Stretta sui viaggi dall’Ue, le reazioni del mondo del turismo
Arrivano le reazioni delle associazioni del turismo all’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, che reintroduce l’obbligo di tampone per chi arriva da qualsiasi Paese europeo, in vigore dal 16 dicembre al 31 gennaio.
«È una decisione che ancora una volta non lascia la possibilità agli operatori turistici di potersi organizzare – dichiara la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – Comprendiamo la necessità di salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti, ma ne discutiamo il metodo. È un provvedimento che adottato a ridosso delle vacanze di Natale, accompagnato dallo sconsiglio dei viaggi da parte degli Stati Uniti, provocherà inevitabili disdette rendendo per la nostra industria turistica lo scenario ancora più critico di quanto già non lo fosse».
Quelle che rischiano di pagare il presso più alto sono «di nuovo le strutture ricettive e le città d’arte che vedranno inevitabili cancellazioni anche da parte di quei turisti più vicini, come francesi e spagnoli, che avevano già programmato una vacanza nel nostro Paese», sottolinea la numero uno di Federturismo.
«È l’ennesimo colpo basso all’economia nazionale del turismo, un provvedimento emanato senza alcun preavviso, che ci allontana dall’Europa, i cui vertici reagiscono sbigottiti quanto noi – commenta il presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patané – Siamo tra i Paesi con i migliori risultati nella lotta alla pandemia eppure siamo anche quello con le maggiori restrizioni agli spostamenti internazionali, per i flussi intercontinentali e ora anche per quelli all’interno dell’Europa. Non solo si prevede l’obbligo di presentare, alla partenza o ai controlli di frontiera, un test antigenico o molecolare effettuato nell’imminenza del viaggio, ma anche l’imposizione di una quarantena di 5 giorni in Italia per i viaggiatori non immunizzati. Com’è possibile comprendere tutto questo?».
Patanè aggiunge: «Non possiamo sostenere oltre una situazione di questo tipo. Dopo quasi due anni di blocco per il turismo e decine di milioni di viaggi e presenze che continuano a mancare all’appello rispetto al 2019, le richieste di supporti specifici per il nostro settore vengono sistematicamente ignorate nei provvedimenti che il Parlamento sta esaminando in questi giorni, dal decreto fisco e lavoro alla legge di bilancio. Basta parlare di turismo come asset strategico dell’economia italiana per poi dimenticarsene regolarmente all’atto pratico».
Sul tema, anche Federalberghi. “Non comprendiamo le ragioni che inducono il governo a definire per l’ingresso dei cittadini stranieri in Italia le restrizioni più rigide d’Europa, nonostante il buon esito della campagna vaccinale, che ha portato l’Italia a ottenere i risultati migliori d’Europa – si legge nella nota della federazione – Nelle scorse settimane, le imprese del turismo hanno sostenuto l’ennesimo sforzo, adeguandosi alle nuove indicazioni sul green pass e sul supergreenpass, nel presupposto che il contributo di tutti avrebbe realizzato le condizioni per consentire il sereno svolgimento delle attività economiche e sociali. Tutto ci saremmo aspettati tranne questa cattiva sorpresa, che riporta indietro le lancette e respinge i turisti stranieri, dirottandoli verso i paesi concorrenti”.
Per gli albergatori, “Si tratta di un grave danno per il Paese, che, da gennaio a settembre 2021 ha visto la spesa dei turisti stranieri in Italia diminuire di circa venti miliardi di euro rispetto al corrispondente periodo del 2019. A complicare la situazione intervengono i tempi di entrata in vigore dell’ordinanza, che è stata adottata il 14 dicembre ed entrerà in vigore domani, senza tener conto del fatto che nell’economia dei viaggi e del turismo le decisioni vengono assunte con largo anticipo. Le imprese hanno già assunto il personale e rifornito le scorte per la stagione invernale, i turisti hanno prenotato il viaggio, l’alloggio e i servizi complementari. Chiediamo che l’ordinanza venga rimodulata al fine di consentire alle imprese e ai turisti di riorganizzarsi. Ribadiamo inoltre, anche alla luce della proroga dello stato di emergenza, la richiesta di inserire in legge di bilancio adeguate misure di sostegno del settore, a partire dall’esonero dei costi fissi che gravano sulle imprese del settore (seconda rata Imu e credito imposta affitti) e proroga della cassa integrazione, per sostenere imprese e lavoratori che sono allo stremo”.
Reazioni sull’improvvisa stretta sugli arrivi dall’Ue giungono anche da Astoi, Fto e Maavi. «Non c’è mai limite al peggio», «Un’ulteriore mazzata per il settore» e «Si è perso il senso del limite», sono, in estrema sintesi, i commenti qui riportati dei presidenti delle tre associazioni.