Si è conclusa a Francoforte la quarta edizione di Brand Usa Travel Week dedicata all’Europa e al Regno Unito. I 500 partecipanti, tra rappresentanti delle destinazioni statunitensi, giornalisti e buyer del vecchio continente, hanno dato vita a una tre giorni molto intensa di incontri one to one e dibattiti sui flussi turistici europei.
Oltre 700 incontri individuali con giornalisti, quattro dibattiti su temi specifici e tre eventi che hanno consentito di fare networking.
Dopo un’apertura che ha posto l’accento sulle nuove tendenze dei viaggiatori europei, che sembrano sempre più sensibili alle proposte che richiamano il tema della sostenibilità, si è parlato più concretamente di collegamenti aerei e di investimenti sullo sviluppo di strutture ricettive in vista degli appuntamenti di grande richiamo, come i Mondiali di Calcio del 2026 giocati tra Stati Uniti e i Canada o le Olimpiadi del 2028, in programma a Los Angeles.
«Atlanta sta investendo 4 miliardi di dollari», ha detto William Pate, ceo di Atlanta Cvb, «soprattutto su trasporto pubblico all’interno della città e nel territorio circostante».
Ammontano, invece, a 15 miliardi di dollari gli investimenti programmati su Los Angeles per ammodernare l’aeroporto e costruire una nuova metropolitana che collegherà direttamente al centro della città, in vista delle Olimpiadi. Anche New York si prepara all’evento in programma per il 2028 con un investimento di 9,5 miliardi sul terminal dell’aeroporto Jfk, mentre a Orlando si sta costruendo un nuovo terminal in grado di accogliere 10-12 milioni di passeggeri in più. Una nuova linea ferroviaria ad alta velocità collegherà Miami a Orlando in tre ore.
Nonostante le incertezze legate soprattutto al costo del carburante, anche le compagnie aeree stanno aumentando il numero di rotte e il numero di destinazioni, comprendendo anche destinazioni più periferiche, rispetto alle destinazioni più note. Sicuramente, l’esplosione della richiesta di voli dell’estate appena finita ha dato impulso a queste iniziative, che però erano già allo studio da tempo proprio per agevolare l’incoming proveniente dall’Europa.
United Airlines ha reso noto di avere raggiunto a settembre di quest’anno il 116% di quanto aveva realizzato nello stesso periodo del 2019. E conta di avere un’ulteriore crescita nel 2023. Il Gruppo Lufthansa, per 40 giorni di fila dopo la riapertura dei confini, l’8 novembre dello scorso anno, ha registrato il tutto esaurito. Il responsabile commerciale, Stefan Kreuzpaintner, ha detto che tutto il settore ha subito l’esplosione della domanda compressa durante il periodo della pandemia e adesso sta raggiungendo più destinazioni statunitensi rispetto a prima della pandemia.
Un dato che sta caratterizzando il comportamento dei viaggiatori europei è una maggiore durata della permanenza negli Usa: dai 13 giorni di media, di prima della pandemia, a 17 giorni. Lo ha rivelato Nejc Jus, responsabile delle ricerche di Wttc – World Travel & Tourism Council, il quale ha aggiunto che il numero di arrivi da Regno Unito, Francia e Germania sono oggi l’80% di quelli che c’erano nel 2019 e per i prossimi due mesi si prevede che sarà mantenuta questa quota.
Il raggiungimento dei livelli pre Covid è previsto per il 2024 o 2025, secondo gli studi di Toursm Economics Emea. Ma grazie a soggiorni più lunghi, la spesa complessiva del turismo potrà recuperare anche prima.