Stallo Ita-Lufthansa, Giorgetti bussa alla porta dell’Ue
Ben lungi da un cronoprogramma definitivo, la vicenda Ita Airways-Lufthansa rimbalza da Roma a Bruxelles e i tempi sembrano dilatarsi. È di queste ore la notizia, riportata dal Il Sole 24 Ore, che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto un incontro con il commissario Ue Didier Reynders, per chiarire quali siano i passaggi del dossier che potrebbero incagliarsi nelle rigide procedure di controllo della Commissione europea di fronte a queste operazioni. Tanto più che, in base agli accordi già stabiliti, il vettore tedesco dovrebbe acquisire il 100% della compagnia entro il 2033: in caso contrario la continuità operativa dell’aerolinea potrebbe essere a rischio.
Di fatto, l’accordo non è stato ancora notificato a Bruxelles per ottenere l’approvazione definitiva che sembra essere molto condizionata dal fattore-chiave degli slot a Milano Linate, Roma Fiumicino, Francoforte e Monaco di Baviera, dove la concentrazione di strategiche fasce orarie per i decolli detenuta da Lufthansa e da Ita ha già messo in allerta le principali compagnie aeree low-cost che faranno pressing, soprattutto attraverso i ricorsi legali, per evitare l’ok della Commissione Ue.
E gli esperti del settore ritengono che difficilmente Bruxelles darebbe il via libera qualora fosse compromesso il principio del libero mercato o si ventilasse una posizione dominante, inaccettabile.
Sembra ridimensionarsi, invece, la vicenda delle cause avviate dai 1.100 dipendenti ex Alitalia che reclamano il diritto alla assunzione in Ita evidenziando il principio della “continuità” tra la compagnia di bandiera ormai smantellata e la nuova aerolinea. Proprio per neutralizzare quello che alcuni analisti prospettavano come possibile ostacolo al buon esito dell’accordo con Lufthansa, il governo Meloni ha approvato un decreto ad hoc con una norma interpretativa per bloccare tutte le cause degli ex dipendenti, contestato dai sindacati. Una misura indispensabile per rassicurare il partner Lufthansa che aveva già dichiarato di non aver alcuna intenzione di gestire in prima persona questo delicato dossier, anche perché il costo stimato per riassorbire gli ex dipendenti è stato valutato in oltre 100 milioni di euro.