by Roberta Rianna | 14 Settembre 2018 7:00
Prima vennero le cancellazioni per la “fuga dei piloti”, poi le contrattazioni sindacali, il riconoscimento delle sigle e la proclamazione degli scioperi. L’ultimo quello del personale di volo annunciato per il 28 settembre.
È la parabola di come Ryanair, la bimba ribelle dell’aviazione, divenne grande emancipandosi dal modello (mal)educativo imposto da Michael O’Leary. Un padre putativo che l’adottò giovanissima dal fondatore Tony Ryan e decise che la sua ragazza avrebbe dovuto comportarsi come la cuginetta americana Southwest, fino a quel momento la più scatenata tra le girls dei cieli.
Così Ryanair è cresciuta nell’anticonformismo: niente fronzoli, marketing ai limiti della legalità, tariffe stracciate, contratti di lavoro light, customer care pressoché inesistente. Tanto diversa dalle sue “compagne” (fuor di metafora compagnie), ha fatto breccia nel tessuto sociale. La bambina Ryan è stata capace di far viaggiare tutti, dappertutto nel vecchio continente, fregandosene delle regole e accaparrandosi preziosi slot con un inarrivabile do ut des.
Se un giorno entrerà nei libri di storia, sarà ricordata come colei che ha “fatto l’Europa”, prima ancora dell’euro e delle istituzioni comuni dell’Ue. Perché di fatto ha abbattuto ogni distanza, tanto fisica quanto sociale.
Oggi ha 33 anni e, già da qualche tempo, ha cambiato carattere: nel 2014 ha deciso di diventare una brava ragazza, avviando quel programma Always Getting Better, che di fatto ha segnato la svolta: il primo passo verso la maturità. Ormai è una donna e, come tale, ha grandi responsabilità. Prima di tutto il rispetto dei diritti dei lavoratori. Dovere che non assolve appieno quando, di fronte agli scioperi, minaccia licenziamenti.
Fa parte del percorso di crescita anche la nuova policy bagagli, così come un pricing ben distante dalla svendita di biglietti a 1 euro. La stagione della leggerezza può dirsi conclusa. Miss Ryanair, da donna qual è, non può fare a meno di curare i primi acciacchi. Solo così potrà assicurarsi un futuro in salute.
Una cosa però è certa: nessuno dimenticherà quella bambina ribelle a cui dedicare l’ennesima storia della buonanotte.
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