Nuova tegola in arrivo per le agenzie di viaggi: una scadenza autunnale di cui nessuno parla, ovvero l’obbligo, da parte dei titolari d’azienda, di versare allo Stato un contributo di 80 euro per gli ammortizzatori sociali, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa e dal numero di dipendenti. Un provvedimento stabilito dal ministero del Lavoro che oggi nessun referente politico – in pieno clima pre elettorale – si sente di tirare in ballo, né tantomeno di commentare, che va a sommarsi agli oneri legati al caro energia.
A sollevare il tema è il presidente di Assoviaggi, Gianni Rebecchi, che proprio nelle scorse ha confezionato un documento indirizzato alle forze politiche in cui ha ribadito le urgenti necessità del turismo organizzato.
Nel frattempo, su un altro fronte, c’è chi già pensa a una nuova protesta d’autunno. Si tratta di Enrica Montanucci, presidente di Maavi, la quale ha annunciato che, se dovessero prospettarsi all’orizzonte anche ulteriori aggravi per le imprese di viaggi, una manifestazione di piazza sarebbe inevitabile e ben più rumorosa di quelle organizzate finora.
È stata smentita, nel frattempo, la notizia diffusa a mezzo social del premio di risultato per gli agenti di viaggi, come confermato dalla fiscalista Caterina Claudi. Tale “bonus” era contemplato nei contratti nazionali di lavoro siglati da varie associazioni di categoria, compreso il Ccnl sottoscritto da Federalberghi. Di comune accordo con i sindacati il premio è stato sospeso a giugno per via dei due anni di pandemia che hanno visto le attività turistiche quasi azzerate.