by Redazione | 8 Gennaio 2024 12:06
Lo smart working resta in vigore per i lavoratori del settore privato, non per i dipendenti pubblici. Cambiano quindi le regole per chi lavora da casa.
Nella pubblica amministrazione non è stato prorogato lo smart working d’emergenza, per il 2024. Resta quello previsto dalla legge e non legato alla pandemia. La possibilità per i dipendenti pubblici di lavorare da casa dipenderà, dunque, da accordi individuali seconda la direttiva del ministero per la Pubblica amministrazione firmata il 29 dicembre 2023.
Nella direttiva si legge che “per quanto riguarda in particolare i cosiddetti lavoratori fragili, la superata contingenza pandemica, nonché la disciplina contrattuale collettiva consolidata e la padronanza, da parte delle amministrazioni, dello strumento del lavoro agile come volano di flessibilità orientato alla produttività e alle esigenze dei lavoratori, ha fatto ritenere superata l’esigenza di prorogare ulteriormente i termini di legge che stabilivano l’obbligatorietà del lavoro agile”.
Comunque, l’attenzione per i dipendenti più esposti a situazioni di rischio per la salute non viene meno: i lavoratori che documentano “gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari” possono svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, “anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza, previo accordo con i dirigenti responsabili”.
Nel settore privato, invece, il lavoro agile è stato prorogato al 31 marzo 2024. Il provvedimento vale per i genitori con figli sotto i 14 anni e per i lavoratori fragili che, a seguito di accertamento medico, risultano più esposti al rischio Covid. Non vale invece se uno dei genitori già ha ammortizzatori sociali con sospensione o riduzione di orario o non lavora. Deve essere compatibile con le caratteristiche dell’attività svolta presso il datore di lavoro privato. Lo smart working può essere svolto anche con strumenti informatici del dipendente.
Sulla disparità di trattamento tra pubblico e privato è intervenuta la Cgil, chiedendo al governo e alle forze parlamentari di garantire condizioni di accesso allo smart working omogenee per tutti.
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