by Andrea Lovelock | 28 Febbraio 2022 7:32
Un nuovo modello multiservice per le agenzie di viaggi e la detraibilità della spesa-vacanza per il cliente finale. Da queste due idee forti per il travel parte la riflessione del presidente di Aidit, l’Associazione Italiana Distribuzione Turistica di Confindustria, Domenico Pellegrino, che confida in una piena ripartenza del settore dopo il Covid e nonostante la guerra.
Dopo due anni di pandemia, forse si riparte: in quale scenario opererà il turismo organizzato italiano?
«Bisogna partire da alcune premesse: ad oggi, di fronte alla grave condizione emergenziale del nostro settore, il governo non ha preso alcun provvedimento strategico e non c’è stata alcuna regia lungimirante per fronteggiare la pesante crisi turistica, a cui ora bisogna metter mano seriamente per assicurare la rinascita della filiera. Non sono servite le misure erogate con il contagocce e senza avere la minima cognizione delle dinamiche che sono alla base della nostra professione. Ad oggi non ci si è seduti intorno a un tavolo per condividere misure che possano realmente continuare a renderci competitivi nel contesto internazionale, a salvare le imprese e migliaia di posti di lavoro, per non disperdere competenze e know-how. Inoltre l’Italia è stato tra i pochi Paesi a vietare le vacanze all’estero e come compensazione si è pensato solo ai corridoi turistici. All’estero non è mai stata punita la mobilità per vacanza, mentre da noi è stata inibita quasi fosse un disonore. Non solo, ma ci sono stati interventi che hanno contribuito a penalizzare il comparto creando una netta divisione: da un lato il turismo buono dell’incoming e dall’altro il turismo cattivo degli italiani all’estero. In altre parole bisognava aiutare il primo e non il secondo, e così è stato. Almeno finora. La questione oggi è che, come Aidit, vogliamo spiegare al governo una volta per tutte che gli italiani all’estero ci vanno attraverso imprese italiane, che pagano le tasse, che assicurano assistenza ed erogano tutele a 360 gradi».
Quali sono, allora, gli atti concreti che chiedete al governo per far ripartire realmente l’intera filiera?
«Per assicurare un futuro alle nostre imprese e un lavoro agli 86mila addetti del settore, proponiamo di intervenire strutturalmente con un incentivo concreto: la detraibilità della spesa-vacanza per i cittadini. Questo perché, alla vigilia del post Covid, l’Italia – come altri Paesi – deve fare i conti con un’inflazione che contrarrà le spese e costringerà i cittadini a risparmiare, magari sacrificando proprio il bene vacanza. Dobbiamo scongiurare questo, anche perché la vacanza è un momento di grande valenza psicologica, soprattutto dopo un periodo così lungo di lockdwon. Chiediamo quindi che m, per almeno tre anni, si stabilisca una detraibilità di queste spese turistiche, incentivando gli italiani a regalarsi comunque un periodo di vacanza e dall’altro lato favorendo la sopravvivenza e il rilancio di molte imprese del turismo organizzato. Oggi si sta parlando solo di digitalizzazione e di Pnrr, ma sono interventi limitati, specifici, che non permettono la ristrutturazione del processo di acquisto del turismo organizzato. Occorre cambiare passo».
Quale modello di agenzia di viaggi si può ipotizzare nel post Covid?
«Noi vogliamo proporre un modello di agenzia di viaggi molto diverso rispetto a quello passato. Viviamo un’evoluzione radicale: nuovi tipi di consumatori, nuovi strumenti di distribuzione. Quindi, invece di subire i cambiamenti, dobbiamo studiare i fenomeni e anticiparli per governarli. Proporremo quindi modelli che portino ad ampliare il livello di competenze e attività delle adv, vivendo la tecnologia come strumento di mercato, prendendone possesso e trasformando il tutto in sistemi integrati di distribuzione di servizi turistici. Una rivoluzione “Figital@, ovvero combinazione virtuosa dell’off-line con l’online. Una ibridazione della distribuzione agenziale: questo vuol dire che, alla mera proposizione di servizi turistici 100% digitali, dove il valore consulenziale si traduce solo nel prezzo, bisogna opporre una relazione umana nella quale il consumatore percepisce il valore aggiunto ed è disposto a pagare di più, compreso il servizio post vendita. Oggi, tra l’altro, è più facile capirlo dopo il Covid: chi in pandemia ha prenotato online, senza la minima assistenza, si è sentito abbandonato e ora sarà disposto ad affidarsi a un’impresa seria in grado di tutelarlo. A conti fatti un adv non più bottegaio, ma imprenditore protagonista di un processo industriale del turismo organizzato dove la distribuzione sarà all’insegna dell’innovazione».
Quali iniziative sono allo studio nel “cantiere Aidit” a favore dei vostri associati?
«Contiamo di terminare la fase della divulgazione di queste nostre idee per il futuro della distribuzione turistica italiana, per passare a un intenso programma di webinar sulla trasformazione tecnologica con il contributo di aziende specializzate. Poi organizzeremo corsi di formazione professionale, senza tralasciare anche il ruolo che Aidit intende continuare a svolgere nella consulenza a supporto degli associati, orientandoli, ad esempio, sui migliori provider del sistema turistico».
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