E gara per le concessioni balneari sia. Dopo settimane di confronti con le associazioni di categoria, il consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità agli emendamenti al ddl Concorrenza che introducono la tanto attesa e discussa riforma delle concessioni balneari.
Le concessioni degli stabilimenti balneari e degli ormeggi turistici dovranno quindi essere riassegnate entro il 31 gennaio 2023 attraverso delle gare pubbliche, adeguando così il sistema italiano alla direttiva europea Bolkestein del 2006 sulla liberalizzazione dei servizi, come più volte richiesto da Bruxelles, che sarebbe in procinto di avviare la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, dando seguito alla lettera di messa in mora di dicembre 2020.
Il nuovo provvedimento introduce, da gennaio 2024, “l’affidamento delle concessioni sulla base di procedure selettive nel rispetto dei principi di imparzialità, non discriminazione, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità”.
Viene specificato comunque che le concessioni già in regola saranno valide anche oltre la proroga al 2023. Previsti inoltre degli indennizzi per i precedenti titolari a carico dei nuovi gestori, che riconoscano sia il valore aziendale che gli investimenti non ancora ammortizzati.
Inoltre, tra le regole per le gare andrà quindi prevista “la costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito”, evidenziando così la necessità di garantire libero accesso a tutti, negli spazi pubblici.
La proposta approvata in consiglio dei ministri recepisce in toto le disposizioni del Consiglio di Stato che lo scorso novembre ha annullato la proroga delle concessioni demaniali marittime al 2033. Ora però bisognerà attendere i decreti attuativi (entro 6 mesi) dei ministeri per inquadrare le nuove norme e le modalità delle gare.
LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI
Non sono mancate le critiche delle associazioni di categoria. Il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari, ha detto: «Le famiglie non sanno come pagare le bollette, le imprese chiudono perché non sanno come sostenere i costi e il problema dei governo italiano è svendere le coste e dare la possibilità agli stranieri di venire a prendere i gioielli migliori del nostro Paese».
In una nota congiunta, invece, Maurizio Rustignoli, presidente nazionale della Fiba, l’associazione dei balneari di Confesercenti, e Antonio Capacchione presidente nazionale del Sib, l’associazione dei balneari di Confcommercio ricordano che “l’emendamento approvato in cdm ha accolto alcune nostre richieste come la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni o la eliminazione del canone quale elemento di valutazione. E si potrebbe continuare. È altresì importante precisare che non si tratta di una norma già in vigore ma solo di una proposta che il governo farà in parlamento. Ribadiamo con fermezza, però, che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare».