Nessuna crescita affrettata, ma «solo se troviamo i partner giusti». Piuttosto, adesso l’obiettivo è investire sulla tecnologia e sull’esperienza di viaggio di chi sceglie una compagnia dell’alleanza. «Abbiamo appena festeggiato il nostro compleanno, 20 anni in cui abbiamo creato un brand globale e un network che ha ancora dei punti scoperti, ma che ha raggiunto una dimensione veramente mondiale».
A dirlo è Jeffrey Goh, ceo di Star Alliance, che a Shanghai, a margine della cerimonia di ingresso nell’alleanza di Juneyao Airlines, ha tenuto a precisare quali saranno le sue prossime mosse.
«Il 2017 rappresenta una pietra miliare nella nostra storia – ha proseguito il manager – Abbiamo fatto molti passi in avanti in quello che è uno dei punti di forza della nostra strategia: essere l’alleanza di vettori che offre i servizi digitali più avanzati e completi».
Tutto con unico obiettivo: rimettere nelle mani del passeggeri la sua esperienza di viaggio, ovviamente centrata sul mobile. La parte più difficile però è un’altra, a sentire Goh: «Desideriamo dare a ogni viaggiatore delle nostre compagnie gli stessi strumenti tecnologici per avere una journey experience omogenea, indipendentemente dal vettore con cui si vola».
E così, in attesa del lancio a breve di nuovi servizi digitali a disposizione di chi vola Star Alliance, il discorso cade sulle future partnership. «Non dobbiamo per forza coprire tutte le regioni del mondo, in certi casi possiamo fare benissimo accordi (ad esempio di codesharing) con compagnie che non fanno parte dell’alleanza – ha dichiarato Goh – preferiamo essere sempre selettivi nella scelta dei partner».
In ogni caso, entro un paio d’anni, le new entry a livello globale targate Star Alliance dovrebbero essere almeno due. Dove? «In Russia siamo scoperti, ma per adesso non esistono vettori che ci interessano, forse in Australia o anche in Brasile, dove Avianca Brasil non è abbastanza grande per soddisfare la domanda di un mercato così vasto».