Super inflazione come nel 1986. Volano i prezzi dei viaggi
Italiani brava gente, ma sempre più insicuri e preoccupati per il post Covid. La fotografia dell’Istat nel suo Rapporto annuale, presentato a Montecitorio, non lascia dubbi sullo stato d’animo dei connazionali. Dopo una crescita record nel 2021 (+6,6%), a inizio anno il Pil dell’Italia è tornato sui livelli di fine 2019, anche se con progressi non uniformi tra i settori.
Dalla seconda metà dello scorso anno lo scenario internazionale si è gradualmente deteriorato per effetto di strozzature dal lato dell’offerta e di consistenti spinte inflazionistiche, esacerbate dall’invasione russa dell’Ucraina. Quest’ultima ha anche peggiorato le attese, così come il cambio di intonazione della politica monetaria.
Coerentemente, le prospettive di crescita mondiali per il 2022 e il 2023 sono peggiorate e quelle per l’Italia, pur restando positive, sono in decelerazione. L’inflazione a giugno 2022 ha raggiunto l’8%, picco massimo da gennaio 1986, per effetto dei rincari delle materie prime, in particolare del gas naturale, il cui prezzo è aumentato di circa sei volte.
EFFETTO COVID. Dalla parte delle imprese, il Rapporto rileva che in questi due anni di Covid,il terziario è stato il più colpito, soprattutto in termini di fatturato e occupazione. Le imprese di servizi, ospitalità e ristorazione sono state le più penalizzate dalle misure di contenimento dovute all’emergenza sanitaria. Inoltre, la pandemia ha portato a una maggiore familiarità con i servizi pubblici online. Le persone dotate di identità digitale Spid sono passate da poco più di 5 milioni a inizio 2020 a oltre 30 milioni a maggio 2022. Dunque gli italiani ora sono di fatto digitalizzati e connessi.
Una delle voci che ha più attinenza con i consumi turistici è la mobilità degli italiani: si è passati dall’indice di spostamenti al 28% durante il primo lockdown, al 58% della seconda ondata, fino al 73% della quarta. Tuttavia, si è ancora lontani dal pre Covid (90% circa).
Nello specifico, l’ultimo passaggio del Rapporto Istat dove si può leggere un legame logico con il mondo delle vacanze e del tempo libero riguarda la partecipazione a eventi e spettacoli fuori casa, che tra il 2019 e il 2021 ha fatto registrare un vero e proprio crollo. La quota di chi ha svolto almeno due attività nell’anno si è ridotta di circa quattro volte (dal 35,1% del 2019 all’8,3% del 2021) mentre si è dimezzata la quota di chi ne ha svolta una (dal 14,3 al 7,2%).
OSSERVATORIO IPSOS. Tornando al caro prezzi, la società di ricerca Ipsos ha appena lanciato l’Osservatorio sull’inflazione per monitorare gli atteggiamenti dei consumatori in risposta a tale fenomeno, che preoccupa sette consumatori su dieci.
Per la maggioranza degli intervistati l’aumento dei prezzi è dovuto principalmente al conflitto in Ucraina e all’incremento dei costi energetici. Unanime, poi, la convinzione che i rincari ricadano soprattutto sul consumatore finale.
Anche le attività legate al tempo libero sono percepite come al centro di consistenti aumenti dei costi: il 57% degli italiani ha percepito un aumento dei prezzi dei ristoranti; il 35% di viaggi e vacanze; il 32% di trasporti (aerei, treni, navi).
In particolare, in vista dell’estate, il 44% degli italiani si aspetta un ulteriore aumento dei prezzi dei viaggi e il 48% del campione attende notevoli rincari nel settore dei trasporti.
E se il 50% degli italiani ha dichiarato che diminuirà la frequentazione di ristoranti/pizzerie/fast-food ma anche di bar/pub/locali per aperitivi, una quota altrettanto considerevole, pari al 46%, adotterà strategie per ridurre i costi di viaggi e vacanze e di conseguenza ridurrà anche l’utilizzo di mezzi di trasporti.