Non una, ma ben due Alitalia a rischio. È il risultato di troppi fattori che stanno bloccando il presente e il futuro della compagnia di bandiera: i dettami dell’Ue, la crisi politica italiana e le commissioni parlamentari che tentennano sul piano industriale stanno mettendo i bastoni tra le ruote alla risoluzione di Alitalia in amministrazione straordinaria e al decollo della newco Ita-Italia Trasporto Aereo. Il rischio concreto è che il decollo della nuova compagnia possa slittare in autunno e che la vecchia Alitalia abbia bisogno di ulteriori e sostanziosi aiuti per proseguire le sue operazioni per altri 5-6 mesi.
Secondo il Corriere della Sera, infatti, si sta perdendo troppo tempo per la definizione della nuova Alitalia e le incomprensioni tra vecchia e nuova gestione sul passaggio degli asset sono un ulteriore problema. Alle richieste dell’Europa di una gara pubblica e trasparente per la vendita dei “gioielli” di Alitalia; alla sospensione dei verdetti sul piano industriale di Ita e al mancato (per ora) via libera di Bruxelles alla terza tranche di aiuti statali alla compagnia aerea in a.s. si aggiunge lo scontro tra il commissario Giuseppe Leogrande e la newco.
Secondo le fonti acquisite dal quotidiano, quindi, i vertici di Ita Francesco Caio e Fabio Lazzerini avrebbero fatto intendere come sia stata proprio la newco a proporre al commissario di acquistare subito il ramo aviation della compagnia italiana; mentre Leogrande avrebbe detto ai sindacati che Ita ha rifiutato la stessa identica proposta avanzata in prima battuta dallo stesso commissario.
Italia Trasporto Aereo avrebbe proposto già a dicembre di acquistare il ramo aviation (codice volo, biglietteria e slot) “sfruttando il bando di gara sospeso la scorsa primavera e mai annullato. In quel bando — che è tecnicamente ancora valido — tre soggetti avevano manifestato interesse per comprarsi tutta Alitalia (la cordata guidata da Almaviva, Synergy Group di German Efromovich, USAerospace) e altri o per l’handling o per la manutenzione”, riporta il Corriere.
Inoltre Ita avrebbe chiesto all’amministrazione straordinaria la fornitura dei servizi di terra e di manutenzione a prezzi di mercato, sostenendo poi di voler partecipare anche al bando di vendita per questi due asset. Sempre secondo il quotidiano, però, Leogrande avrebbe rifiutato per evitare eventuali ricorsi al Tar da parte delle società che avevano manifestato interesse lo scorso anno nella gara poi sospesa a causa della pandemia.
Inoltre l’Antitrust europeo ha fatto sapere che il commissario Leogrande dovrà costruire un bando di gara all’insegna di una reale discontinuità, per evitare un travaso automatico di tutti gli asset dalla vecchia alla nuova compagnia aerea, e per questo motivo vorrebbe vedere le bozze del bando prima della pubblicazione. In questo modo i tempi si allungano ed è impensabile vedere una chiusura della trattativa – tra elaborazione del bando, accesso alla dataroom, studio delle manifestazioni di interesse e definizione del vincitore – prima dell’estate.
Ultimo, ma non meno importante: nel bel mezzo di un vuoti di potere governativo le commissioni parlamentari che stanno studiando il piano industriale di Ita hanno chiesto un rinvio del termine per esprimere un parere sul progetto. La scadenza, quindi, si sposta –secondo il Corriere – almeno al 17 febbraio, quando probabilmente si sarà già insediato il nuovo governo Draghi. Nel frattempo Alitalia in amministrazione straordinari brucia la cassa ogni giorni di più e la newco è sostanzialmente bloccata. Stallo totale, insomma.