Dopo mesi di trattative Air Italy ha scelto di abbandonare definitivamente l’idea di volare su Olbia con il rischio concreto di chiusura della base sarda e di numerosi esuberi di lavoratori (circa 500). E il caso, tutto legato al bando per le rotte in continuità territoriale, è ormai un campo di battaglia tra Air Italy e Alitalia, dove ognuno racconta la sua versione dei fatti, ma agli atti resta uno scontro totale tra i due vettori italiani.
Le due compagnie si combattono a colpi di comunicati stampa sostenendo ognuna le proprie ragioni e lanciandosi accuse reciproche. Latitano, al momento, le comunicazioni da parte degli attori istituzionali nonché moderatori di questo scontro, ovvero il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e il presidente della Regione, Christian Solinas.
LA CRONISTORIA. Declinato l’invito all’ultimo tavolo della Regione Sardegna, dove invece Alitalia ha scelto di partecipare, la compagnia aerea controllata al 49% da Qatar Airways alza la voce e ribadisce una ferma mancanza di fiducia verso l’ex vettore di bandiera: “Per noi è impossibile qualunque accordo sui voli dal 1° giugno prossimo su Olbia”.
Tutto parte dallo scorso 12 marzo, quando Air Italy accetta di volare dall’aeroporto di Olbia verso Roma Fiumicino e Milano Linate senza compensazione finanziaria: una decisione presa perché, nonostante la perdita del bando nella fase iniziale della continuità territoriale, per la compagnia era “vitale fare tutto il possibile per proteggere il personale e l’investimento fatto negli ultimi 50 anni al servizio della Sardegna”, si legge nella comunicazione inviata alla stampa dal vettore che ha raccolto l’eredità di Meridiana.
L’ex compagnia di bandiera, però, non ci sta e ribadisce di aver regolarmente vinto il bando di gara e, su esplicita richiesta della Regione Sardegna, iniziato a vendere i voli al momento dell’aggiudicazione delle rotte per Olbia. “Quando Air Italy, dopo quasi due mesi, ha inaspettatamente deciso di operare senza compensazione, Alitalia si è vista costretta a fare lo stesso proprio per tutelare i tanti passeggeri che avevano già prenotato e per evitare ulteriori esborsi economici visto che, a quel punto, non volare sarebbe stato più oneroso che operare le rotte (pur senza compensazione)”.
LE RAGIONI DI AIR ITALY. Operare la continuità territoriale senza contributi significa apportare cambiamenti strategici al proprio network, accettando di conseguenza una significativa perdita finanziaria, segnala a sua volta la nota di Air Italy. “Infatti – prosegue la nota – le compensazioni esistono per una ragione: operare con le condizioni disposte dalla Regione Sardegna non è economicamente profittevole e, quindi, per assicurare la mobilità e l’accesso all’isola le rotte vengono finanziate”.
Con la mossa di Alitalia dello scorso 8 aprile – che accettava a sua volta gli oneri di servizio pubblico su Olbia – Air Italy si è ritrovata a dover rivedere radicalmente le proprie operazioni sulla destinazione sarda, sollevando allo stesso tempo un dubbio.
“Alitalia è una società in amministrazione straordinaria, e i termini per la sua vendita sono stati recentemente prorogati perché non è stato trovato un partner valido. Come possa operare le rotte in continuità territoriale sul Costa Smeralda senza compensazione, dato che le rotte non sono redditizie in assenza di contributi, rimane un mistero. Inoltre, il vettore si è offerto di effettuare senza compensazione solo le operazioni su Olbia, mantenendola invece sulla continuità territoriale di Cagliari e Alghero, dove le tratte sono probabilmente più redditizie”.
L’ACCORDO CHE NON C’È. In uno scenario simile, così, il governatore sardo Christian Solinas ha convocato le due compagnie aeree – alla presenza del ministero dei Trasporti – per cercare di giungere a una soluzione, non raggiunta perché nessuna delle alternative proposte era finanziariamente sostenibile, “anzi, portavano a un risultato peggiore per Air Italy”, che comunica quindi la sua rinuncia.
Incontri su incontri, fino alla discussione e allo sviluppo di un accordo quadro, nel quale era previsto che Alitalia continuasse a volare sulle rotte di Olbia fino alla fine di maggio riproteggendo i passeggeri di Air Italy che a sua volta avrebbe intrapreso le operazioni da inizio giugno ricambiando la riprotezione dei viaggiatori di Alitalia.
LA RISPOSTA DI ALITALIA. Nessun accordo, invece, secondo Alitalia, che parla di “accuse prive di fondamento da parte di Air Italy”, che sostiene che vi fosse un accordo in base al quale Alitalia si sarebbe impegnata a lasciare le rotte su Olbia alla fine di maggio. “Ricostruzione fantasiosa che lascia sconcertati”, ricalca la nota della compagnia che sostiene, invece, come si stesse tentando di trovare una soluzione di compromesso che consentisse ad Air Italy di operare le rotte in continuità a condizione che Alitalia fosse in grado di rispettare gli impegni presi con decine di migliaia di passeggeri, sia nazionali che internazionali.
L’ex vettore di bandiera, mentre afferma che Air Italy non ha “mai voluto confrontarsi su questa ipotesi facendo di tutto per far saltare l’accordo”, ha continuato a tenere aperte le prenotazioni anche per il periodo estivo, “ora sono arrivate già a 70mila” ritenendo ormai impossibile ora fare un passo indietro.
LE ACCUSE RECIPROCHE. Piuttosto, l’ex compagnia di bandiera sottolinea come Air Italy preferisca “accusare altri di scelte strategiche che nulla hanno a che fare con la continuità territoriale. La sua volontà di abbandonare la Sardegna era palese da mesi. E ora che ha ottenuto il suo scopo vuole scaricare su altri la responsabilità delle sue scelte”.
Di altro avviso, sulla questione, la posizione di Air Italy: “Alitalia ha modificato la propria posizione affermando che desiderava tornare alla proposta originale, ovvero la condivisione delle rotte. Questo era, e sarà, semplicemente impossibile – scrive il vettore guidato da Rossen Dimitrov, che essendo costretta alla cancellazione delle due rotte in continuità territoriale promette di sistemare tutti i passeggeri che hanno ancora voli prenotati – Esattamente un mese Alitalia ha detto che la soluzione proposta dalla Regione Sardegna di concerto con il governo era una farsa”.
Infine, “a causa della cattiva gestione e delle ripercussioni finanziarie di questo ridicolo stato di cose è stato dato incarico per valutare la possibilità di richiedere un risarcimento e verrà chiesto alla Commissione europea di indagare su questa débâcle”, conclude Air Italy.