Smart City Ue, Ravenna in prima fila nel programma
Col progetto Smart City, l’Unione Europea vuole dare una prima risposta sostenibile al rilancio turistico post pandemia e in tale contesto la città di Ravenna intende candidarsi tra le location ideali per sviluppare nuovi trend di mercato. La sua candidatura è stata illustrata nel corso dell’evento “The European support for new tourism challenges”, organizzato dal Servizio Turismo del Comune di Ravenna, nell’ambito del festival After Futuri digitali, organizzato in collaborazione con Ader, Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, che per il 2021 ha come tema proprio le politiche turistiche e l’applicazione di progetti smart al turismo e nuove tendenze del mercato nazionale e internazionale.
Il varo del piano Smart City è stato confermato da Istvan Ujhelyi, vicepresidente Commissione per i Trasporti e il Turismo presso il Parlamento europeo, intervenuto all’evento, che ha sottolineato come «i programmi Smart City sono la prima risposta per il rilancio del turismo europeo dopo i devastanti effetti del Covid: l’Unwto ha certificato che dal 2019 al 2020 sono stati persi 900 milioni di visitatori in tutto il mondo, con un calo che solo in Europa si è attestato sul -74%. Dopo aver reagito bene alla prima ondata, nel primo quadrimestre del 2020, ora – a distanza di dodici mesi esatti – le risorse economiche, mentali e lavorative del comparto si sono esaurite. La pazienza è finita. E se è vero che la priorità è comunque la salute dei cittadini del mondo è altrettanto vero che il sistema produttivo europeo, soprattutto nel settore turistico, è allo stremo. Anche la pazienza della gente è esaurita. Da qui l’importanza di varare subito soluzioni turistiche smart che, rispondendo alle esigenze delle vaccinazioni, comincino a riprogrammare la ripartenza dei viaggi».
A livello europeo, ha aggiunto Istvan Ujhelyi, «stiamo lavorando su tre pilastri: innanzitutto il coordinamento per rilanciare i viaggi perché impossibile che ogni Paese abbia le sue regole di restrizioni per test, quarantene. Per le destinazioni turistiche occorre una normativa unica, omogenea ed è positivo il fatto che molte regioni del mondo cominciano ad accettare i test veloci. Il secondo pilastro è la garanzia, sia da parte della Ue che dei governi nazionali, di risorse finanziarie adeguate e accessibili a tutti i lavoratori e operatori del comparto turistico. Ad esempio abbiamo fatto partire il programma Sure che garantisce un sostegno finanziario per coloro che sono dipendenti o addetti a piccole agenzie di viaggi e attraverso i governi locali, la Ue assicura una integrazione al salario, per compensare la mancanza di reddito. Ci sono poi ben 100 miliardi di euro stanziati dall’Ue come budget straordinario per i settori turismo e cultura per l’emergenza Covid, di cui 27 miliardi messi a disposizione all’Italia ma sarà il governo italiano a dover comunicare chi beneficerà di questi soldi nel settore turistico e culturale. Altro passaggio importante: la Ue ha previsto che nel piano di finanziamento dei prossimi 7 anni, dovrà essere previsto un cospicuo budget per il settore turistico e l’Italia sarà tra i paesi beneficiari».
Nel confermare la piena adesione al programma dello smart tourism, Giacomo Costantini, assessore al Turismo e Smart city del Comune di Ravenna ha ricordato che «la regione Emilia Romagna, già nell’ultimo periodo pre Covid, è stata innovatrice nella governance del turismo a livello regionale migliorando e ottimizzando le risorse investite nel territorio per l’accoglienza turistica. Ora siamo in un momento storico davvero cruciale e faremo la nostra parte anche come città attrattore».
Gli ha fatto eco Andrea Corsini, assessore al Turismo per l’Emilia Romagna, che ha sottolineato come «smart tourism e digitalizzazione dell’offerta turistica e sui network sono temi fondamentali che si affiancano a una concreta politica dei ristori perché dobbiamo farci trovare pronti per la ripartenza. Essere parte attiva nei network digitali europei, come quello del programma Smart City, è fondamentale, soprattutto perché il settore è fermo con un turismo internazionale bloccato dalle restrizioni. Far parte di questi network vuol dire alzare la visibilità sui prodotti italiani dell’incoming, per città come Ravenna che ha richiami storico-culturali molto forti anche per i mercati esteri. Essere parte attiva di questi network, quindi, vuol dire essere strategici perché si posiziona l’offerta in modo efficace».