Il pool delle associazioni del turismo organizzato è tornato. Si presentano (e comunicano) unite per gli Stati Generali del Turismo di Chianciano Terme le sigle di settore Astoi, Aidit, Assoviaggi, Fiavet e Maavi, la cui alleanza è stata rodata in pandemia e ora punta – come recita una nota congiunta – “a promuovere e valorizzare”, agli occhi del nuovo esecutivo, “il ruolo e l’importanza della filiera delle agenzie di viaggi e dei tour operator nel mercato turistico e nell’economia italiana”.
Un’unica voce che intende anche “mettere a fuoco le criticità” che bloccano il rilancio del settore: “Dall’eccesso di burocrazia alle altre zavorre che impediscono alle nostre imprese di competere alla pari con quelle degli altri Paesi”.
“Serve un cambio di passo, una vera politica industriale che veda il ministero competente agire in un ruolo di propulsore, per dare al sistema italiano del turismo organizzato gli strumenti per crescere e recuperare il tempo perduto in questi ultimi anni di blocco forzato”, si legge nel comunicato delle associazioni.
“Bisogna mantenere alta l’attenzione verso un segmento del turismo poco compreso nella sua complessità; si dimentica troppo spesso – si legge – che il comparto delle agenzie di viaggi e dei tour operator accoglie circa 10mila imprese e occupa più di 80mila addetti, tra diretti e indiretti, per un giro d’affari, prima del Covid, pari a circa 13 miliardi di euro. Per questo è necessario fare di più e sostenere strutturalmente un segmento che con il proprio lavoro contribuisce alla costruzione del Pil e svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’intero Paese”, concludono le sigle.
Un’apertura è già arrivata dal neo ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che nel suo messaggio di saluto ai partecipanti agli Stati Generali rimarca la volontà di dialogare con i principali attori del settore, concetto espresso sin dalla prima ora.
Ma innanzitutto un passaggio sulla scelta – oggetto di polemiche – di non prendere parte alla Conferenza di Chianciano: «La mia mancata presenza è dovuta, non solo alla mia volontà di voler prima approfondire i numerosi dossier di competenza del ministero, ma vuole essere anche un segnale di rispetto nei confronti del lavoro svolto sino ad oggi da chi mi ha preceduto e che questo evento lo ha voluto», spiega la Santanchè giustificandosi ulteriormente.
«Le aspettative degli operatori del settore del turismo nei confronti del governo per i prossimi anni sono giustamente molto elevate, soprattutto dopo i danni causati dalla pandemia e dalla grave crisi internazionale politica ed energetica in corso. Ma l’Italia – afferma – è una nazione che ha potenzialità enormi e per questa ragione dico che possiamo e dobbiamo senz’altro fare di più, aumentando tali già rilevanti livelli, lavorando tutti insieme con l’obiettivo comune di incrementare la qualità e la quantità dell’offerta turistica nazionale».
Gli uffici del ministero, ribadisce la ministra, «ascolteranno e raccoglieranno stimoli e proposte provenienti da questa Conferenza che valuteremo alla luce della cornice strategica del settore».
E poi, di nuovo, la promessa: «È mia intenzione incontrare tutte le rappresentanze e gli operatori di un comparto che conosco bene, al fine di ascoltare le relative esigenze e costruire assieme un percorso duraturo».
«Sarà essenziale – sottolinea Santanchè – attivare le opportune sinergie con le Regioni tutte, nel pieno rispetto delle loro prerogative e competenze. Ritengo che si potranno avviare progetti comuni perché l’obiettivo è comune: unendo le forze e le risorse a livello centrale e territoriale si può creare un volano fondamentale per raggiungere risultati concreti e tracciare il solco per quelli da ottenere nel medio e lungo periodo».
«Le difficoltà e gli ostacoli non mancheranno – conclude – ma posso garantire a tutti voi che da parte mia e del ministero che ho l’onore di dirigere, ci sarà la massima disponibilità e volontà per dare a quelle migliaia di famiglie impiegate nel turismo e che tutti i giorni lavorano con dedizione e spirito di sacrificio, un futuro più luminoso».