Stati Uniti, novanta milioni di turisti stranieri nel 2027
Obiettivi ambiziosi per gli Stati Uniti sul fronte turismo. Il governo Usa ha definito una strategia per rilanciare il settore e punta ad accogliere 90 milioni di viaggiatori internazionali l’anno entro il 2027.
“Il piano quinquennale prevede entrate per 279 miliardi di dollari all’anno derivate dai turisti in visita”, spiegano dal Dipartimento del Commercio. L’obiettivo è raggiungere e superare i dati pre pandemia, che hanno visto nel 2019 arrivi quasi a quota 80 milioni di visitatori esteri. Per l’esattezza 79,4 milioni di visitatori internazionali, cifra che è crollata a 19,2 milioni nel 2020 ed è riaumentata a 22,1 milioni nel 2021. La spesa per il turismo internazionale ha raggiunto i 239,4 miliardi di dollari nel 2019 ma è scesa a 81 miliardi di dollari durante la pandemia.
La segretaria al Commercio Gina Raimondo chiede «un’industria dei viaggi e del turismo più inclusiva, equa, sostenibile e resiliente che mai».
Tutto questo nei giorni dell’Ipw 2022 a Orlando, dove il ceo di Brand Usa Chris Thompson e il segretario al commercio per l’Industria e l’Analisi Grant Harris hanno illustrati i quattro pilastri della strategia, e le nuove partnership con aziende ridare vigore al turismo.
Come ha spiegato Harris, i quattro punti salienti sono: «Promuovere gli Stati Uniti come destinazione di viaggio; facilitare i viaggi verso e all’interno degli Stati Uniti; garantire esperienze di viaggio diverse, inclusive e accessibili; promuovere un turismo resiliente e sostenibile». Il che include la promozione di esperienze turistiche diversificate al di là degli stati costieri, riduzione dei contributi del turismo ai cambiamenti climatici e costruzione di un settore resiliente ai disastri naturali e alle minacce per la salute pubblica.
L’agenzia governativa sta anche cercando di semplificare le procedure di ingresso per i visitatori internazionali e ridurre le restrizioni legate al Covid.
NODO TEST COVID. Tra i nodi da scogliere c’è quello dei test Covid per entrare negli Stati Uniti. Al momento è ancora richiesta la prova della vaccinazione e l’esibizione dell’esito negativo di un tampone effettuato prima del viaggio. Ma la segretaria Raimondo sta dialogando con il presidente Joe Biden e la sua amministrazione, ribadendo che i protocolli di test costituiscono oggi una barriera alla piena ripresa dell’industria dei viaggi. Con lei si schiera anche la U.S. Travel Association, che plaude alla nuova strategia ma sottolinea che il molto lavoro da fare passa anche per l’eliminazione dei requisiti di test pre partenza.
«Lodiamo l’ambizioso obiettivo di attrarre 90 milioni di visitatori ogni anno entro il 2027, con una strategia che definisce azioni specifiche con le quali il governo può ricostruire la nostra economia dei viaggi e rendere il settore ancor più competitivo di quanto non fosse prima della pandemia – ha detto Roger Dow, presidente e ceo della U.S. Travel Association – Ma c’è molto lavoro da fare e serve l’abrogazione immediata dell’obbligo di test pre-partenza per tutti i viaggiatori internazionali vaccinati e adottare misure per ridurre drasticamente i tempi di attesa per il visto».