by Fabrizio Condò | 20 Marzo 2023 12:29
Pochi giovani e mancanza di precise figure professionali. La Sardegna si prepara all’estate con la prospettiva di tornare ai numeri pre Covid, ma anche con le incognite legate alla carenza di personale. Come segnala La Nuova Sardegna, le aziende del settore turistico locale hanno iniziato a reclutare dipendenti in vista della bella stagione. Riempire tutte le caselle mancanti, però, non sarà semplice.
Il problema demografico, per esempio, incide moltissimo sulla ricerca del personale “junior”, scrive sui social Libero Muntoni, direttore generale del Gruppo Delphina Hotels & Resorts, che ha annunciato 140 assunzioni nelle strutture nel nord dell’Isola: «Gli anni della pandemia hanno creato un’emorragia. Turismo, ospitalità e ristorazione sono settori che tradizionalmente vedono impiegata la fascia più giovane e nella regione di giovani ce ne sono pochi. Il livello delle retribuzioni peraltro è aumentato».
Gli stipendi sono adeguati, tiene a sottolineare Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, però non c’è dubbio che dopo l’uragano Covid le strutture abbiano impiegato molto tempo a rimpinguare gli organici e tornare alla normalità, considerando che nel frattempo molti ex impiegati nel turismo hanno deciso di cambiare comparto per cercare un lavoro più stabile: «Un fenomeno iniziato già prima della pandemia, che va di pari passo con la ricerca di un posto fisso e che ha implicazioni, non solo dal punto di vista quantitativo, ma qualitativo. Nel food and beverage, per esempio, latitano le cosiddette figure intermedie: nei ristoranti, tanto per dire, mancano gli chef de rang. Insomma, c’è un’intera classe di lavoratori da riprendere e formare».
Parola d’ordine “formazione” quindi, ribadisce Manca: «Dobbiamo preparare nuovi lavoratori con dinamiche diverse e non possiamo raccontare ai giovani che in estate devono fare turni di 15 ore senza giorni di riposo. Vanno sì professionalizzati, ma anche incentivati con prospettive di carriera, in modo tale che il turismo non sia solo un lavoro stagionale con cui pagarsi gli studi».
Per questo Manca si appella alle istituzioni: «In Sardegna non siamo in grado di assumere tutti a tempo indeterminato e allora serve l’aiuto del governo con ammortizzatori sociali, incentivi e misure di supporto al reddito. D’altronde noi investiamo nel turismo e rappresentiamo il 10% del Pil in Sardegna».
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