La marcia green nel segno dell’Agenda 2030 dell’Onu – quella, per intenderci, che fissa i famosi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile – non accenna ad arrestarsi. Anzi, la riduzione delle emissioni e la comunicazione al cliente delle buone pratiche per perseguirla è il nuovo chiodo fisso delle aziende del travel.
L’impatto della sostenibilità sul settore è stato analizzato in un recente studio di Deloitte, realizzato tra l’estate e l’autunno scorsi in collaborazione con l’Aiceo, l’associazione italiana dei ceo. È qui che vediamo alcuni significativi numeri, specchio di un cambiamento valoriale nei viaggiatori stessi: il 64% dei turisti italiani è, infatti, influenzato nelle decisioni di viaggio da considerazioni legate ad ambiente e sostenibilità. Cifra che sale al 71% per gli under 35; il 75% ritiene che la crescita del turismo sostenibile sia un elemento chiave per la svolta del nostro Paese; il 63% degli intervistati addirittura predilige mete turistiche locali al preciso scopo di rivalutare i borghi; il viaggio “like a local” è ritenuto un modo per supportare l’economia locale.
Ma il dato più rilevante, sempre secondo Deloitte, è un altro: la maggioranza degli italiani oggi sembra essere disposta a pagare un sovrapprezzo pur di potere usufruire di servizi e operatori che lavorano in maniera sostenibile. Circa la metà si dichiara propenso a spendere fino al 10% in più; il 20% degli intervistati sopporterebbe finanche un +15-20%. Fatto sta che il maggiore investimento, per essere avallato, dovrà essere corredato da informazioni accurate e affidabili sulle attività e le iniziative degli operatori.
In questo scenario, emerge con chiarezza la necessità e la responsabilità per la filiera turistica di comunicare bene l’impegno nella sostenibilità.
Per la maggior parte dei turisti (il 77%), anche i siti di booking online e le agenzie di viaggi devono migliorare la segnalazione delle strutture attraverso certificazioni sostenibili. Solo il 30% dei turisti dichiara di trovare con facilità informazioni sulle pratiche sostenibili delle strutture alberghiere o dei mezzi di trasporto. È auspicata la creazione di un portale del turismo sostenibile: il 68% degli intervistati lo troverebbe molto utile per avere un unico punto di consultazione. Infine, per il 47% dei turisti, la disponibilità di informazioni in merito alle politiche Esg (environmental, social and corporate governance, ndr) di una struttura impatta sulla scelta finale dell’alloggio.
«Dalla nostra ricerca emerge che la maggioranza dei viaggiatori oggi riconosce il valore e la necessità di pratiche di gestione sostenibili da parte degli operatori del turismo. Ma non solo: più di uno su due dice di essere disposto a pagare un sovrapprezzo, a patto che tali pratiche siano effettivamente riconoscibili ed efficaci. La consapevolezza di tale orientamento deve indurre gli operatori del turismo italiano a consolidare gli interventi fatti finora e ad avviarne dei nuovi, anche facendo leva sulle agevolazioni e sui fondi disponibili legati alla transizione ecologica», è il commento di Tommaso Stranieri, hospitality leader e partner di Deloitte Risk Advisory.