by Redazione | 20 Novembre 2020 7:00
Anche i viaggi studio, e quindi il sistema delle scuole di lingue, necessitano urgentemente di un concreto aiuto. Da qui l’appello di Italian in Italy insieme a Federlingue, Aisli, Asils, Eduitalia e Fidef rivolto al governo Conte, affinché sostenga gli istituti di lingua in modo da evitarne il tracollo finanziario e far sì che questi possano continuare a esistere quando la crisi sanitaria sarà finita.
Le scuole di lingua italiana per stranieri in questi mesi hanno ripetutamente fatto sentire la propria voce, richiamando l’attenzione del Governo e delle autorità competenti sull’allarmante situazione del comparto a seguito della crisi pandemica e dei provvedimenti tesi a contenerla.
Pina Foti, presidente di Italian in Italy, definendo i suoi studenti turisti culturali in una recente intervista, ha concretamente sintetizzato la portata del comparto del turismo linguistico: «Questi studenti, normalmente, hanno un livello di istruzione molto elevato e sono appassionati della lingua italiana che scelgono proprio per il piacere di poterla approfondire vivendo nel nostro Paese. Molto spesso finiscono per diventare anche degli opinion leader per amici e parenti nel loro Paese d’origine, dei veri e propri ambasciatori della nostra cultura all’estero. Solo nell’anno 2019 Italian in Italy ha registrato 20.800 studenti stranieri che hanno totalizzato 74mila settimane di studio con una media di 4 settimane di corso di lingua italiana a studente».
Inoltre, secondo le principali associazioni di categoria, nel mondo c’è una consistente domanda di “italianità” ed esiste, allo stesso tempo, un’ampia offerta potenziale di diversi ambiti che riguardano la lingua, le arti, i mestieri, il costume e le tradizioni. “Un potente motore economico del nostro Paese – si legge nella nota – che si è già fermato a marzo con il lockdown e ha vissuto con sgomento la cancellazione delle prenotazioni per l’anno 2020. Adesso la crisi sanitaria torna a colpire e si ripresenta lo scenario già amaramente noto: la cancellazione delle prenotazioni, il cui flusso aveva flebilmente ripreso a scorrere”.
La nota si chiude sottolineando che lo scenario si aggrava con il decreto Ristori Bis che, non avendo inserito il codice 85.59.30 specifico delle scuole e corsi di lingua tra i beneficiari, ha di fatto condannato l’intero comparto all’invisibilità, spegnendone la luce e la forza motrice economica e condannandolo all’oscurità di una crisi che comporterà la perdita di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di vere e proprie eccellenze italiane.
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