomica, ha sempre investito in sicurezza e innovazione per elevare gli standard qualitativi verso la clientela, senza alcun sostegno pubblico. Oggi con questa crisi senza precedenti, necessita ancor di più, stante i giusti obblighi ottemperati, l’attenzione del governo”.
Ed ecco le richieste di Simet Bus: «Allo Stato chiediamo risposte veloci – ribadisce il presidente – Per rimettere sulle strade i nostri mezzi e provvedere ai nostri 200 lavoratori in cassa integrazione, abbiamo bisogno di liquidità, ma tra la burocrazia e la poca flessibilità delle banche molti di noi saranno destinati a morire o a soccombere alla concorrenza straniera. Per non parlare della necessità di norme e protocolli chiari e omogenei uguali per tutte le aziende e per tutte le regioni, stante la specificità proprio delle linee a lunga percorrenza, così da non creare ulteriori caos. Nel nuovo dl maggio speriamo di trovare tutte queste risposte».
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