Big data e pacchetti: ora Travelport+ semplifica le vendite in agenzia
Potrebbe ben definirsi il facilitatore 4.0 per le vendite di pacchetti degli agenti di viaggi: è la piattaforma Travelport+ presentata al trade per rilanciare l’intermediazione nell’elettrizzante fase della ripartenza dell’industria dei viaggi. E sulle peculiarità di questa innovativa piattaforma, Damiano Sabatino, vice president e managing director di Travelport è stato molto esplicito: «Siamo di fatto passati da vecchie tecnologìe legacy a sistemi moderni che sfruttano big data e profilazioni in grado di personalizzare il pacchetto di viaggio».
Come ha premesso nella presentazione in streaming Sergio Pellegrini, marketing & communications manager di Travelport, «in questo 2022 che segna finalmente la rinascita della voglia di viaggiare, con oltre il 60% del campione della nostra ricerca, che rinuncerebbe per sei mesi ad una cena al ristorante, ad andare al cinema e perfino votandosi alla castità pur di riprendere a viaggiare, l’intero settore è chiamato ad un radicale cambio di paradigma, adottando sistemi moderni per semplificare quanto possibile il processo di acquisto di un pacchetto di viaggio. Se, mediamente, prima di prenotare un viaggiatore visita 30 siti web, oggi nel post-pandemìa più della metà degli intervistati vorrebbe poter prenotare senza la frustrazione di una ricerca resa affannosa proprio dalla molteplicità e complessità di opzioni che si trova a selezionare. Da qui l’urgenza, da parte degli agenti di viaggi, di poter disporre di strumenti di vendita realmente modernizzata. Ed è quello che intendiamo predisporre con la nostra nuova piattaforma Travelport+. E il nostro sarà un supporto trasparente perché non abbiamo host di compagnie aeree ed i nostri tool non hanno conflitti d’interesse».
La sfida raccolta da Travelport è dunque quella di ridisegnare il sistema distributivo dei viaggi, con gli imperativi di uniformare e semplificare perché, come ha sottolineato sempre Pellegrini «la scelta non significa dare al consumatore 100 modi diversi di opzioni e chiedergli di districarsi fra queste molteplici opzioni. Grazie ai big data ed alla capacità di profilare i passeggeri ora possiamo facilitare l’accesso al prodotto; il che significa anche liberare il personale di agenzia da una notevole mole di lavoro».
E i primi commenti sullo Smart Point Cloud di Travelport sono lusinghieri: per alcuni adv intervistati nella ricerca, infatti, questo nuovo modello lanciato da Travelport sembra più un sito web che un gds: «ma è bene chiarire – ha puntualizzato Sabatino – che Travelport+ non vuole essere la soluzione a tutti i problemi, perché nessun singolo prodotto o singola azienda può veramente risolvere da sola tutte le frustrazioni dell’adv e del cliente-viaggiatore. Ma abbiamo allestito uno strumento che consente di cooperare tutti insieme: in altre parole abbiamo creato un software per operare bene, ma servono anche le risorse umane ovvero le adv per lavorare in team, ottimizzando le perfomance di questo nuovo strumento».
D’altra parte il trend dell’industria dei viaggi post-pandemia segnala una forte voglia del viaggiatore finale (sia corporate sia leisure) di trasparenza. «Dal momento che il viaggiatore –ha spiegato Sabatino – non ha una visione completa della attendibilità delle opzioni possibili e trova disagio nella ricerca, noi vogliamo dare comprensione del pacchetto da acquistare (dalla classe di servizio a bordo degli aerei ai servizi ancillari ed a quelli a terra, ndr). E stiamo lavorando su quattro aree: sulla data science (analisi del dato, sullo storico), sul self-service e personalizzazione, sul cloud computing e sulla standardizzazione. Aree dove si deve operare sfruttando l’enorme mole di dati a disposizione. Da qui procediamo col controllo dei contenuti, delle selling fares, della marginalità da accrescere».
Bisogna poi procedere, sempre secondo Sabatino, considerando un dato di fatto ormai acquisito: «I viaggiatori vogliono parlare con un operatore solo quando hanno bisogno di un consiglio. Non si deve essere costretti a chiedere loro cosa vogliono: questa è la nostra mission e quella degli stessi agenti di viaggi. In altre parole non eccedere nel supporto al cliente quando non serve ed al contrario affinare l’aiuto al consumer al momento giusto».
Ecco perché di fronte alle complessità dei vari Atpco (Airline Tariff Publishing Company), Ndc (New Distribution Capability) e Lcc (Low Cost Company), Travelport+ vuole giocare un ruolo fondamentale assicurando la normalizzazione delle informazioni, eliminando cioè tutti quei dati al fine di rendere più comprensibile il lavoro dell’adv.
«Non a caso, il nostro nuovo storefront rende leggibile tutto quello che è presente, ad esempio, all’interno di una tariffa aerea (se è compreso il servizio wifi a bordo, se certi snack sono a pagamento, etc.). In buona sostanza Travelport+ è la risposta, in continua evoluzione, per modernizzare, facilitare, semplificare il lavoro delle adv. Poi c’è il concetto sostenibilità della intermediazione: tutti parlano di approccio eco-friendly al viaggio: Travelport con la sua nuova piattaforma Plus ha lavorato per la semplificazione e per una migliore esperienza di retail».
Attualmente Travelport sta finalizzando nuovi accordi con le compagnie aeree per far sì che l’Ndc sia orientato alla personalizzazione del viaggio, sviluppando insieme ai vettori partner le funzionalità che servono davvero. A conti fatti, l’investimento triennale di Travelport è indirizzato ad ottimizzare i margini delle tariffe (revenue optimization), impostato sull’efficienza del processo di vendita attraverso i Qcode, sugli assistent ticketing (interfaccia reale che consente di supportare tutto il processo di validazione del biglietto, riemissione etc) e sulla gestione del cliente, con modelli di self-service facilmente fruibili. Il piano di Travelport è dunque tutto focalizzato sulla ridigitalizzazione del sistema di vendita. E il futuro è ancora una volta messo nelle mani delle adv.