Rammarico e aspettative deluse: le reazioni dei sindacati balneari Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti al decreto sulla riforma delle concessioni, liberato ieri dal Consiglio dei ministri, è una sequela di lamentele e dure critiche al governo. In una nota congiunta, l’amara dichiarazione: «Avevamo aspettative diverse invece della messa a gara delle imprese balneari. Valuteremo attentamente il provvedimento legislativo e le iniziative da intraprendere a difesa della categoria».
Alzano dunque l’asticella gli agguerriti balneari che, in cuor loro, confidavano nell’esclusione del settore dall’applicazione della direttiva Bolkestein.
«Il provvedimento legislativo adottato dal Cdm sulle concessioni demaniali marittime vigenti non ci soddisfa perché prevede la messa a gara delle aziende e perché non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli Enti concedenti (Regioni e Comuni) che esercitano, da decenni, le funzioni amministrative in materia. Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le conseguenti iniziative sindacali», dichiarano all’unisono Antonio Capacchione, presidente Sib, e il suo omologo Maurizio Rustignoli di Fiba.
Le due sigle sindacali ribadiscono nella nota: «È interesse di tutti, non solo degli imprenditori balneari, dar vita a una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, frutto dell’attività e dei sacrifici di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata efficiente, di qualità e di successo che il mondo ci invidia. Riteniamo, poi, sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche, ma di un serio e obiettivo dibattito pubblico».
Da una lettura approfondita del testo del decreto, poi, emergono alcuni passaggi tutti da chiarire, primo fra tutti la cosiddetta perizia asseverata che dovrebbe essere eseguita dai revisori legali, come appariva nella prima bozza di fine luglio, ma non ne vengono specificate le modalità.
«È certo, comunque, che continueremo a batterci, con forza e determinazione – hanno concluso i presidenti di Sib e Fiba, i due sindacati di categoria maggiormente rappresentativi – a tutela dei diritti, riconosciuti anche dal diritto europeo, degli operatori per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato, prevalentemente, sul lavoro dei concessionari, non soltanto nel loro interesse, ma, soprattutto, del nostro Paese».