Niente crociere e niente sci a Natale e a Capodanno. Dopo un confronto serrato nel governo tra ministri più prudenti e un’area più propensa ad aperture e allentamenti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel nuovo dpcm in vigore dal 4 dicembre alla fine sceglie la linea più restrittiva.
“A decorrere dal 21 dicembre 2020 e fino al 6 gennaio 2021 sono sospesi i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana, aventi come luoghi di partenza, di scalo ovvero di destinazione finale porti italiani. È altresì vietato dal 20 dicembre 2020 e fino al 6 gennaio 2021 alle società di gestione, agli armatori ed ai comandanti delle navi passeggeri di bandiera estera impiegate in servizi di crociera di fare ingresso nei porti italiani, anche ai fini della sosta inoperosa”, si legge nel testo.
Lo stop alle crociere, che sono attualmente operative in Italia, segue l’orientamento in tema di festeggiamenti: evita, quindi, che quanto vietato a terra possa svolgersi invece in mare. Un duro colpo per le compagnie che – forti di protocolli di sicurezza rigidi e rispettati, oltre che del tampone rapido pre imbarco obbligatorio e del secondo tampone a bordo prima di lasciare la nave, modello che fa parlare di travel bubble – avevano già lanciato le loro proposte per il Natale e Capodanno, tra minicrociere e potenziamento dell’intrattenimento per i bambini e per tutta la famiglia.
Gli impianti sciistici restano chiusi fino al 6 gennaio e potranno riaprire il 7 gennaio. Al fine di evitare il contagio di ritorno da altri Paesi che hanno gli impianti aperti, c’è obbligo di quarantena per chi rientra dall’estero. Gli alberghi invece – anche quelli di montagna – resteranno aperti in tutta Italia, anche il 31 sera. Ma con i ristoranti degli hotel chiusi alle 18 il 31 dicembre, alla vigilia del Capodanno, per impedire le feste e i cenoni nelle strutture. Sarò infatti consentito cenare solo col servizio in camera. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive nelle altre sere, limitatamente ai propri clienti.
Questi ultimi provvedimenti afferiscono alla stretta sulla mobilità del decreto sugli spostamenti approvato dal Consiglio dei ministri e pubblicato in Gazzetta ufficiale – dal 21 dicembre fino al 6 gennaio – che permetterà di muoversi tra regioni (che nel frattempo potrebbero diventare tutte gialle) solo per chi torna al proprio luogo di residenza o di domicilio o al luogo dove vive abitualmente o per motivi di lavoro, con il nodo ancora da sciogliere dei cosiddetti “ricongiungimenti” con gli affetti stabili. Inoltre, vengono blindati Natale e Capodanno: nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 nonché del 1° gennaio 2021, c’è anche il divieto di ogni spostamento tra comuni, salvo quelli motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Chi torna dall’estero prima del 20 dicembre deve effettuare obbligatoriamente il tampone se si rientra da uno dei Paesi considerati a rischio, inseriti nella lista del ministero della Salute (tra cui rientrano anche Belgio, Francia, Regno Unito e Spagna).
Per chi parte dopo il 20 dicembre, sarà necessaria una quarantena di dieci giorni da qualsiasi Stato si rientri. Un modo per disincentivare le vacanze all’estero, anche dove gli impianti sciistici sono aperti, come per esempio in Svizzera.
Unica deroga alle chiusure appare quella dei ristoranti, aperti a pranzo nelle zone gialle il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio.