by Redazione | 16 Ottobre 2023 7:00
Italia regina del turismo lento per molti mercati. In particolare, il Regno Unito indica Italia (65%) e Spagna (33%), la Francia segnala Italia (51%) e Francia (39%) e la Germania, infine, Italia (49%) e Austria (32%).
Un’indagine Enit realizzata da Touring Club e Ipsos, tra il 15 agosto e il 15 settembre, analizza il mondo del turismo escursionistico per definirne la nomenclatura e mappare i percorsi e gli obiettivi. Si tratta di un turismo che predilige l’andamento slow e i cammini in percorsi naturalistici. Comprende viaggi autorganizzati, acquistati attraverso to/adv specializzati o associazioni e agenzie territoriali. Sono compresi anche i viaggi che prevedono una serie di servizi dedicati all’escursionista: trasporto a destinazione dei bagagli, transfer ai luoghi di partenza dell’itinerario. Il viaggio è organizzato per tappe che portano i turisti a cambiare struttura e località di pernottamento sia in forma lineare che circolare.
Sono 100 i cammini che sono stati mappati, per una lunghezza complessiva di circa 30mila km: 79 hanno un sito web ufficiale, ma 16 sono stati esclusi dall’analisi sui contenuti perché non turistici (siti di progetti europei) o ancora in costruzione. I siti web analizzati sono 63 di cui:
il 75% dei siti riporta i servizi disponibili lungo il percorso: ricettività, ristorazione, servizi al camminatore) o convenzionati per chi ha le credenziali;
il 74% dei siti fornisce le tracce gpx del tracciato;
il 74% dei cammini rilascia credenziali/testimonium;
il 73% dei siti descrive gli attrattori presenti lungo il cammino;
il 69% dei cammini ha una guida ufficiale o materiale informativo cartaceo o scaricabile;
il 63% dei cammini è gestito da enti del terzo settore;
il 61% dei siti indica il livello di difficoltà del cammino;
il 54% dei cammini offre la possibilità di una fruizione sia a piedi che in bici.
Il social media più diffuso per promuovere i cammini è Facebook (50%), seguito da Instagram e YouTube, il 49% dei siti è multilingua (inglese la lingua più presente), il 34% dei siti ufficiali dà la possibilità di acquistare pacchetti o escursioni guidate, il 25% dei siti fornisce il servizio di alert per segnalare deviazioni o inagibilità dei cammini.
L’indagine demoscopica è stata condotta su campioni rappresentativi della popolazione italiana, francese, inglese e tedesca. Il 25% degli inglesi, il 20% dei francesi, il 19% dei tedeschi e il 17% degli italiani ha già avuto esperienze di turismo lento (ovvero a piedi o in bicicletta). Il 45% degli inglesi, il 42% di francesi e tedeschi e il 37% degli italiani ha intenzione di farlo nel futuro. Tra chi afferma di non essere interessato, la quota più alta è tra gli italiani, 23%, rispetto al 21% dei tedeschi, al 18% dei francesi e al 15% degli inglesi. Tra le destinazioni preferite per sviluppare il turismo lento gli italiani segnalano Italia (60%), Spagna (39%), Portogallo e Croazia (29%) e Francia (27%). Considerando le regioni italiane, le più citate sono Trentino-Alto Adige (33%), Toscana (32%), Umbria (30%) e Sicilia (26%).
«L’analisi è il primo passo per mettere ordine e di sviluppare sinergie adeguate a target e località – osserva Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit – Dalla conoscenza del fenomeno turistico nasce anche la declinazione di un’offerta dedicata sempre più performante. Enit è attenta da sempre al mondo dei cammini, lo abbiamo dimostrato già con progetti legati alla Francigena e ai percorsi dei Cappuccini, ma è il momento di far conoscere in un sistema di rete e percorsi integrati ogni evoluzione territoriale italiana legata a questo segmento». Stando alle regioni italiane più ricercate nel sondaggio, c’è una convergenza su Sicilia e Toscana: francesi (Sicilia 44%, Toscana 39%), inglesi (Sicilia 44%, Toscana 27%) e tedeschi (Toscana 48%, Sicilia 32%).
«Il turismo escursionistico è un pilastro essenziale nel panorama turistico e l’indagine riveste un ruolo cruciale per il comparto – sottolinea il direttore del centro studi Touring Club, Massimiliano Vavassori – Queste ricerche ci consentono di comprendere meglio le preferenze e le aspettative dei viaggiatori, contribuendo così a progettare esperienze di viaggio più soddisfacenti. Inoltre, ci aiutano a preservare l’ambiente naturale, promuovere le destinazioni escursionistiche e sostenere le economie locali».
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