Sostegni ter, rabbia per gli “spiccioli” al turismo
Si sono uniti, hanno cercato compromessi, tentato lobby, organizzato flash mob e roboanti conferenze. Sono andati sui giornali, nelle radio e in tv, prima ancora nelle piazze. Hanno indossato, a scopo dimostrativo, gli abiti della protesta con la t-shirt “Subito” e mascherine con su scritto “Non c’è più tempo”. Le associazioni del turismo organizzato ce l’hanno messa davvero tutta per ottenere supporto dal governo. E se oggi, dal decreto Sostegni ter, arriva il “colpo di grazia” al travel e il bicchiere (per dirla con il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia) è «pieno a metà», la responsabilità non è di nessuno, se non del governo stesso.
Ora da Astoi, Aidit, Assoviaggi, Fiavet e Maavi giunge una nota congiunta (manca all’appello Fto, per la prima volta disallineato) in cui le sigle urlano la propria delusione, chiedendo – al governo attuale o a quello che verrà – uno scostamento di bilancio ormai necessario “poiché non è accettabile che imprese che hanno perso oltre l’80% del proprio fatturato possano essere sostenute con pochi spiccioli e, per di più, danneggiate da nuove norme sugli ammortizzatori sociali”.
Forte, infatti, il malumore anche per la mancata proroga della cassa Covid, promessa e poi sostituita dalla cig ordinaria scontata. “È una soluzione del tutto inadeguata, in quanto gli ammortizzatori ordinari prevedono un’anticipazione del salario da parte dei datori di lavoro, che ora sono in fortissima crisi di liquidità e non sono in grado di fare fronte a tali esborsi. Per ottenere il pagamento diretto da parte dell’Inps – spiegano le sigle – le aziende dovranno produrre tutta una serie di documenti in cui si dimostri la palese e oggettiva crisi finanziaria. Procedure molto più lunghe e complesse di quelle della cassa Covid per cui le aziende saranno costrette a licenziare a breve migliaia di lavoratori”.
Sui sostegni economici destinati al settore, “l’incremento del Fondo unico per il turismo da 120 a 220 milioni risulta del tutto irrisorio, vista l’ampia platea di beneficiari a cui è rivolto lo strumento (strutture ricettive, agenzie di animazione, guide e accompagnatori turistici, imprese di trasporto turistico, agenzie di viaggi, tour operator)”. Il turismo organizzato, fermo a causa delle restrizioni, aveva infatti chiesto almeno 500 milioni di euro per i danni subiti nel 2021 e mai ristorati.
“Il mancato prolungamento della moratoria sui finanziamenti, mutui e prestiti, inoltre – denunciano le associazioni – sta già lasciando dei caduti sul campo e molte di più saranno le imprese che subiranno pesanti conseguenze fino alla definitiva chiusura se non si interverrà in modo mirato sul settore”.
Su tutto, si legge, “alle aziende ancora non viene nemmeno data la possibilità di lavorare a causa di decreti datati e senza senso”. Il riferimento è in primis al divieto di turismo nella gran parte dei Paesi extra Schengen e all’obbligo di tampone per i viaggi Ue, che il settore si augura possa essere rimosso a fine mese.
Continua sui social, nel frattempo, l’azione di Maavi che attraverso la sua presidente Enrica Montanucci lascia intravedere la possibilità di una nuova protesta di piazza a Roma, con l’obiettivo di coinvolgere anche le altre associazioni.