States, prenotazioni ko.
L’effetto Trump è realtà

Non si mette bene per l’outgoing verso gli Stati Uniti. Lo tsunami Trump, che tra gli altri decreti firmati ha inserito anche quello che prevede l’irrigidimento di regole per le procedure di ingressi turistici nel Paese, sta facendo sentire i suoi effetti in negativo.
Sui social si moltiplicano le storie di europei e canadesi interrogati e talvolta arrestati al loro arrivo – anche con i documenti in regola – dagli agenti dell’immigrazione negli aeroporti Usa, per poi essere espulsi senza plausibili motivi. Una situazione inaccettabile, al punto che Paesi come Germania e Gran Bretagna – facenti parte del gruppo di Stati, come l’Italia, che per viaggi fino a 90 giorni possono entrare negli Usa senza visto, registrandosi con l’Esta – hanno avvisato i loro cittadini del rischio di essere arrestati “se violano le regole o non le rispettano alla lettera”.
Una sequenza di racconti dei turisti respinti e rimandati a casa che sta aumentando a dismisura e alimenta un trend di disdette e cancellazioni di viaggi di piacere negli States. Secondo Tourism Economics si prevede che nel 2025 il flusso di viaggiatori internazionali verso gli Usa diminuirà del 9%, a causa della “politica e retorica polarizzante dell’amministrazione Trump“.
Già a gennaio, comunque, l’American Society of Travel Advisors (Asta) – la principale associazione dei lavoratori dell’industria turistica statunitense – aveva lanciato un appello a Trump: “Non imponga un nuovo divieto di viaggio negli Stati Uniti”. Dovrebbero invece essere al sicuro le crociere, che non verranno tassate.
Questa tendenza potrebbe tradursi, sempre secondo Tourism Economics, in una perdita stimata intorno ai 64 miliardi di dollari (59 miliardi di euro) per il settore turistico. C’è poi un’analisi del Corriere della Sera, basata sui dati del Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, che evidenzia come nei primi due mesi del 2025 si sia già registrato un calo degli arrivi internazionali rispetto allo stesso periodo del 2024. In particolare, gli ingressi dall’Italia sono diminuiti del 9,5%, quelli dalla Germania del 7% , quelli dalla Francia del 6% e un -5% dalla Gran Bretagna, vale a dire i cinque principali mercati di riferimento dall’Europa.
Cresce pertanto la preoccupazione tra i tour operator italiani specializzati nella destinazione Usa e le associazioni di consumatori consigliano a tutti i turisti italiani che hanno pianificato un viaggio negli States di tenere sottomano i numeri utili di avvocati per sbrogliare eventuali situazioni ai varchi di frontiera. Tutto questo anche se le autorità statunitensi hanno risposto alle critiche sostenendo che le misure adottate sono in linea con le politiche di sicurezza nazionale: “La sicurezza dei nostri confini è una priorità”, si legge in una nota diffusa dal portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Interna.
Al momento, comunque, è bene non farsi prendere da facili allarmismi e limitarsi a suggerire ai viaggiatori italiani il massimo rispetto di tutte le regole previste per un ingresso negli States senza problemi e, soprattutto, di comportarsi al meglio anche durante il soggiorno.