Spiraglio per i viaggi d’affari internazionali brevi senza quarantena. Il World Travel & Tourism Council (Wttc) apprezza e condivide appieno la raccomandazione congiunta dell’Agenzia Ue per la sicurezza aerea (Easa) e dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc), che richiede esplicitamente l’esenzione dalla quarantena per viaggi di breve durata, fino a 72 ore. Un nullaosta condiviso dai Paesi europei potrebbe sbloccare almeno un segmento nevralgico nella filiera del turismo e del trasporto aereo.
Il Wttc concorda con l’Easa/Ecdc nell’asserire che i viaggiatori non vengano automaticamente considerati ad alto rischio di possibile diffusione dell’infezione, qualora il loro viaggio non superi le 72 ore. Tuttavia, le raccomandazioni sono insufficienti in quanto non riguardano la sostituzione delle quarantene per un regime di test alla partenza, con quarantene di prassi, che causano danni incalcolabili al già in difficoltà settore globale dei viaggi e del turismo.
Gloria Guevara, presidente e ceo di Wttc, infatti, ha commentato: «La rinascita dei viaggi d’affari internazionali è cruciale per avviare la ripresa economica globale, poiché lo scorso anno i viaggi d’affari internazionali in entrata in tutta Europa hanno rappresentato 111,3 miliardi di dollari (99,8 miliardi di euro), mentre a livello globale hanno rappresentato più di 224 miliardi di euro).
Nella sua formale raccomandazione l’Easa/Ecdc ha proposto delle linee guida per esentare i passeggeri dalla quarantena per viaggi di 72 ore o meno e questo sarebbe un passo significativo nella direzione verso la rinascita all’ingrosso dei viaggi d’affari. «Le compagnie aeree, gli hotel e una vasta infrastruttura di aziende nel settore globale dei viaggi e del turismo – conclude Guevara – fanno tutto affidamento sul turismo d’affari. E la perdita di viaggi d’affari internazionali lascia le compagnie aeree particolarmente esposte, in particolare sulle rotte a corto raggio e transatlantiche altamente competitive, che dipendono da loro per la maggior parte dei loro profitti».