Startup del travel: “Stanchi di essere esclusi dai ristori”
Ancora nessun concreto sostegno per le agenzie di viaggi e i tour operator di nuova costituzione. Quegli operatori che hanno avviato la loro attività tra il 2019 e il 2020, sparsi in tutto il territorio italiano e colpiti da “una discriminazione data dalla disparità di trattamento rinvenuta nelle misure di sostegno sia rispetto a tutte le altre imprese di altri settori, sia all’interno del nostro”, si legge nell’ennesima lettera che il gruppo delle startup, coordinato dalle adv Monica Corinti, Jessica Smorgon ed Enzo Morandi, ha inviato al governo.
“Il turismo, secondo gli ultimi dati Istat, ha perso in media l’80% del fatturato, ben più di tutti gli altri che vi siete affrettati a ristorare. Vi abbiamo scritto più volte, eppure non abbiamo sortito alcun effetto, avete continuato a ignorarci come se non esistessimo. Ma noi non ci stiamo a questo gioco. Adesso, dopo un anno, siamo stanchi e stufi di sentir parlare di ristorazione quando la stessa ristorazione ha continuato, nel bene o nel male, a lavorare con il take away oppure il delivery. Siamo stufi e stanchi di essere presi in giro, di non essere presi in considerazione, di continuare a leggere che tutte le categorie, e sottolineiamo tutte, sono state ristorate e talune anche senza aver esibito un fatturato. Siamo agenti di viaggi, imprenditori anche noi, con storie differenti e con una sola ‘colpa’: aver iniziato l’attività tra il 2019 e il 2020”, si legge nella missiva.
“Queste date ci hanno purtroppo penalizzato perché diverse misure di sostegno, oltre al fondo istituito per il turismo, prevedono un ristoro calcolato sulla differenza di fatturato prodotto in determinati periodi del 2019 e del 2020, tagliando fuori tutte quelle attività colpevoli di non aver calcolato, tra gli imprevisti e i rischi di impresa, anche una pandemia dalle dimensioni inimmaginabili”, spiegano gli agenti, ribadendo come per loro nessun decreto abbia avuto le sembianze di un aiuto ai rispettivi specifici casi.
C’è chi – giustamente – lamenta il ritardo. Ma queste agenzie richiedono l’attenzione su un fatto altrettanto grave: “l’esclusione di tutte le nuove realtà agenziali. Un ingente numero di imprese, teoricamente beneficiarie in quanto in possesso dei requisiti elencati dal Mibact in merito ai ristori, hanno trovato un ostacolo insormontabile rappresentato dall’impossibilità di dimostrare la differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi dal 23 febbraio 2020 al 31 luglio 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del corrispondente periodo del 2019”.
“Eppure le nostre associazioni di categoria si sono sedute ai tavoli istituzionali e allora ci chiediamo: come mai noi siamo stati tagliati fuori e continuiamo a esserlo? Come mai ristorate tutti i settori a eccezione di noi agenzie di viaggi di nuova costituzione? È pochi giorni fa che ci è stato riferito che nel decreto Ristori Quinto sarà riproposta la nostra situazione, ma come potete ben capire noi oramai non ci crediamo più e siamo stanchi di aspettare un miglioramento della nostra situazione che nei fatti non c’è”
Le startup, a questo punto, invitano il governo “all’ascolto per mettere in pratica le richieste, che sono fatte da gente sicuramente più tecnica e competente non fosse altro perché vive sulla propria pelle ogni giorno e sul campo le varie problematiche economiche e di operatività. Mantenere le nostre attività aperte in queste condizioni, da ben 10 mesi, per noi vuol dire accollarsi un pesantissimo debito che difficilmente riusciremo a pagare, perché è stato prodotto non dalla nostra incapacità di valutare il rischio d’impresa, bensì dalla vostra incapacità innanzitutto di chiarezza, di programmazione, di saper fornire soluzioni alternative alla chiusura completa edalle sanzioni, alla vostra incapacità di gestire le risorse dei ristori in maniera equa e solidale, dalla vostra avidità di continuare a chiedere soldi per tasse, adempimenti burocratici e servizi praticamente inutili per delle attività, di fatto, completamente bloccate”.