Sos outgoing: la voce delle agenzie di viaggi

Sos outgoing: la voce delle agenzie di viaggi
28 Giugno 11:05 2021 Stampa questo articolo

Il turismo in ripresa? Non per le tante imprese che fanno outgoing, sopraffatte dai confini blindati e ora certamente in balia dell’effetto Maiorca. Una volta archiviata l’estate 2021, impossibile oramai da recuperare, il timore si sposta sulla prossima stagione invernale che, senza interventi immediati, salterà esattamente come l’anno scorso. È il messaggio strillato nel corso della protesta organizzata da Maavi a Roma lo scorso 25 giugno, una piazza che ha radunato agenti di viaggi che vogliono tornare a lavorare, oltre a ricevere i dovuti indennizzi.

«Vogliamo tornare a lavorare – ci spiega Carla Parigi di Baruffa Viaggi, venuta da Buonconvento (SI) – Anche quest’anno stiamo al 95% in meno rispetto al 2019. Senza l’apertura dei corridoi restano troppe insicurezze, troppe responsabilità che dobbiamo assumere noi agenti di viaggi. Anche facendo firmare una manleva al cliente, infatti, resta il rischio elevatissimo che se succede qualcosa all’ultimo, le persone perdono la fiducia in noi, anche per il futuro». E le cose all’ultimo purtroppo succedono, basti vedere il caso Baleari, con il maxi focolaio tra i giovani studenti, contagiati in oltre 850 tra feste e concerti dull’isola.

Resta fondamentale il rispetto delle regole, sia in termini di distanziamento, vaccino e mascherine, sia in termini di divieti di viaggiare a volte facili da aggirare. «Per noi è tutto come il 2020 – ha detto Adelmo Occhionero, Hts Viaggi di Ascoli Piceno – Facciamo qualcosina in Europa, ma il governo non ci permette di ricominciare a lavorare, nonostante il green pass. Ho visto ieri una pubblicità di calciatori degli Europei che invitano a fare le vacanze in Italia. Vorrei vedere quanti di loro resteranno effettivamente nei confini, visto che da individuali si riesce a partire, mentre a noi non consentono di vendere. È tutta una ipocrisia».

«La gente da sola viaggia, perché i controlli sono quelli che sono – incalza Roberto Brunetti della Praslin Viaggi di Roma – E in questo modo le persone si sono abituate ancora di più a fare da sole, senza considerare che passando per l’agenzia si hanno tutta una serie di plus, e soprattutto la certezza di quello che si compra. Poi quando prendono la fregatura tornano in agenzia a chiedere aiuto. E noi che dobbiamo fare?».

Attendere l’apertura dei corridoi turistici e guardare all’Europa, come hanno fatto alcuni colleghi che hanno cosi salvato, almeno in parte, la stagione. «Noi abbiamo piccoli gruppi outgoing e villaggi, soprattutto in Grecia e alle Baleari – ha detto Daniela de Il Volovacanze – Se riaprissero almeno Maldive ed Egitto, farebbero un gran comodo. Ho già un gruppo alle Maldive a fine ottobre, speriamo bene».

Ma l’Europa non è solo mare in Spagna e isole elleniche. Ci sono anche i Paesi del Nord e dell’Est dove la confusione regna ancora sovrana tra possibilità di viaggiare e divieti. «Noi vendiamo l’Albania e qualcosa di mare Italia, ma con grossi problemi, come i continui annullamenti voli – racconta Kurt Felsberger, di Melissa Viaggi di Firenze – Tra voli e traghetti che cambiano e cancellano, dobbiamo tornare sulle pratiche il triplo delle volte e non stiamo lavorando neanche al 10% rispetto al 2019. Non si capisce, poi, perché non riaprono l’Albania, Paese a bassissimo rischio secondo le statistiche Ue e dove vanno tranquillamente in charter dall’Austria, Ucraina e Polonia».

Forse cambierà qualcosa con il green pass? Resta scettico Ezio Biagioli di Estland, che vede lontana la ripresa, anche nel continente: «La situazione è critica e ci vorrebbe almeno che funzionasse davvero un certificato verde a livello europeo, con un sistema informatico univoco che raccolga tutti i certificati da tutti i Paesi, così che vengano accettati senza eccezione ovunque in Europa».

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Paola Camera
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