La chiamano “industria bianca” e corrisponde a tutto ciò che ruota intorno alle vacanze invernali in montagna, generando un consistente giro d’affari. Partiamo dai dati sui lavoratori. Il settore garantisce un’occupazione diretta a oltre 14mila persone, di cui un terzo ingaggiato a tempo indeterminato, non solo durante “la stagione”. Anno dopo anno, poi, cresce anche l’occupazione indiretta nei territori, che non riguarda solo i noleggi di sci, le scuole e via dicendo.
I dati arrivano dall’osservatorio Skipass Panorama Turismo, che si è tenuto a Modena Fiere. Altri numeri provengono dal workshop “Montagna domani”, promosso dall’Anef – Associazione nazionale esercenti funiviari. Se il meteo sarà favorevole per tutto l’inverno, la prossima stagione – ufficialmente al via da fine novembre – segnerà dati in crescita per l’intera filiera con un incremento complessivo delle presenze italiane (+4,1%) e straniere (+3,6%). Prevista anche una crescita del fatturato del +4,3%, che raggiungerà quota 11 miliardi e 392 milioni di euro.
A conti fatti, oggi in Italia sono presenti oltre 400 aziende che gestiscono in tutto 1.820 impianti di risalita, di vario genere e tipologia, e che usano 840 gatti della neve. Le sole attività dedicate al tempo libero presenti sulle piste risultano 786, in grado di occupare oltre 4.400 dipendenti nei periodi di massima affluenza. In questo quadro, si consolida il dato relativo ai primi ingressi, intesi come giornate di sci vendute, e ai passaggi complessivi sulle piste: nel primo caso si supera quota 43 milioni, nel secondo caso si arriva a 492,5 milioni.
Intanto, Anef segnala per la stagione invernale 2018-2019 a livello nazionale 150 milioni di euro di investimenti: riguardano nuovi impianti a fune, il restyling di quelli esistenti, l’innevamento programmato, la gestione dei bacini e delle riserve idriche, la tecnologia (gestione degli impianti e comunicazione), le strutture di accoglienza in quota (baite e rifugi).
Le ricerche Skipass fanno anche sapere che il 66,8% degli italiani ha oggi il desiderio di andare in montagna: si sceglie una località italiana nel 93,7% dei casi, contro un 6,3% che predilige l’estero. «I numeri confermano una tendenza positiva: cresce l’appeal della montagna e il desiderio di vivere esperienze autentiche», commenta il direttore di ModenaFiere Paolo Fantuzzi.