Facebook Archivi - L'Agenzia di Viaggi Magazine https://www.lagenziadiviaggimag.it/tag/facebook/ Network multimediale di informazione turistica Wed, 02 Oct 2024 15:19:04 +0000 it-IT hourly 1 https://euhkb3nhdo3.exactdn.com/wp-content/uploads/2017/02/cropped-logo_quadrato.png?lossy=1&resize=32%2C32&ssl=1 Facebook Archivi - L'Agenzia di Viaggi Magazine https://www.lagenziadiviaggimag.it/tag/facebook/ 32 32 Potere dei social, Phocuswright: “Influenzano il 65% dei viaggiatori” https://www.lagenziadiviaggimag.it/potere-dei-social-phocuswright-influenzano-il-65-dei-viaggiatori/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=potere-dei-social-phocuswright-influenzano-il-65-dei-viaggiatori https://www.lagenziadiviaggimag.it/potere-dei-social-phocuswright-influenzano-il-65-dei-viaggiatori/#respond Wed, 02 Oct 2024 14:46:43 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=112749 Potere dei social, Phocuswright: “Influenzano il 65% dei viaggiatori”

Ben il 65% dei viaggiatori, oggi, sono influenzati nelle scelte e nelle prenotazioni dai social media, diventati ormai dei  veri e propri “booking influencer“. È quanto rivela uno studio di Phocuswright, che ne evidenzia la costante evoluzione del ruolo nei viaggi: non più semplici fonti di informazioni e suggerimenti, ma “bussole” nelle prenotazioni. C’è dunque un significativo impatto dei social media nel processo decisionale, grazie alla ricchezza dei contenuti delle piattaforme che non si limitano poi a informare, ma orientano e dettano scelte.

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Potere dei social, Phocuswright: “Influenzano il 65% dei viaggiatori”

Ben il 65% dei viaggiatori, oggi, sono influenzati nelle scelte e nelle prenotazioni dai social media, diventati ormai dei  veri e propri “booking influencer“. È quanto rivela uno studio di Phocuswright, che ne evidenzia la costante evoluzione del ruolo nei viaggi: non più semplici fonti di informazioni e suggerimenti, ma “bussole” nelle prenotazioni. C’è dunque un significativo impatto dei social media nel processo decisionale, grazie alla ricchezza dei contenuti delle piattaforme che non si limitano poi a informare, ma orientano e dettano scelte.

Di sicuro interesse anche i dettagli della ricerca, che evidenzia quanto sia spiccata la “conversione“: quasi due terzi dei viaggiatori sotto i 55 anni (poco meno del 70%) che ha utilizzato i social media per pianificare il viaggio, all’atto pratico ha effettuato un acquisto o ha visitato una destinazione in base ai contenuti dei social media stessi, insieme al 53% degli over 55, sempre più in confidenza con questi strumenti online.

Ma c’è di più. Oltre essere fonte d’ispirazione, i social media vengono infatti utilizzati per la pianificazione attiva del viaggio e il 39% degli utenti che ha effettuato la conversione li utilizza per confrontare opzioni e prezzi specifici. Altro dato eclatante: il contenuto visivo vince, nel senso che le immagini e i video, soprattutto quelli in formato breve, appaiono decisamente determinanti nella scelta finale del viaggio per il 53% dei potenziali viaggiatori.

C’è poi il passaggio chiave della “autenticità“, ovvero i viaggiatori – sempre secondo i risultati dello studio di Phocuswright – vanno alla ricerca di esperienze reali, sia positive che negative. E i contenuti generati dagli utenti (Ugc) vengono considerati particolarmente affidabili, con un ulteriore livello di credibilità incorporato nei contenuti autopubblicati senza alcun interesse finanziario. Come dire che il turista si fida più di un suo omologo che di un esperto o blogger per professione.

C’è infine la modalità di approccio ai social media, in quanto gran parte dei viaggiatori sono ormai inclini a visitare e utilizzare una varietà di piattaforme per pianificare il viaggio: si va da Facebook (69%) a  Instagram (68%), ma si passa anche attraverso YouTube (65%) e per il canale TikTok (47%), che guadagna popolarità tra i convertitori, soprattutto quelli più giovani.

E la ricerca, per l’80% degli interpellati, avviene ben due mesi prima della partenza fissata per il viaggio, mentre un buona parte di questi torna a consultare le piattaforme anche sotto data, magari per verificare se nel frattempo ci sono state interessanti novità in merito alla destinazione scelta.

A chiusura dello studio gli analisti di Phocuswright suggeriscono agli operatori della filiera di viaggi organizzati di essere sempre più presenti sui social media, non con approcci meramente promozionali, ma attraverso contenuti basati sugli interessi monitorati o accertati, attraverso testimonianze e collaborazioni “sincere”, ma i forzate o autoreferenziali.

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Digital Markets Act: l’Europa indaga su Google&Co. per la gioia di eDreams https://www.lagenziadiviaggimag.it/digital-markets-act-leuropa-indaga-su-googleco-per-la-gioia-di-edreams/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=digital-markets-act-leuropa-indaga-su-googleco-per-la-gioia-di-edreams https://www.lagenziadiviaggimag.it/digital-markets-act-leuropa-indaga-su-googleco-per-la-gioia-di-edreams/#respond Mon, 25 Mar 2024 12:04:10 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=88481 Digital Markets Act: l’Europa indaga su Google&Co. per la gioia di eDreams

La Commissione europea ha avviato un’indagine di non conformità ai danni di Alphabet (Google), Apple e Meta nell’ambito del Digital Markets Act (Dma), la nuova legge sui mercati digitali in vigore da circa due settimane con obiettivi di equità e rispetto della concorrenza.

Ciò che l’Ue contesta a tre dei sei gatekeeper individuati, ovvero i colossi in grado coi loro servizi di guidare il mercato, sono possibili inadempienze alle regole di Google Play e Google Search, dell’App Store e della schermata di ricerca di Safari, e il modello di pagamento e consenso di Meta, che controlla Facebook.

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Digital Markets Act: l’Europa indaga su Google&Co. per la gioia di eDreams

La Commissione europea ha avviato un’indagine di non conformità ai danni di Alphabet (Google), Apple e Meta nell’ambito del Digital Markets Act (Dma), la nuova legge sui mercati digitali in vigore da circa due settimane con obiettivi di equità e rispetto della concorrenza.

Ciò che l’Ue contesta a tre dei sei gatekeeper individuati, ovvero i colossi in grado coi loro servizi di guidare il mercato, sono possibili inadempienze alle regole di Google Play e Google Search, dell’App Store e della schermata di ricerca di Safari, e il modello di pagamento e consenso di Meta, che controlla Facebook. La Commissione vuole inoltre accertare se la visualizzazione da parte di Alphabet dei risultati di ricerca di Google possa portare all’autoreferenzialità in relazione ai servizi di ricerca verticali come Google Shopping, Google Flights e Google Hotels rispetto a servizi analoghi dei concorrenti.

L’Ue ha avviato indagini anche sulla nuova struttura tariffaria di Apple per gli app store alternativi e sta approfondendo le pratiche di ranking di Amazon sul suo marketplace.

L’indagine, come spiegato dalla commissaria Ue per la concorrenza Margrethe Vestager, dovrebbe concludersi nell’arco di 12 mesi. In caso di violazione, la Commissione può imporre multe fino al 10% del fatturato totale della società a livello globale, che possono salire al 20% in caso di violazione reiterata.

PRESA DI POSIZIONE DI EDREAMS

Sul tema si era espressa anche eDreams Odigeo, che si è unita ad altre società indipendenti nell’evidenziare la costante non conformità di Google con il Digital Markets Act in una riunione a Bruxelles in cui si è discusso del suo piano di conformità.

Nonostante una serie di sessioni di feedback e un’ampia corrispondenza con Google prima della data di entrata in vigore del Dma, intese a guidare Google verso l’allineamento al regolamento, “è diventato chiaro che le misure delineate nel piano di conformità di Google non soddisfano gli standard normativi stabiliti dal Dma – spiegava eDreams – È stato notato che la visualizzazione non è uniforme in tutti i Paesi dell’Ue, il che indica che Google presenta visualizzazioni che non riflettono accuratamente il proprio rapporto di conformità. In particolare, alcuni di questi display continuano a presentare Google Voli come una casella o scheda separata della pagina dei risultati del motore di ricerca, una chiara violazione delle disposizioni del Dma”.

L’avvio delle indagini incontra dunque il favore della Ota, che commenta così la notizia: “Per anni, Google ha privilegiato i propri prodotti, e eDreams Odigeo è stata una delle prime aziende a chiedere un’azione contro tali pratiche. Consideriamo questa indagine come un passo importante verso la garanzia di un mercato digitale competitivo ed equo e siamo ansiosi di continuare a impegnarci sia con Google che con la Commissione per promuovere finalmente un ecosistema digitale trasparente, innovativo ed equo”.

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Ai Studio, l’ultima trovata “intelligente” di Zuckerberg https://www.lagenziadiviaggimag.it/ai-studio-lultima-trovata-intelligente-di-zuckerberg/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ai-studio-lultima-trovata-intelligente-di-zuckerberg https://www.lagenziadiviaggimag.it/ai-studio-lultima-trovata-intelligente-di-zuckerberg/#respond Fri, 13 Oct 2023 05:00:42 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=79926 Ai Studio, l’ultima trovata “intelligente” di Zuckerberg

Meta ha comunicato il lancio di Ai Studio, una piattaforma che supporta la creazione di soluzioni di intelligenza artificiale basate sui modelli forniti dal Gruppo anche al di fuori della società stessa.

Con questa nuova piattaforma gli sviluppatori potranno quindi creare Ai di terze parti per i servizi di messaggistica Messenger, Instagram e WhatsApp, interagendo in tempo reale e con la possibilità di creare anche immagini con semplici input di testo.

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Ai Studio, l’ultima trovata “intelligente” di Zuckerberg

Meta ha comunicato il lancio di Ai Studio, una piattaforma che supporta la creazione di soluzioni di intelligenza artificiale basate sui modelli forniti dal Gruppo anche al di fuori della società stessa.

Con questa nuova piattaforma gli sviluppatori potranno quindi creare Ai di terze parti per i servizi di messaggistica Messenger, Instagram e WhatsApp, interagendo in tempo reale e con la possibilità di creare anche immagini con semplici input di testo.

L’annuncio è stato fatto in occasione del Meta Connect 2023 dal ceo e fondatore di Meta Mark Zuckerberg. «Con il nuovo tool – ha dichiarato – le aziende potranno creare Ai che migliorino la comunicazione aziendale e le esperienze nell’ambito del servizio clienti. Si va dalle piccole imprese che desiderano rendere scalabili le proprie attività alle grandi aziende che vogliono migliorare l’interazione con il proprio pubblico». Il servizio sarà inizialmente lanciato negli Stati Uniti.

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«Turismo no limits nel metaverso»: parola di Facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-no-limits-nel-metaverso-parola-di-facebook/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=turismo-no-limits-nel-metaverso-parola-di-facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-no-limits-nel-metaverso-parola-di-facebook/#respond Thu, 10 Mar 2022 11:57:08 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=60939 «Turismo no limits nel metaverso»: parola di Facebook

«Nessuna paura, anzi. Il metaverso rappresenta un enorme potenziale per l’industria dei viaggi, porterà grandi opportunità ed è corretto iniziare a considerare come si potrà essere parte di esso, eliminando i confini tra fisico e virtuale». È quanto dichiarato da Jan Starcke, travel industry lead di Meta, l’ormai ex Facebook, a Itb Berlin 2022, in un’intervista con Catharina Fischer.

È assodato, «con la tecnologia che abbiamo ora a disposizione non possiamo comprendere in toto quelle che sono le potenzialità di sviluppo del metaverso – ha aggiunto – Ciò che riteniamo certo è che non ci saranno limiti, in particolar modo in un settore come quello del turismo, compreso il comparto degli eventi e dei meeting».

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«Turismo no limits nel metaverso»: parola di Facebook

«Nessuna paura, anzi. Il metaverso rappresenta un enorme potenziale per l’industria dei viaggi, porterà grandi opportunità ed è corretto iniziare a considerare come si potrà essere parte di esso, eliminando i confini tra fisico e virtuale». È quanto dichiarato da Jan Starcke, travel industry lead di Meta, l’ormai ex Facebook, a Itb Berlin 2022, in un’intervista con Catharina Fischer.

È assodato, «con la tecnologia che abbiamo ora a disposizione non possiamo comprendere in toto quelle che sono le potenzialità di sviluppo del metaverso – ha aggiunto – Ciò che riteniamo certo è che non ci saranno limiti, in particolar modo in un settore come quello del turismo, compreso il comparto degli eventi e dei meeting».

itb meta metaverso starcke

Con il metaverso, che come anticipato in questo articolo è un ecosistema tridimensionale con cui si può interagire tramite un avatar con il supporto di strumenti high tech come la blockchain, l’intelligenza artificiale o anche la realtà virtuale e aumentata, si potrà espandere ancor di più l’esperienza di viaggio. «Si potrà conoscere una destinazione o un hotel prima di intraprendere la propria vacanza o la propria trasferta di lavoro cercandone i dettagli, quasi provando già l’esperienza – ha detto Starcke – Siamo solo ai primissimi step, ma proviamo a pensare alle differenze tra un iPhone 1 e un iPhone 13».

Tutto fino ad arrivare alle vendite: «È ovviamente auspicabile pensare che le aziende potranno vendere viaggi nel metaverso, dunque bisognerà imparare a interagire con questo universo, anche in termini di pagamenti – ha concluso il travel industry lead di Meta – Facebook, e tutte le sue reti, è nato per permettere alle persone di rimanere in contatto tra loro; ora siamo al passaggio successivo, con un ruolo cruciale ricoperto dai content creator e dai responsabili dei processi tecnologici. Il futuro vuole creare una connessione forte tra reale e virtuale, seguiamo quella strada».

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Metaverso, l’ultima frontiera del turismo https://www.lagenziadiviaggimag.it/metaverso-lultima-frontiera-del-turismo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=metaverso-lultima-frontiera-del-turismo https://www.lagenziadiviaggimag.it/metaverso-lultima-frontiera-del-turismo/#respond Mon, 31 Jan 2022 09:28:13 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=59175 Metaverso, l’ultima frontiera del turismo

Un insieme di tecnologie che rende possibile la condivisione di una realtà virtuale, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar e che riconosce nel mondo dei viaggi un perfetto ambito di applicazione. Stiamo parlando del metaverso, su cui Facebook ha messo il cappello con il rebranding in Meta, e che – coerentemente con i trend di consumo fotografati da Euromonitor International – vede anche i big player del travel iniziare a calcare il terreno che condurrà alla nuova era.

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Metaverso, l’ultima frontiera del turismo

Un insieme di tecnologie che rende possibile la condivisione di una realtà virtuale, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar e che riconosce nel mondo dei viaggi un perfetto ambito di applicazione. Stiamo parlando del metaverso, su cui Facebook ha messo il cappello con il rebranding in Meta, e che – coerentemente con i trend di consumo fotografati da Euromonitor International – vede anche i big player del travel iniziare a calcare il terreno che condurrà alla nuova era.

Per capire meglio il mondo che verrà ci siamo affidati a uno dei pochi esperti italiani in materia: Virgilio Maretto, startupper specializzato in blockchain, che dopo vent’anni in Accenture ha virato sull’agrifoodtech dando vita a imprese altamente innovative come pOsti e Giusta. «Quello che si fa con il metaverso, in buona sostanza – ci spiega – è sfruttare la potenza di internet creando un ecosistema che è la rappresentazione digitale dell’ambiente fisico e reale».

Per realizzare un metaverso, il cui termine è stato coniato da Neal Stephenson nel suo romanzo Snow Crash, che ha aperto la strada alla creazione di mondi virtuali tra fantascienza e realtà, ci vogliono cose come «la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale, la blockchain, la banda larga e anche le criptovalute – chiarisce Maretto – Queste tecnologie devono integrarsi e dialogare tra loro, dando vita appunto al metaverso. Ma il percorso di sviluppo è complesso. Noi nell’agrifood, dove tra l’altro sempre più spesso plasmiamo offerte legate anche al turismo, siamo partiti dalla blockchain utilizzata come notarizzazione dei dati, autenticando dunque la fonte e garantendo trasparenza ai clienti, e siamo ora giunti anche alla creazione dei token non fungibili, e quindi gli nft, utilizzati soprattutto nel campo dell’arte e ora in larga diffusione in molti altri settori (nel travel i primi esempi arrivano da Marriott e Alpitour, ndr)».

«Gli nft sono generati con il supporto della blockchain, che ci consente di creare oggetti digitali che possono rappresentare anche dei beni fisici – ha detto l’esperto – Una volta che hai creato il gemello digitale di un bene fisico puoi poi andare molto oltre, nessuno più lo potrà cancellare. Lo puoi arricchire con nuovi servizi, nuove informazioni, può passare di proprietà in proprietà, può essere venduto all’asta. Fai royalty».

Il metaverso, come ormai sappiamo, è popolato da avatar che usufruiscono dei vari servizi e interagiscono con gli altri. Ad oggi è sviluppato soprattutto nei giochi, come ad esempio Fortnite oppure Roblox e The Sandbox. Le grandi piattaforme di gaming hanno già a disposizione tutto ciò che è necessario: un mondo simile al nostro o comunque immaginario, la possibilità di far connettere più gamer contemporaneamente nello stesso ambiente e la capacità di aumentare l’esperienza virtuale fino a renderla immersiva, questo con l’ausilio di specifici strumenti.

Anche i social media, però, si stanno dando da fare. Tra tutti, appunto Meta, la mega società che controlla Facebook ma anche Instagram e WhatsApp. Questa, tra l’altro, lavora a tutto campo per migliorare l’esperienza dei propri utenti e ha appena ricevuto il via libera della Commissione Ue per l’acquisizione di Kustomer, che opera nell’assistenza clienti.

E si arriva fino alle città. A inizio novembre il governo locale di Seoul, la capitale della Corea del Sud, ha annunciato che la destinazione avrà un proprio metaverso, ovvero uno spazio virtuale in 3D in cui sarà possibile interagire con altre persone, viaggiare, lavorare e giocare. L’obiettivo per i prossimi anni è quello di diventare uno dei primi governi a offrire servizi in un mondo virtuale, in cui sarà possibile entrare in contatto con le altre persone collegate simultaneamente attraverso degli avatar e tramite occhiali e visori per la realtà virtuale.

Nel metaverso di Seoul sarà possibile fare tour, visitare antichi siti ricostruiti ma anche accedere a varie pratiche amministrative, collegandosi via telefono o computer. Su questa linea sembrerebbe essere anche Shanghai, il cui piano quinquennale prevede l’uso di un metaverso per servizi pubblici, imprese, intrattenimento e produzione industriale. Più in generale, come approfondito nella nostra rubrica Qui Pechino, è l’intera Cina ad andare in questa direzione.

In Italia ci sono alcuni esperimenti, «ma siamo ancora molto indietro», non esita ad affermare Maretto. «All’estero – spiega – sono più avanti, ma dobbiamo considerare che le piattaforme per il metaverso sono costosissime. Da noi iniziano a nascere le prime applicazioni isolate, che andranno poi integrate. È un settore che, solo se sfruttato al massimo, ha una dimensione di portata enorme e grandissimi potenzialità per il travel». Ma la strada per il futuro è ancora lunga e, per certi versi, in salita.

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La metamorfosi del marketing: 7 trend per riconquistare share https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-metamorfosi-del-marketing-7-trend-per-riconquistare-share/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-metamorfosi-del-marketing-7-trend-per-riconquistare-share https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-metamorfosi-del-marketing-7-trend-per-riconquistare-share/#respond Fri, 06 Aug 2021 05:50:52 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=54276 La metamorfosi del marketing: 7 trend per riconquistare share

Personalizzazione del messaggio e brand activism, schierandosi con decisione a sostegno delle cause sociali più importanti. Ma anche tante partnership, loyalty e flessibilità nel poter scegliere. La pandemia da Covid-19 ha rimescolato le carte del marketing, ha accelerato lo sviluppo tecnologico e ha stabilito una nuova serie di trend.

Noi ne abbiamo rintracciati sette, eccoli qui di seguito:

  1. PERSONALIZZAZIONE. “Il futuro è personalizzazione”, lo ha detto anche Dan Levy, vicepresidente ads & business platform di Facebook.

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La metamorfosi del marketing: 7 trend per riconquistare share

Personalizzazione del messaggio e brand activism, schierandosi con decisione a sostegno delle cause sociali più importanti. Ma anche tante partnership, loyalty e flessibilità nel poter scegliere. La pandemia da Covid-19 ha rimescolato le carte del marketing, ha accelerato lo sviluppo tecnologico e ha stabilito una nuova serie di trend.

Noi ne abbiamo rintracciati sette, eccoli qui di seguito:

  1. PERSONALIZZAZIONE. “Il futuro è personalizzazione”, lo ha detto anche Dan Levy, vicepresidente ads & business platform di Facebook. La gente oggi è iperconnessa, decisamente più semplice da raggiungere online che fisicamente. Per conquistarla, l’interazione deve essere fatta di messaggi mirati e personali. I contenuti vanno cuciti su misura del cliente grazie ai dati, e cresce sempre più la necessità di coinvolgerlo, di chiedergli opinioni, interessi;
  2. SOCIAL MEDIA. L’imperativo è esserci. Non può più esistere un’azienda senza social media. Con contenuti di qualità, postati con corretta frequenza e spinti con campagne sponsorizzate quando necessario, si fa awareness, engagement e conversione. Avanti tutta con i contenuti audio e video;
  3. ESPERIENZE IBRIDE. Il lockdown ci ha costretti a vivere un sacco di esperienze online, abituandoci, con il tempo, a opzioni ibride, un po’ virtuali e un po’ fisiche. La società statunitense Gartner ipotizza che, entro il 2023, almeno il 60% delle aziende che lo scorso anno si sono orientate su eventi virtuali sarà in grado di proporre esperienze ibride.
  4. BRAND ACTIVISM. C’è la brand safety, che consiste nel moderare le conversazioni digitali evitando danni reputazionali derivanti da contenuti inopportuni; e c’è una vera esplosione di brand activism, che vuol dire esporsi e assumere un ruolo attivo nel sostenere cause di interesse sociale con messaggi chiari, e azioni e progetti concreti;
  5. LOYALTY. Questo è anche l’anno del boom dei programmi fedeltà, apprezzatissimi dalla clientela e, per molte aziende, in fase di ristrutturazione e trasformazione; Le persone sono attratte dai vantaggi, dagli sconti e dalle offerte esclusive. Gli smartphone sono pieni di fidelity card;
  6. COBRANDING. Ne abbiamo già parlato nei mesi scorsi, i piani di rilancio post Covid contemplano numerose iniziative di cobranding, vero e proprio antidoto. Di cosa si tratta? In sostanza è un’alleanza, dove due o più brand si commercializzano insieme con forme di marketing congiunto oppure vengono combinati per creare un prodotto distintivo. Un esempio? Dolce e Gabbana e Smeralda Holding, con la casa di moda made in Italy che ha dedicato una collezione esclusiva all’Hotel Cala di Volpe. Oppure, in tema agenzie di viaggi, Suite Travel, che ha appena siglato un accordo con Coin per travel corner all’interno dei punti vendita del department store italiano;
  7. FLESSIBILITÀ. Chiave del successo sia nelle dinamiche aziendali, che nelle proposte di offerta al pubblico. Il clima è incerto, e per favorire la customer experience bisogna essere flessibili, anche al 100%.
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L’Unwto chiama Facebook per supportare la ripartenza https://www.lagenziadiviaggimag.it/lunwto-chiama-facebook-per-supportare-la-ripartenza/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lunwto-chiama-facebook-per-supportare-la-ripartenza https://www.lagenziadiviaggimag.it/lunwto-chiama-facebook-per-supportare-la-ripartenza/#respond Mon, 19 Apr 2021 08:22:05 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=50279 L’Unwto chiama Facebook per supportare la ripartenza

Anche Zuckenberg viene arruolato per il rilancio del turismo: l’Unwto ha stretto una partnership con Facebook, con l’obiettivo di sostenere le destinazioni turistiche globali. Nel corso di quest’anno l’Organizzazione mondiale del turismo ha supportato gli Stati membri in una serie di iniziative di marketing e market intelligence, e ora alla vigilia della ripartenza internazionale ha lanciato intanto come primo step una serie di sessioni congiunte con il social media, con l’obiettivo di aiutare le destinazioni a utilizzare nella maniera più efficace gli strumenti digitali di marketing.

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L’Unwto chiama Facebook per supportare la ripartenza

Anche Zuckenberg viene arruolato per il rilancio del turismo: l’Unwto ha stretto una partnership con Facebook, con l’obiettivo di sostenere le destinazioni turistiche globali. Nel corso di quest’anno l’Organizzazione mondiale del turismo ha supportato gli Stati membri in una serie di iniziative di marketing e market intelligence, e ora alla vigilia della ripartenza internazionale ha lanciato intanto come primo step una serie di sessioni congiunte con il social media, con l’obiettivo di aiutare le destinazioni a utilizzare nella maniera più efficace gli strumenti digitali di marketing.

Si tratta di incontri tenutisi in inglese, spagnolo e francese che hanno visto la partecipazione da oltre trenta Paesi. I focus sono stati sugli Insights di Instagram e Facebook, sulle best practice e una panoramica su app e strumenti digitali per comunicare con la propria audience, inclusi Messenger e WhatsApp.

Come ha commentato Sandra Carvao, chief, market intelligence and competitiveness dell’Unwto, «la partnership aiuterà le destinazioni ad essere preparate per un nuovo contesto di mercato e permetterà loro di utilizzare dati e strumenti di marketing digitale per raggiungere nuovi pubblici e rilanciare il proprio turismo».

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Come ottenere la spunta blu dell’affidabilità su Facebook e Instagram https://www.lagenziadiviaggimag.it/come-ottenere-la-spunta-blu-dellaffidabilita-su-facebook-e-instagram/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=come-ottenere-la-spunta-blu-dellaffidabilita-su-facebook-e-instagram https://www.lagenziadiviaggimag.it/come-ottenere-la-spunta-blu-dellaffidabilita-su-facebook-e-instagram/#respond Wed, 18 Nov 2020 10:11:28 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=45358 Come ottenere la spunta blu dell’affidabilità su Facebook e Instagram

Affidabilità, oggi più che mai. È tutta qui la spiegazione che Facebook Business Manager (ma anche Instagram) dà alla business verification, ovvero alla verifica dell’account relativo alla propria azienda che, in sostanza, si traduce in una semplicissima spunta blu, oggi ancora assente in tantissimi profili aziendali, tra cui quelli del travel.

Uno dei motivi per cui bisognerebbe subito recuperare il gap? La pubblicità.

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Come ottenere la spunta blu dell’affidabilità su Facebook e Instagram

Affidabilità, oggi più che mai. È tutta qui la spiegazione che Facebook Business Manager (ma anche Instagram) dà alla business verification, ovvero alla verifica dell’account relativo alla propria azienda che, in sostanza, si traduce in una semplicissima spunta blu, oggi ancora assente in tantissimi profili aziendali, tra cui quelli del travel.

Uno dei motivi per cui bisognerebbe subito recuperare il gap? La pubblicità. È chiaro, infatti, che il riconoscimento “official” di Facebook dà benefici alle aziende in termini di fiducia da parte della clientela in fase di campagne advertising. A maggior ragione se si possiede una certa popolarità o il proprio brand rischia di confondersi con altri.

account verificato Fb AlpitourCOME OTTENERE LA SPUNTA BLU. Partiamo dai requisiti: autenticità, unicità, completezza e interesse. Lo stabilisce proprio Facebook che, oltre a rispettare le condizioni d’uso del social media, spiega come l’account debba essere autentico (il tuo account deve rappresentare una persona vera, un’azienda registrata o un’entità); unico (l’account deve essere l’unica presenza della persona o dell’azienda che rappresenta. Può essere verificato un solo account per persona o azienda, a eccezione di account specifici per una determinata lingua); completo (l’account deve essere attivo e avere una sezione Informazioni, un’immagine del profilo e almeno un post); di interesse (l’account deve rappresentare una persona, un brand o un’organizzazione nota e cercata di frequente. Si esaminano gli account che compaiono in più fonti di notizie e non si considerano contenuti promozionali o a pagamento ai fini dell’analisi).

CLICCA QUI E OTTIENI IL MODULO PER RICHIEDERE IL BADGE DI VERIFICA BLU

Se l’account rappresenta una persona, dovrai fornire la copia di un documento di identità ufficiale munito di foto per convalidare la richiesta. Se invece stiamo parlando di un’organizzazione, bisognerà fornire la copia di una bolletta telefonica o di altre utenze, un atto costitutivo, uno statuto o documenti di esenzione fiscale. Inoltre, è necessario spiegare in breve il motivo per cui il tuo account dovrebbe ricevere il badge di verifica e fornire url che aiutino a dimostrare l’importanza dell’account. Attenzione, però, può capitare anche che la spunta blu venga assegnata direttamente da Fb dopo una serie di verifiche.

E PER INSTAGRAM? Si entra nell’applicazione e si clicca in alto a destra entrando su Impostazioni. Si va su account e, infine, su richiedi verifica. A quel punto basta inserire il nome, la categoria di appartenenza e aggiungere l’immagine di un documento (in cui siano visibili foto e data di nascita). Toccherà a Instagram, così come avviene per Facebook, concedere o meno la spunta blu.

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La rivoluzione delle chat nel turismo post Covid https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-rivoluzione-delle-chat-nel-turismo-post-covid/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-rivoluzione-delle-chat-nel-turismo-post-covid https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-rivoluzione-delle-chat-nel-turismo-post-covid/#respond Fri, 05 Jun 2020 11:42:07 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=40433 La rivoluzione delle chat nel turismo post Covid

I sistemi di messaggistica diventeranno uno degli strumenti chiave per l’industria del travel nel mettere in contatto brand e consumatori. Lo ha detto durante Travel Forward, l’evento dedicato alla tecnologia che ha avuto luogo all’interno di Atm Virtual (dall’1° al 3 giugno, in sostituzione dell’Arabian Travel Market), Sara Gentile, head of destinations & events di Facebook, che ha sottolineato come i viaggiatori, da qualunque parte del mondo provengano, daranno sempre maggiore importanza alla personalizzazione.

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La rivoluzione delle chat nel turismo post Covid

I sistemi di messaggistica diventeranno uno degli strumenti chiave per l’industria del travel nel mettere in contatto brand e consumatori. Lo ha detto durante Travel Forward, l’evento dedicato alla tecnologia che ha avuto luogo all’interno di Atm Virtual (dall’1° al 3 giugno, in sostituzione dell’Arabian Travel Market), Sara Gentile, head of destinations & events di Facebook, che ha sottolineato come i viaggiatori, da qualunque parte del mondo provengano, daranno sempre maggiore importanza alla personalizzazione.

«Le prenotazioni attraverso le Ota, nella fase post pandemia arriveranno ad essere il 54% del totale. Ma a cambiare saranno anche i modi di interazione tra i marchi di aviazione e ospitalità e i viaggiatori, con la crescita di  live updates, promozioni e informazioni utili, tutte rigorosamente veicolate via social e messaggi», ha detto la manager.

«Combinando l’utilizzo di chat e sistemi guidati dall’intelligenza artificiale, i brand saranno sempre più in grado di offrire informazioni dettagliate e precise ai singoli viaggiatori. Con il risultato, che aumenteranno i clienti portati a fidarsi dei marchi capaci di attuare tali strategie».

A sottolineare l’importanza della messaggistica nella Fase 2, Gentile ha anche citato i dati relativi all’utilizzo di Facebook e Messenger durante il solo mese di marzo 2020. In quelle quattro settimane, ha detto, nei Paesi più duramente colpiti dalla pandemia i messaggi sono aumentati del 50%, fino ad arrivare alla cifra record di oltre 20 miliardi di “comunicazioni” su Messenger ogni mese.

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Nasce Shops, l’ecommerce social di Facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/nasce-shops-lecommerce-social-di-facebook/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=nasce-shops-lecommerce-social-di-facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/nasce-shops-lecommerce-social-di-facebook/#respond Thu, 21 May 2020 11:01:41 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=39951 Si chiama Facebook Shops ed è l’ultima novità annunciata da Mark Zuckerberg, durante un evento online organizzato per fare il punto dell’attuale situazione dell’azienda nell’ambito di questa pandemia. L’obiettivo? Sfidare big come Amazon, eBay e Alibaba, che da anni offrono la loro piattaforma ad altri rivenditori.

Su Facebook Shops l’ecommerce sarà semplicissimo: si potranno scegliere i prodotti che si vogliono inserire nel proprio catalogo e personalizzare il negozio con un’immagine di copertina e colori che rimandano al marchio aziendale.

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Si chiama Facebook Shops ed è l’ultima novità annunciata da Mark Zuckerberg, durante un evento online organizzato per fare il punto dell’attuale situazione dell’azienda nell’ambito di questa pandemia. L’obiettivo? Sfidare big come Amazon, eBay e Alibaba, che da anni offrono la loro piattaforma ad altri rivenditori.

Su Facebook Shops l’ecommerce sarà semplicissimo: si potranno scegliere i prodotti che si vogliono inserire nel proprio catalogo e personalizzare il negozio con un’immagine di copertina e colori che rimandano al marchio aziendale.

L’attività potrà essere fatta da qualsiasi imprenditore, indipendentemente dalla dimensione della sua compagina, portandola sul social network gratuitamente e dando la possibilità ai clienti di sfogliare l’intera offerta, salvare i prodotti ai quali si è interessati e procedere all’ordine, che andrà completato sul sito web del negozio (almeno per ora). Solo negli Stati Uniti – dove è in arrivo anche Instagram Shops – si potrà pagare direttamente nell’app.

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Da Aponte a Branson: i miliardari del travel secondo Bloomberg https://www.lagenziadiviaggimag.it/da-aponte-a-branson-i-miliardari-del-travel-secondo-bloomberg/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=da-aponte-a-branson-i-miliardari-del-travel-secondo-bloomberg https://www.lagenziadiviaggimag.it/da-aponte-a-branson-i-miliardari-del-travel-secondo-bloomberg/#respond Wed, 20 Nov 2019 06:00:50 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=34121 Torna il Bloomberg Billionaires Index, che anche quest’anno ha pubblicato la top 500 delle persone più ricche al mondo tra cui troviamo anche diverse personalità del travel. Perde qualche posizione, passando dalla 169ª alla 175ª, ma resta nella prima metà del ranking con 9.01 miliardi di dollari Gianluigi Aponte, fondatore di Msc Crociere e proprietario del 50% di Grandi Navi Veloci e del 100% del Gruppo Bluvacanze.

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Torna il Bloomberg Billionaires Index, che anche quest’anno ha pubblicato la top 500 delle persone più ricche al mondo tra cui troviamo anche diverse personalità del travel. Perde qualche posizione, passando dalla 169ª alla 175ª, ma resta nella prima metà del ranking con 9.01 miliardi di dollari Gianluigi Aponte, fondatore di Msc Crociere e proprietario del 50% di Grandi Navi Veloci e del 100% del Gruppo Bluvacanze. Nel 2015, inoltre, Aponte ha acquisito anche Caremar.

Risale al primo posto in classifica Bill Gates (Microsoft), con un patrimonio netto di 110 miliardi di dollari utile a mandare in seconda posizione Jeff Bezos. Mr Amazon, con i tasca la bellezza di 109 miliardi, prosegue la sua politica “dei piccoli passi” e prepara l’assalto definitivo al turismo con mosse come quella dello scorso maggio, quando il colosso di Seattle ha annunciato la vendita di biglietti delle compagnie aeree sulla propria piattaforma partendo dall’India. Un servizio, questo della biglietteria aerea, che arriva dopo accordi con Booking o partnership con catene alberghiere del calibro di Marriott e Accor.

Ultimo gradino del podio per Bernard Arnault, che con i suoi 102 miliardi di dollari (lo scorso anno ne aveva 78) si mette alle spalle l’economista Warren Buffett. Arnault è il proprietario di Lvmh, che controlla marchi di alta moda come Louis Vuitton e Fendi e ora punta dritto a Tiffany, e che ha acquisito il Gruppo alberghiero Belmond che opera nel lusso.

Consolida la quinta posizione Mark Zuckerberg, con 75.4 miliardi: il fondatore di Facebook, più ricco anche di Larry Page (63.7 miliardi) e Sergey Brin (61.9 miliardi), entrambi fondatori di Google che nei mesi scorsi ha installato nell’aeroporto Jfk di New York e al Newark di New Jersey i distributori automatici marchiati Google Fi, la nuova sim card di Big G, mentre prepara il colpo Libra ha compiuto un primo step nel mondo dei pagamenti con Facebook Pay e ci si aspetta – nel tempo – un vero e proprio affondo anche nel travel.

Scende dal 18° al 19° posto, con oltre 40 miliardi nelle proprie tasche, Jack Ma, fondatore e presidente di Alibaba Group che nelle ultime settimane ha siglato un’intesa con Accor e si appresta a sbarcare in Borsa.

Posizione n°26 per Pony Ma, cofondatore della compagnia internet Tencent e tra gli uomini più influenti al mondo. Subito dopo, alla 29ª posizione, c’è l’italiano Giovanni Ferrero, presidente dell’omonimo colosso dolciario con 30,3 miliardi di dollari nel portafogli: Ferrero ha appena comunicato l’apertura del primo pop up hotel a tema Nutella all’inizio del 2020. Si chiamerà Hotella Nutella e sarà nella Napa Valley, in California.

Distantissimo, al 366° posto (lo scorso anno era al 315°), Richard Branson, che possiede un patrimonio netto di 5.26 miliardi – comunque in crescita rispetto al 2018 – grazie a Virgin Group, che controlla marchi come Virgin America, Virgin Atlantic Airways o anche Blue Holidays. A ottobre, invece, c’è stata la quotazione a Wall Street di Virgin Galactic, società di turismo spaziale che a Branson promette sostanziosi introiti.

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Arriva Facebook Pay, l’ultima novità di Zuckerberg https://www.lagenziadiviaggimag.it/arriva-facebook-pay-lultima-novita-di-zuckerberg/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=arriva-facebook-pay-lultima-novita-di-zuckerberg https://www.lagenziadiviaggimag.it/arriva-facebook-pay-lultima-novita-di-zuckerberg/#respond Wed, 13 Nov 2019 11:49:15 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=33909 Mentre tutti aspettano Libra, Mark Zuckerberg compie il primo vero passo nel mondo dei pagamenti e lancia Facebook Pay. Inizialmente disponibile negli Stati Uniti, questo nuovo tool, che si diffonderà su Facebook e Messenger e successivamente dovrebbe espandersi su Instagram e Whatsapp, permetterà di fare acquisti e di scambiarsi piccole somme di denaro inserendo i dettagli della propria carta di credito nel processo di attivazione del servizio.

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Mentre tutti aspettano Libra, Mark Zuckerberg compie il primo vero passo nel mondo dei pagamenti e lancia Facebook Pay. Inizialmente disponibile negli Stati Uniti, questo nuovo tool, che si diffonderà su Facebook e Messenger e successivamente dovrebbe espandersi su Instagram e Whatsapp, permetterà di fare acquisti e di scambiarsi piccole somme di denaro inserendo i dettagli della propria carta di credito nel processo di attivazione del servizio.

Facebook Pay potrà essere utilizzato con i principali circuiti di carte di credito e anche con PayPal, nonostante nell’ultimo periodo proprio PayPal si sia tirata indietro dal progetto Libra, annunciando di non voler far parte di Libra Association, che appunto avrà il compito di gestire la criptovaluta di Zuckerberg.

“Facebook Pay potrebbe servire al social media per dimostrare l’affidabilità dei propri sistemi – si legge su ilpost.it – Dato che si basa su una soluzione che utilizza monete tradizionali e circuiti di pagamento ampiamente affermati”.

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Tutti i no alla criptovaluta di Facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/tutti-i-no-alla-criptovaluta-di-facebook/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=tutti-i-no-alla-criptovaluta-di-facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/tutti-i-no-alla-criptovaluta-di-facebook/#respond Thu, 17 Oct 2019 09:06:17 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=33014 C’è il no di PayPal, il no di Visa e anche quelli di eBayStirpe Mastercard. Cinque no tutti per Libra, la criptovaluta di Facebook, che così come già si prevedeva dovrà faticare un bel po’ per dare seguito alle sue ambizioni tese a rivoluzionare il sistema dei pagamenti mondiale, rendendolo più accessibile.

Una serie di defezioni, queste, che però – al momento – possono solo limitare la corsa della moneta virtuale di Mark Zuckerberg: a Ginevra, infatti, è nata ufficialmente la Libra Association che avrà il compito di lanciare nel 2020 (evitando di conseguenza il tanto chiacchierato slittamento) la sua criptovaluta, con i firmatari dello statuto che sono stati 21 e hanno comunque il loro peso: si tratta di Anchorage, Andreessen Horowitz, Bison Trails, Breakthrough Initiatives, Calibra, Coinbase, Creative Destruction Lab, Farfetch Uk Limited, Uliad, Kiva Microfunds, Lyft, Mercy, Payu, Ribbit Capital, Spotify, Thrive Capital, Uber Technologies, Union Square Ventures, Vodafone, Women’s World Banking e Xapo Holdings Limited.

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C’è il no di PayPal, il no di Visa e anche quelli di eBayStirpe Mastercard. Cinque no tutti per Libra, la criptovaluta di Facebook, che così come già si prevedeva dovrà faticare un bel po’ per dare seguito alle sue ambizioni tese a rivoluzionare il sistema dei pagamenti mondiale, rendendolo più accessibile.

Una serie di defezioni, queste, che però – al momento – possono solo limitare la corsa della moneta virtuale di Mark Zuckerberg: a Ginevra, infatti, è nata ufficialmente la Libra Association che avrà il compito di lanciare nel 2020 (evitando di conseguenza il tanto chiacchierato slittamento) la sua criptovaluta, con i firmatari dello statuto che sono stati 21 e hanno comunque il loro peso: si tratta di Anchorage, Andreessen Horowitz, Bison Trails, Breakthrough Initiatives, Calibra, Coinbase, Creative Destruction Lab, Farfetch Uk Limited, Uliad, Kiva Microfunds, Lyft, Mercy, Payu, Ribbit Capital, Spotify, Thrive Capital, Uber Technologies, Union Square Ventures, Vodafone, Women’s World Banking e Xapo Holdings Limited.

Ma non sono i mancati consensi di alcuni colossi l’ostacolo più difficile da superare. Sono le incertezze del quadro normativo il nodo più difficile da sciogliere, perché c’è la necessità di avere le approvazioni regolamentari e potrebbero non arrivare per tempo. Tradotto: il lancio di Libra nel 2020 potrebbe slittare.

Intanto, l’Unione europea resta ferma sulla posizione espressa dal vicepresidente responsabile dell’euro e dei servizi finanziari, Valdis Dombrovkis: «L’Europa ha bisogno di un approccio comune sulle criptovalute come Libra, voglio proporre una legislazione su questo».

E GRAM, SI FA? L’osso duro di Gram, la cryptocurrency di Telegram, sarebbe invece la Sec americana (Securities and exchange commission), che avrebbe bloccato il progetto – pronto a partire a fine ottobre – sul nascere. Il motivo? Pare che l’azienda di Pavel Durov – si legge su wired.it – avrebbe cercato di violare alcune leggi federali.

La Sec, infatti, ha ottenuto un ordine restrittivo temporaneo contro Telegram Group e la sua controllata al Ton Issuer, due entità con sede nelle Isole Vergini britanniche, colpevoli di aver condotto una presunta offerta di token digitali (considerati titolo azionario) non registrata che finora ha raccolto oltre 1,7 miliardi di dollari.

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Telegram anticipa Facebook e lancia la sua moneta virtuale https://www.lagenziadiviaggimag.it/telegram-anticipa-facebook-lancia-la-sua-moneta-virtuale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=telegram-anticipa-facebook-lancia-la-sua-moneta-virtuale https://www.lagenziadiviaggimag.it/telegram-anticipa-facebook-lancia-la-sua-moneta-virtuale/#respond Tue, 03 Sep 2019 13:07:56 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=31502 Non solo Facebook con la sua Libra. Anche Telegram, l’app di messaggistica istantanea competitor di WhatsApp e apprezzata per i suoi elevati standard di sicurezza, lancerà presto la sua criptovaluta (o moneta virtuale). Si chiamerà Gram e, secondo il New York Times, sarà disponibile entro i prossimi due mesi (anticipando perfino la moneta di Facebook, ndr) a circa 200-300 milioni di utenti in tutto il mondo che potranno usarla attraverso l’applicazione di Telegram e un portafoglio digitale per acquistare beni e servizi all’interno delle chat, canali, gruppi e bot.

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Non solo Facebook con la sua Libra. Anche Telegram, l’app di messaggistica istantanea competitor di WhatsApp e apprezzata per i suoi elevati standard di sicurezza, lancerà presto la sua criptovaluta (o moneta virtuale). Si chiamerà Gram e, secondo il New York Times, sarà disponibile entro i prossimi due mesi (anticipando perfino la moneta di Facebook, ndr) a circa 200-300 milioni di utenti in tutto il mondo che potranno usarla attraverso l’applicazione di Telegram e un portafoglio digitale per acquistare beni e servizi all’interno delle chat, canali, gruppi e bot.

Com già accade per i bitcoin, inoltre, la valuta verrà gestita da una rete di computer (Ton-Telegram Open Network) basata sulla tecnologia blockchain che non permetterà – nemmeno alla stessa Telegram – di accedere agli scambi monetari registrati.

Gram, quindi, potrebbe arrivare entro il 31 ottobre 2019 in una prima versione di test per un numero di utenti limitati, per poi essere lanciata ufficialmente entro fine 2019, anticipando quindi Libra, che non sarà pronta prima di metà 2020.

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Effetto Libra su Bitcoin e Amazon prende tempo https://www.lagenziadiviaggimag.it/effetto-libra-su-bitcoin-e-amazon-prende-tempo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=effetto-libra-su-bitcoin-e-amazon-prende-tempo https://www.lagenziadiviaggimag.it/effetto-libra-su-bitcoin-e-amazon-prende-tempo/#respond Fri, 21 Jun 2019 07:03:57 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=29632 Nei giorni dei rumors su Libra e, a seguire, dell’annuncio ufficiale di Facebook, si è impennato il valore della più celebre tra le criptovalute.

Intravendendo un punto di svolta nella diffusione delle monete virtuali nella finanza mainstream, Bitcoin è arrivato nuovamente a toccare la soglia dei 9.385 dollari (non accadeva da maggio 2018), crescendo del 225% nell’ultimo mese, per poi ridiscendere a 8.573 euro dopo qualche giorno.

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Nei giorni dei rumors su Libra e, a seguire, dell’annuncio ufficiale di Facebook, si è impennato il valore della più celebre tra le criptovalute.

Intravendendo un punto di svolta nella diffusione delle monete virtuali nella finanza mainstream, Bitcoin è arrivato nuovamente a toccare la soglia dei 9.385 dollari (non accadeva da maggio 2018), crescendo del 225% nell’ultimo mese, per poi ridiscendere a 8.573 euro dopo qualche giorno. I dati raccolti dalla piattaforma Coindesk dimostrano, però, che il suo valore resta ancora ben al di sotto di quei 19.511 dollari registrati a fine 2017.

Nello stesso tempo, è salito il prezzo anche delle altre monete virtuali come Litecoin ed Ethereum.

Nel frattempo l’altro colosso del web, Amazon, ha annunciato l’intenzione di lanciare prima o poi una propria criptovaluta. Patrick Gaulthier, vicepresidente di Amazon Pay, durante la conferenza Fortune Brainstorm Finance 2019, ha preso le distanze da Libra definendola «speculativa», ma non ha anticipato di voler riaffrontare l’argomento «fra due o tre anni».

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La criptovaluta Facebook fa irruzione nel travel https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-criptovaluta-facebook-fa-irruzione-nel-travel/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-criptovaluta-facebook-fa-irruzione-nel-travel https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-criptovaluta-facebook-fa-irruzione-nel-travel/#respond Mon, 17 Jun 2019 12:36:40 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=29437 La criptovaluta Facebook fa irruzione nel travel

Il modello è quello di WeChat, ovvero un sistema di pagamento legato a un social network per acquisire servizi e prodotti online. La differenza è che questa volta, al posto dei soliti colossi asiatici, a pensarci sarà Facebook, che lancia Project Libra, la moneta virtuale con cui i 2,4 miliardi di utenti attivi sul social fondato da Mark Zuckerberg potranno fare acquisti.

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La criptovaluta Facebook fa irruzione nel travel

Il modello è quello di WeChat, ovvero un sistema di pagamento legato a un social network per acquisire servizi e prodotti online. La differenza è che questa volta, al posto dei soliti colossi asiatici, a pensarci sarà Facebook, che lancia Project Libra, la moneta virtuale con cui i 2,4 miliardi di utenti attivi sul social fondato da Mark Zuckerberg potranno fare acquisti.

Una criptovaluta, insomma, che si è già assicurata il supporto di giganti come Visa, PayPal e, nell’industria del travel, Uber e Booking; tutti disposti a versare un gettone simbolico di 10 milioni di dollari per partecipare al consorzio di lancio e lanciare la sfida non solo ad Amazon e Google, ma anche ai rivali cinesi di Paytm, WeChat Pay e AliPay.

Per rendere stabile la valuta, ed evitare le fluttuazioni che hanno segnato la storia di Bitcoin e altre criptovalute, la Libra nascerà subito agganciata a un paniere di monete normali, quelle emesse dalle banche centrali, come il dollaro e l’euro.

Libra sarebbe utilizzabile anche da parte di chi non ha un conto in banca. Proprio come i pagamenti digitali su smartphone che hanno avuto un boom in Cina, nazione ormai all’avanguardia in questo campo: anche in quel caso ci sono giganti dei social o del commercio online che offrono dei conti digitali alternativi a quelli bancari.

Sul fronte del travel, secondo quanto ha calcolato Skift, con la criptovaluta i big come Booking Holdings potrebbero arrivare a risparmiare qualcosa come 500 milioni di dollari, ovvero l’importo che la multinazionale con sede ad Amsterdam avrebbe pagato nel 2018 come fee sui pagamenti attraverso carta di credito.

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A ciascuno la sua Ota: big player alla svolta https://www.lagenziadiviaggimag.it/ciascuno-la-sua-ota-big-player-alla-svolta/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ciascuno-la-sua-ota-big-player-alla-svolta https://www.lagenziadiviaggimag.it/ciascuno-la-sua-ota-big-player-alla-svolta/#respond Tue, 04 Jun 2019 05:05:33 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=28966 I pacchetti di viaggio online? Saranno una delle componenti della travel industry destinate a crescere di più nei prossimi anni. A dirlo è l’ultimo rapporto di Phocuswright dal titolo “Dynamic travel packaging: the next game changer”, che indica come a livello mondiale nel 2017 il volume d’affari complessivo sia stato di 252 miliardi di dollari, con Regno Unito, Germania e Spagna arrivati rispettivamente a 20.6, 18.1 e 9.2 miliardi.

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I pacchetti di viaggio online? Saranno una delle componenti della travel industry destinate a crescere di più nei prossimi anni. A dirlo è l’ultimo rapporto di Phocuswright dal titolo “Dynamic travel packaging: the next game changer”, che indica come a livello mondiale nel 2017 il volume d’affari complessivo sia stato di 252 miliardi di dollari, con Regno Unito, Germania e Spagna arrivati rispettivamente a 20.6, 18.1 e 9.2 miliardi.

Non per niente, a essersi accorti di questo nuovo business, sono tutti i maggiori player del vecchio continente: da Hotelplan a Thomas Cook, per restare ai tour operator; ma anche i metasearch come Kayak, o le Ota come Lastminute.com. Per non parlare di big extratravel come Amazon, Google e Facebook, tutti interessati a entrare in un settore come quello del travel dove la tecnologia permette ormai a consumatore finale e agenzie di viaggi di accedere a un ventaglio pressoché infinito di combinazioni tra diverse tipologie di prodotto.

Se all’acquisto di un pacchetto, però, ci si può arrivare seguendo differenti percorsi, ciò che farà sempre più la differenza sarà la capacità di mettere il più possibile “in fila” i vari aspetti del business, a cominciare dal prodotto in house, per finire con la distribuzione.

Esattamente quello che ha fatto il più grande t.o. a livello mondiale, Tui, che come ha detto recentemente Frank Rosenberg, membro dell’executive board del colosso tedesco, «si sta trasformando in un’azienda globale integrata verticalmente sulla base di un software standardizzato e scalabile, oltre che sulla riconoscibilità a livello mondiale di un brand forte come il nostro». E, viene da aggiungere, sulla base di un portafoglio “di proprietà” – tra hotel, crociere, voli – secondo a nessuno, a cui recentemente è stata aggiunta anche la ciliegina sulla torta di una piattaforma come Musement, cruciale per sviluppare il segmento Tours & Activities e tutto ciò che significa l’offerta di esperienze personalizzate.

«Il futuro si chiama personalizzazione del prodotto. Magari vendendone meno, ma con- trollandolo interamente, a cominciare dal momento del volo. Per poi mettere il tutto a disposizione delle nostre adv», ha sottolineato, durante la convention Geo in Sardegna, il chief operating officer di Alpitour Pier Ezhaya, aprendo la strada alla conversione del Gruppo torinese al dynamic packaging. «Il software esiste già, tempo un anno e mezzo, massimo due, e un’agenzia potrà scegliere tutti i servizi che desidera. Anche i voli di linea, e non solo i collegamenti di Neos, magari anche combinando le due modalità, per dare vita a pacchetti non più rigidi» La nuova Ota targata Alpitour, però, non sarà destinata solo al trade. «Fermo restando la parity rate, sarà un canale anche B2C», ha sottolineato il manager.

Si muove su un terreno analogo, seppure su scala diversa e in ottica (per il momento?) solo trade, il progetto Jump di casa Uvet. «Si tratta di un vero tour operator, non è un assemblatore di servizi», ha rivendicato l’amministratore delegato di Settemari, Ezio Birondi, dal palco della prima convention pugliese di Uvet Travel System. Obiettivo: presidiare il mercato generalista, «mettendo assieme la flessibilità del dinamico, la velocità xml e la competenza del tour operator», e servendosi di una piattaforma già esistente, quella acquisita da Leonardo Travel Services srl, società con sede legale a San Marino appartenuta a Leonardo Rosatelli, attuale direttore generale di Jumptravel.it.

Per restare ai big player di casa nostra, scommette sull’online dinamico anche un network come Gattinoni Mondo di Vacanze. La notizia è arrivata anche in questo caso da una convention, quella in Sicilia, dove è stata annunciata una nuova piattaforma (il lancio a settembre) capace di integrare tutto il prodotto travel: pacchetti, prodotto in house, hotel, aerei, treni, bus, appartamenti, transfer e attività. «È uno strumento potente, rapido e facile da utilizzare su ogni device – ha spiegato il direttore generale del network, Sergio Testi – che nel 2020 avrà anche una configurazione B2B2C e permetterà soprattutto di portare nuovi clienti in agenzia».

Il perché lo ha spiegato Franco Gattinoni in persona: «È impensabile tenere aperta un’adv 24 ore al giorno, ma con la piattaforma ora è possibile far partire l’esperienza d’acquisto del cliente sul web, dove ormai è abituato a stare a ogni ora del giorno e della notte, per concludere l’acquisto solo ed esclusivamente nel punto vendita».

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Facebook, Kane: «WhatsApp sarà un’assistente di viaggio» https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-kane-whatsapp-sara-unassistente-di-viaggio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=facebook-kane-whatsapp-sara-unassistente-di-viaggio https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-kane-whatsapp-sara-unassistente-di-viaggio/#respond Tue, 30 Apr 2019 11:13:42 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=27777 «Non vogliamo essere una Ota ma ci candidiamo a un ruolo di assistente personale per i nostri clienti, anche nei viaggi». Con queste parole Terry Kane, direttore turismo, automotive  e telecomunicazioni Emea di Facebook, ha annunciato gli sviluppi del Gruppo (che include anche WhatsApp e Instagram) legati al settore del travel dal palco dell’Arabian Travel Market in corso in questi giorni a Dubai.

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«Non vogliamo essere una Ota ma ci candidiamo a un ruolo di assistente personale per i nostri clienti, anche nei viaggi». Con queste parole Terry Kane, direttore turismo, automotive  e telecomunicazioni Emea di Facebook, ha annunciato gli sviluppi del Gruppo (che include anche WhatsApp e Instagram) legati al settore del travel dal palco dell’Arabian Travel Market in corso in questi giorni a Dubai.

Non è certo una novità il fatto che il colosso guidato da Mark Zuckerberg guardi con sempre maggiore attenzione all’ecommerce, con uno focus particolare al settore dei viaggi. E il modello di ecosistema chiuso che Facebook sta mettendo a punto – con le sue app di messaggistica istantanea sempre più personalizzate anche per il B2B e le evoluzioni di Instagram nel business con checkout – potrebbe essere un pericolo per i piccoli e grandi player turistici.

Proprio durante un panel nel corso della fiera negli Emirati, Terry Kane ha annunciato, infatti,  che nel giro di poco tempo l’applicazione WhatsApp «dovrebbe essere in grado di offrire un servizio di prenotazioni di voli, mettere a disposizione  la carta d’imbarco e vendere alloggi turistici».

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Gattinoni MdV presidia Instagram: formazione e piattaforma per le agenzie https://www.lagenziadiviaggimag.it/gattinoni-mdv-presidia-instagram-formazione-e-piattaforma-per-le-agenzie/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=gattinoni-mdv-presidia-instagram-formazione-e-piattaforma-per-le-agenzie https://www.lagenziadiviaggimag.it/gattinoni-mdv-presidia-instagram-formazione-e-piattaforma-per-le-agenzie/#respond Thu, 28 Mar 2019 12:30:25 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=26757 Gattinoni MdV presidia Instagram: formazione e piattaforma per le agenzie

A due anni dal lancio della piattaforma che consenta di gestire in modo automatico le pagine Facebook delle agenzie del network, Gattinoni Mondo di Vacanze annuncia l’ottimo riscontro dei risultati nelle agenzie e rilancia con il progetto di formazione dedicato a Instagram.

La piattaforma social realizzata in esclusiva da The Flag per Gattinoni mette a disposizione dell’adv, infatti, contenuti di qualità che possono essere modificati o lanciati come tali nel feed della pagina Facebook.

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Gattinoni MdV presidia Instagram: formazione e piattaforma per le agenzie

A due anni dal lancio della piattaforma che consenta di gestire in modo automatico le pagine Facebook delle agenzie del network, Gattinoni Mondo di Vacanze annuncia l’ottimo riscontro dei risultati nelle agenzie e rilancia con il progetto di formazione dedicato a Instagram.

La piattaforma social realizzata in esclusiva da The Flag per Gattinoni mette a disposizione dell’adv, infatti, contenuti di qualità che possono essere modificati o lanciati come tali nel feed della pagina Facebook. Dopo due anni sono state oltre 400 le agenzie di viaggi del network che hanno scelto di attivare la piattaforma, trovando in questo strumento un modo per semplificare il lavoro di presidio dei social.

Così quest’anno Gattinoni ha inserito come novità diverse ore di formazione dedicate a Instagram, social che sta diventando di grande importanza per il settore del turismo perché gli utenti desiderano essere ispirate nella scelta dei loro viaggi e farlo attraverso le immagini suoi social.

“Come network Gattinoni Mondo di Vacanze ha oggi un presidio attivo da tempo sulle principali piattaforme social con buoni risultati; l’esigenza però di portare anche gli agenti a presidiare questa piattaforma diventa fondamentale”, sottolinea la nota del Gruppo.

Oltre ai corsi già attivi durante il roadtour tenuti da un formatore specializzato, verranno realizzati uno o più webinar dedicati a Instagram e, allo stesso tempo, Gattinoni sta studiando insieme a The Flag un sistema che possa automatizzare la pubblicazione – ad oggi è la stessa piattaforma che non lo consente – per una miglior gestione dei contenuti e un vantaggio di tempo.

«Siamo un network che desidera far crescere le agenzie, sotto tutti i punti di vista. Per noi è di primaria importanza mettere a disposizione strumenti innovativi e utili ai nostri agenti di viaggio – commenta Isabella Maggi, direttore marketing e comunicazione del Gruppo – Il successo della piattaforma Gattinoni è confermato dai nostri agenti che, applicando un presidio mirato e di qualità, hanno visto aumentare il primo contatto con il cliente che, via Facebook, inizia a richiedere informazioni per poi finalizzare la consulenza e prenotazione in agenzia. Quanto ad Instagram, siamo certi che, se utilizzato al meglio, potrà portare benefici; gli agenti lo sanno bene, data l’alta adesione e interesse per queste ore di formazione durante il roadtour».

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Google e Facebook fagocitano la pubblicità negli Usa https://www.lagenziadiviaggimag.it/google-e-facebook-fagocitano-la-pubblicita-negli-usa/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=google-e-facebook-fagocitano-la-pubblicita-negli-usa https://www.lagenziadiviaggimag.it/google-e-facebook-fagocitano-la-pubblicita-negli-usa/#respond Fri, 01 Mar 2019 09:25:01 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=25628 Questo sarà l’anno del sorpasso della pubblicità online su quella tradizionale, almeno negli Stati Uniti. Questa la previsione, riportata da Marketing Oggi, della società di ricerche eMarketer che nello studio previsionale sull’andamento dell’advertising a stelle e strisce ha pronosticato che gli investimenti nella pubblicità sulla rete toccheranno quest’anno i 129 miliardi di dollari (poco più di 114 miliardi di euro)  con una crescita del +19%, mentre la spesa per le  pubblicità tradizionali si fermerà a 109 miliardi di dollari (97 miliardi di euro) con un vistoso calo del 4,7%.

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Questo sarà l’anno del sorpasso della pubblicità online su quella tradizionale, almeno negli Stati Uniti. Questa la previsione, riportata da Marketing Oggi, della società di ricerche eMarketer che nello studio previsionale sull’andamento dell’advertising a stelle e strisce ha pronosticato che gli investimenti nella pubblicità sulla rete toccheranno quest’anno i 129 miliardi di dollari (poco più di 114 miliardi di euro)  con una crescita del +19%, mentre la spesa per le  pubblicità tradizionali si fermerà a 109 miliardi di dollari (97 miliardi di euro) con un vistoso calo del 4,7%.

Secondo gli analisti, l’atteso o temuto sorpasso – a seconda delle parti in gioco – deriva essenzialmente dall’affollarsi di nuovi attori e contenitori online che attraggono gli investitori e un consolidamento del potere di colossi come Google e Facebook che sulla scena dell’advertising statunitense, ad oggi, pesano più del 60%.

Sempre secondo eMarketer, l’appetitosa torta della pubblicità online americana sarà spartita soprattutto tra questi big player: nello specifico, lo share pubblicitario di Google si attesterà sul 38%, quello di Facebook sul 22%, mentre Amazon conquisterà il terzo gradino del podio con una quota-mercato del 9%, seguito a distanza da Microsoft (5%) e Verizon (4%).

In Europa siamo ancora lontani da questo sorpasso con l’advertising online che, secondo Euromonitor, non supera ancora la soglia del 35%. Un trend che può essere invertito e sconfitto dalla stampa tradizionale, capitalizzando il proprio know how e dotandosi di strumenti all’avanguardia.

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L’altro internet è DWeb: contro Google e Facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/laltro-internet-e-dweb-contro-google-e-facebook/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=laltro-internet-e-dweb-contro-google-e-facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/laltro-internet-e-dweb-contro-google-e-facebook/#respond Thu, 18 Oct 2018 05:00:33 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=21662 L’hanno già ribattezzata DWeb, ovvero la decentralizzazione del web. Nelle scorse settimane, a San Francisco, oltre 800 esperti del settore, tra cui il “padre” di internet Tim Berners Lee (nella foto), si sono riuniti per confrontarsi su come aggirare i colossi Google e Facebook e creare una rete nuova in cui si possa comunicare senza più dipendere dalle grandi aziende. A rivelarlo è un articolo apparso sul britannico The Guardian.

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L’hanno già ribattezzata DWeb, ovvero la decentralizzazione del web. Nelle scorse settimane, a San Francisco, oltre 800 esperti del settore, tra cui il “padre” di internet Tim Berners Lee (nella foto), si sono riuniti per confrontarsi su come aggirare i colossi Google e Facebook e creare una rete nuova in cui si possa comunicare senza più dipendere dalle grandi aziende. A rivelarlo è un articolo apparso sul britannico The Guardian.

In altre parole il DWeb sarà un web senza intermediari e guardiani che, di fatto, catturano i dati personali degli internauti e invadono gli schermi di promozioni per vendite online, spesso indesiderate. Un fronte virtuale che intende arginare lo strapotere di gigante come Google, Microsoft, Amazon e Facebook.

Il grosso problema dibattuto a San Francisco è che oggi miliardi di dati personali sono nelle mani di pochi colossi del web con un crescente rischio di violazioni della privacy o addirittura di manipolazioni, nonostante leggi a tutela dei dati come il Gdpr europeo.

Sul DWeb è già al lavoro la società Protocol Labs, che ha svelato alcuni dei grossi cambiamenti che si profilano all’orizzonte. Rispetto all’attuale indirizzamento che obbliga i computer a recuperare contenuti tramite protocolli http e https, il DWeb utilizzerà link che identificheranno le informazioni, non sulla base della posizione, ma del contenuto, e con questa modalità sarà possibile archiviare e diffondere le informazioni tra computer e computer, senza dover ricorrere al singolo server come canale di scambio.

Ad oggi il DWeb non è ancora una realtà, ma esistono applicazioni, sebbene ancora in fase sperimentale, e sono operativi siti per gli acquisti come OpenBazaar e DTube, l’alterego decentralizzato di Youtube.

Ma come tutte le rivoluzioni ci sono controindicazioni che vale la pena ricordare: senza grandi intermediari aumenta il rischio di abusi online, l’uso indiscriminato della Rete e della conservazione di dati. Ecco perché, secondo gli esperti, prima che il DWeb diventi un fenomeno planetario è bene che gli 800 cervelli che si sono riuniti a San Francisco tornino a confrontarsi sulle misure di sicurezza e sulla tutela degli utenti, soprattutto gli adoloscenti.

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WhatsApp Business a pagamento. Ma solo per chi è lento a rispondere https://www.lagenziadiviaggimag.it/whatsapp-business-pagamento-solo-lento-rispondere/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=whatsapp-business-pagamento-solo-lento-rispondere https://www.lagenziadiviaggimag.it/whatsapp-business-pagamento-solo-lento-rispondere/#respond Thu, 02 Aug 2018 09:33:56 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=20171 Manca ancora l’ufficialità della data di inizio, ma possiamo dare per certo che WhatsApp Business – dedicato alle aziende – diventerà a pagamento. A renderlo noto ci ha pensato Facebook, proprietario dell’applicazione di messaggistica (ormai non solo) da quattro anni circa, con l’operazione di acquisizione costata 14 miliardi di euro.

Le aziende, in realtà, potranno rispondere gratuitamente alle richieste dei loro clienti. Ma solo entro le 24 ore dall’arrivo del messaggio: oltre questo termine, scatterà la fatturazione.

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Manca ancora l’ufficialità della data di inizio, ma possiamo dare per certo che WhatsApp Business – dedicato alle aziende – diventerà a pagamento. A renderlo noto ci ha pensato Facebook, proprietario dell’applicazione di messaggistica (ormai non solo) da quattro anni circa, con l’operazione di acquisizione costata 14 miliardi di euro.

Le aziende, in realtà, potranno rispondere gratuitamente alle richieste dei loro clienti. Ma solo entro le 24 ore dall’arrivo del messaggio: oltre questo termine, scatterà la fatturazione.

Si tratta di modalità decise dopo alcuni test con una novantina di imprese, tra cui Singapore Airlines e Uber.

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Di Maio e la mezz’oretta della discordia all’InternetDay https://www.lagenziadiviaggimag.it/di-maio-e-la-mezzoretta-della-discordia-allinternetday/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=di-maio-e-la-mezzoretta-della-discordia-allinternetday https://www.lagenziadiviaggimag.it/di-maio-e-la-mezzoretta-della-discordia-allinternetday/#respond Tue, 26 Jun 2018 14:29:19 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=19032 «Almeno mezz’ora di internet gratis per tutti. Perché immagino uno Stato che interviene e fornisce, gratuitamente, una connessione alla rete anche a chi non può ancora permettersela». È il “sogno” di Luigi Di Maio, vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, già impegnato nella lotta per il reddito di cittadinanza. La dichiarazione d’intenti del leader pentastellato – che impazza sui social tra detrattori e sostenitori – è stata espressa all’InternetDay 2018, organizzato dall’Agi alla Camera dei deputati, al cospetto dei big del web come Google, con Giorgia Abeltino, direttore public policy; Facebook, con Laura Bononcini, head of public policy; e Airbnb, con Matteo Frigerio, country manager Italia.

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«Almeno mezz’ora di internet gratis per tutti. Perché immagino uno Stato che interviene e fornisce, gratuitamente, una connessione alla rete anche a chi non può ancora permettersela». È il “sogno” di Luigi Di Maio, vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, già impegnato nella lotta per il reddito di cittadinanza. La dichiarazione d’intenti del leader pentastellato – che impazza sui social tra detrattori e sostenitori – è stata espressa all’InternetDay 2018, organizzato dall’Agi alla Camera dei deputati, al cospetto dei big del web come Google, con Giorgia Abeltino, direttore public policy; Facebook, con Laura Bononcini, head of public policy; e Airbnb, con Matteo Frigerio, country manager Italia.

«Perché – ha continuato Di Maio – la connessione a internet deve diventare un bene primario per ogni cittadino e siamo a lavoro per tutelare questo diritto». E qui verrebbe da dire: ma invece di “promettere” una mezz’oretta di connessione gratis, non sarebbe meglio presentare un programma concreto sullo sviluppo economico digitale? Magari alzando l’asticella, come ci si aspetterebbe?

Quanto entusiasmo alla Camera quando il vicepremier ha pronunciato la parola «digitalizzazione» come chiave dello sviluppo del nostro Paese. Uno scatto in avanti che dovrebbe essere argomentato in maniera profonda, andando ben oltre «l’investimento sulle persone e il potenziamento dell’informazione e della conoscenza». Senza fermarsi «all’aumento della connettività come beneficio per l’economia». Si è di fronte a un processo colmo di sfaccettature e opportunità – come è stato detto e ridetto – e quello che l’Italia si aspetta dal nuovo governo non è solo «internet per tutti», ma un percorso realistico di crescita, che permetta di sfruttare al massimo la forza del digitale.

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Dopo Facebook c’è Vero, il social che non inganna https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-ce-vero-social-non-inganna/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=facebook-ce-vero-social-non-inganna https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-ce-vero-social-non-inganna/#respond Mon, 26 Mar 2018 10:33:00 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=16166 No agli algoritmi e alla pubblicità. È la scelta di Vero, app nata nel 2005 e basata a New York in questi giorni alla ribalta e che, nonostante ci abbia messo 13 anni, riesce a ritagliarsi il suo spazio (seppur ancora piccolo) tra i giganti della Silicon Valley. E guarda dritto negli occhi soprattutto Instagram e Facebook, cercando di prendere il meglio da loro scartando quelli che – anche alla luce dello scandalo Cambridge Analytica – in molti considerano difetti, e risultando ideale per un utilizzo nel travel, come la maggior parte dei social del resto.

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No agli algoritmi e alla pubblicità. È la scelta di Vero, app nata nel 2005 e basata a New York in questi giorni alla ribalta e che, nonostante ci abbia messo 13 anni, riesce a ritagliarsi il suo spazio (seppur ancora piccolo) tra i giganti della Silicon Valley. E guarda dritto negli occhi soprattutto Instagram e Facebook, cercando di prendere il meglio da loro scartando quelli che – anche alla luce dello scandalo Cambridge Analytica – in molti considerano difetti, e risultando ideale per un utilizzo nel travel, come la maggior parte dei social del resto.

L’applicazione, sviluppata da Ayman Hariri, Motaz Nabulsi e Scott Birnbaum, colleziona attualmente migliaia di utenti al giorno (è molto apprezzata dai Millennial) e ha superato già il traguardo del milione di download e, soprattutto, fa fuori dai propri schemi il sistema degli algoritmi, non apprezzato dalla maggior parte degli utenti del globo, e l’attività di advertising: il servizio, infatti, promette visualizzazioni in ordine cronologico e non prevede la presenza della pubblicità. Inoltre, non ci sono profili verificati e permette di dividere i contatti di ciascun utente tra amici intimi, amici e conoscenti.

Vero ha un sito web, ma il suo utilizzo è solo via smartphone e tablet. Poi, se l’iscrizione è gratuita per il primo anno, il rinnovo prevede invece la sottoscrizione di un abbonamento annuale, il cui prezzo non è ancora noto.

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Web tax, 3% sui ricavi nella nuova proposta dell’Ue https://www.lagenziadiviaggimag.it/web-tax-3-sui-ricavi-nella-nuova-proposta-dellue/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=web-tax-3-sui-ricavi-nella-nuova-proposta-dellue https://www.lagenziadiviaggimag.it/web-tax-3-sui-ricavi-nella-nuova-proposta-dellue/#respond Wed, 21 Mar 2018 13:46:55 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=16060 Una web tax del 3% sui ricavi, applicabile a quelle società che generano un fatturato globale ed europeo non superiore, rispettivamente, a 750 e 50 milioni di euro. È la soluzione temporanea proposta dalla Commissione Ue a Bruxelles, che potrebbe entrare in vigore già da subito, con introiti stimati di almeno 5 miliardi all’anno. Il giro d’affari sarebbe generato dalla vendita della pubblicità e delle informazioni personali, oltre che dall’attività di intermediazione.

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Una web tax del 3% sui ricavi, applicabile a quelle società che generano un fatturato globale ed europeo non superiore, rispettivamente, a 750 e 50 milioni di euro. È la soluzione temporanea proposta dalla Commissione Ue a Bruxelles, che potrebbe entrare in vigore già da subito, con introiti stimati di almeno 5 miliardi all’anno. Il giro d’affari sarebbe generato dalla vendita della pubblicità e delle informazioni personali, oltre che dall’attività di intermediazione.

Per questo motivo, riguardando solo alcune tipologie di ricavi, si tratta di una tassa indiretta, con validità fino all’arrivo della riforma complessiva che dovrà risolvere una volta per tutte la problematica legata alle grandi aziende digitali, come Facebook, Google o Uber, che ancora oggi continuano a sfuggire, per gran parte, al fisco.

«Le regole attuali non permettono ai Paesi membri di tassare correttamente le imprese digitali in Europa quando queste non hanno presenze fisiche – sono le parole di Pierre Moscovici, commissario per gli affari economici e monetari, apparse su Il Sole 24 Ore – Questa situazione rappresenta un buco nero per gli Stati europei, che aumenta sempre più poiché la base imponibile si riduce. Ecco il motivo per cui oggi proponiamo una nuova norma giuridica e una tassa provvisoria applicabile a tutte le attività digitali».

 

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Facebook, arriva la pubblicità intelligente per adv e operatori https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-arriva-la-pubblicita-intelligente-per-adv-e-operatori/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=facebook-arriva-la-pubblicita-intelligente-per-adv-e-operatori https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-arriva-la-pubblicita-intelligente-per-adv-e-operatori/#respond Thu, 08 Mar 2018 14:39:53 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=15589 Raggiungere il cliente-turista nella fase d’ispirazione al viaggio. Così Facebook presenta Trip Consideration, un nuovo pacchetto di prodotti di advertising dedicati al mondo del travel. Questo strumento lanciato dal popolare social network è destinato a una clientela business (dal tour operator all’agenzia di viaggi fino alla dmc) e aiuta gli inserzionisti a raggiungere coloro che hanno manifestato l’intenzione a viaggiare, ma che ancora non hanno scelto la loro la destinazione.

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Raggiungere il cliente-turista nella fase d’ispirazione al viaggio. Così Facebook presenta Trip Consideration, un nuovo pacchetto di prodotti di advertising dedicati al mondo del travel. Questo strumento lanciato dal popolare social network è destinato a una clientela business (dal tour operator all’agenzia di viaggi fino alla dmc) e aiuta gli inserzionisti a raggiungere coloro che hanno manifestato l’intenzione a viaggiare, ma che ancora non hanno scelto la loro la destinazione.

Con Trip Consideration, per esempio, gli inserzionisti possono mostrare offerte e destinazioni su Facebook e Instagram per incoraggiare i futuri clienti a scegliere determinate mete o esperienze per la loro prossima vacanza.

Facebook, inoltre, ha pubblicato un blogpost con tutte le informazioni relative al nuovo prodotto dedicato alla travel industry.

«Fino ad oggi, gli inserzionisti del settore alberghiero e dei voli hanno interagito su Facebook con le persone che viaggiano sulla base della loro intenzione di visitare una specifica destinazione – sottolinea Andrea Lai, sales manager Facebook Italia – Ma sappiamo che la selezione della destinazione, nel processo di prenotazione, spesso arriva in un secondo momento, ed è per questo che siamo entusiasti di introdurre Trip Consideration. Gli advertiser possono ora essere parte, fin dall’inizio, del processo di pianificazione del viaggio, raggiungendo le persone che hanno dimostrato l’intenzione di viaggiare, ma che non hanno ancora scelto una destinazione specifica per il loro viaggio».

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Le Pmi europee a scuola di digitale con Facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/le-pmi-europee-scuola-digitale-facebook/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-pmi-europee-scuola-digitale-facebook https://www.lagenziadiviaggimag.it/le-pmi-europee-scuola-digitale-facebook/#respond Mon, 22 Jan 2018 10:40:49 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=14254 Facebook ha annunciato il proprio impegno a formare un milione tra persone e piccole e medie imprese in tutta Europa entro il 2020. E lo ha fatto in anteprima a Il Sole 24, parlando di un piano che prevede due programmi: Boost your Business e #SheMeansBusiness.

«Apriranno anche tre centri di apprendimento digitale, in Italia, Spagna e Polonia, simili al Digitales Lernzentrum di Berlino, che offre ad esempio formazione sul coding e sullo sviluppo professionale a rifugiati, anziani e giovani.

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Facebook ha annunciato il proprio impegno a formare un milione tra persone e piccole e medie imprese in tutta Europa entro il 2020. E lo ha fatto in anteprima a Il Sole 24, parlando di un piano che prevede due programmi: Boost your Business e #SheMeansBusiness.

«Apriranno anche tre centri di apprendimento digitale, in Italia, Spagna e Polonia, simili al Digitales Lernzentrum di Berlino, che offre ad esempio formazione sul coding e sullo sviluppo professionale a rifugiati, anziani e giovani. La tecnologia può aiutare a cambiare la vita, e per questo vogliamo dare alle persone il supporto per avviare un’attività e ottenere il lavoro dei loro sogni», ha dichiarato Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook.

La scelta di Italia, Spagna e Polonia è dovuta al fatto che i dati diffusi dalla Commissione europea nell’Europe’s Digital Progress Report 2017 fanno emergere che in questi Paesi esiste ancora un gap relativo al digitale.

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Facebook e Google salvano la pubblicità, ma il bilancio 2017 resta negativo https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-google-salvano-la-pubblicita-bilancio-2017-resta-negativo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=facebook-google-salvano-la-pubblicita-bilancio-2017-resta-negativo https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-google-salvano-la-pubblicita-bilancio-2017-resta-negativo/#respond Thu, 14 Dec 2017 11:02:52 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=13431 Senza Facebook e Google il bilancio degli investimenti pubblicitari in Italia sarebbe in rosso. È quanto emerge dal consuntivo dei primi dieci mesi del 2017 elaborato dalla Nielsen che, senza considerare la spesa pubblicitaria sui principali canali social (in primis Facebook e Google) ha certificato un volume di investimenti pubblicitari delle aziende di circa 4,9 miliardi di euro che fa segnare un calo del -3% rispetto allo scoroso anno.

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Senza Facebook e Google il bilancio degli investimenti pubblicitari in Italia sarebbe in rosso. È quanto emerge dal consuntivo dei primi dieci mesi del 2017 elaborato dalla Nielsen che, senza considerare la spesa pubblicitaria sui principali canali social (in primis Facebook e Google) ha certificato un volume di investimenti pubblicitari delle aziende di circa 4,9 miliardi di euro che fa segnare un calo del -3% rispetto allo scoroso anno. Se si prende in considerazioni il settore digital, invece, il calo rimane contenuto intorno al -0,4%.

Secondo questi rilevamenti, resi noti da MilanoFinanza, il consuntivo dell’adevrtising in Italia per tutto il 2017 difficilmente potrà toccare i 6 miliardi di euro, decisamente deludente rispetto al risultato del 2016 quanto gli investimenti pubblicitari avevano raggiunto i 6,4 miliardi.

Nel panorama mediatico, si salvano radio, cinema e tv. Calano in modo significativo i giornali e periodici della carta stampata (-9%). A comprimere la spesa per spot e pagine pubblicitarie in Italia, secondo gli analisti Nielsen, ha contribuito non poco l’assenza di grandi eventi di richiamo internazionale, specialmente nel settore sportivo.

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Come calcolare il peso dell’influencer https://www.lagenziadiviaggimag.it/calcolare-peso-dellinfluencer/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=calcolare-peso-dellinfluencer https://www.lagenziadiviaggimag.it/calcolare-peso-dellinfluencer/#respond Mon, 11 Dec 2017 13:12:34 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=13143 Avere delle persone che ti seguono suoi tuoi canali social online ha un valore, anche economico. E per massimizzarlo vanno mescolati al meglio due fattori: l’audience e la capacità di relazionarsi con i propri follower. È questo il principio da cui nasce l’influencer marketing, una scommessa divenuta oggi certezza, ormai sempre più perno delle migliori strategie aziendali, capace di generare milioni e milioni di euro al giorno e costantemente in evoluzione, con il 2018 che prevede ulteriori passi in avanti.

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Avere delle persone che ti seguono suoi tuoi canali social online ha un valore, anche economico. E per massimizzarlo vanno mescolati al meglio due fattori: l’audience e la capacità di relazionarsi con i propri follower. È questo il principio da cui nasce l’influencer marketing, una scommessa divenuta oggi certezza, ormai sempre più perno delle migliori strategie aziendali, capace di generare milioni e milioni di euro al giorno e costantemente in evoluzione, con il 2018 che prevede ulteriori passi in avanti. Fino alla tentata conquista di nuovi mercati, come quello arabo.

Si è di fronte a un concetto per molti geniale e per altri (scettici) ancora incomprensibile, ma che intanto continua a crescere in maniera smisurata e al tempo stesso è stato capace di delineare una figura che, almeno cinque anni fa, in pochi avrebbero pensato potesse emergere: l’influencer appunto, per la maggior parte modelle, calciatori o celebrity varie. È un meccanismo che sembra funzionare per tutti i tipi di prodotto, anche nel turismo. Basti pensare ad Alessandro Marras, blogger e travel influencer di professione (oltre a viaggiare gratuitamente riesce a guadagnare tramite gettoni di presenza e ingenti contratti sottoscritti, si occupa anche di moda), con la valigia in mano almeno una volta al mese e bravo a comunicare le proprie esperienze a un parterre di oltre 50mila follower su Facebook e quasi 150mila su Instagram, che hanno scelto di seguirlo affidandosi così ai suoi consigli. Tanto preziosi per meritarsi un seguito che lo ha consacrato tra i migliori del settore.

Risultano essere tre le tipologie di influencer individuate: mega, macro e micro, con quest’ultima che, secondo ninjamarketing.it, nonostante abbia un audience più limitato – spesso però più settorializzato – rispetto alle altre due può vantare solitamente un engagement rate (coinvolgimento degli utenti) maggiore e quindi rendersi particolarmente appetibile per i marketer. Tuttavia, è ancora necessario comprendere quali siano le giuste metriche per misurare il più realistico Roi (Return On Investment) generato dalle diverse collaborazioni tra i marchi e i tre tipi di attori sociali, al fine di trovare quella che è la giusta formula e senza mai allontanarsi da alcune keyword fondamentali in tale ambito, quali durabilità, ad esempio firmando contratti di lungo termine, qualità, alzando di conseguenza l’asticella rispetto alla concorrenza, ed espansione, considerando anche l’ultima novità di Instagram: a seguito dell’introduzione di nuove lingue – che prevedono una lettura da destra verso sinistra – si dovranno fare i conti con un nuovo segmento di pubblico ancora inesplorato nel social media, che forse è il regno per eccellenza in termini di influencer. E, considerando che tra queste ci sarà anche l’arabo, la quarta lingua più parlata al mondo, potrebbe essere proprio questa una delle sfide più attese dai brand e dai rispettivi ambasciatori online del 2018, all’attacco verso nuove fette di mercato puntando sempre e comunque sulla forza del social.

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Google, Facebook e Olta: i big dell’etravel a Bto https://www.lagenziadiviaggimag.it/google-facebook-olta-big-delletravel-bto/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=google-facebook-olta-big-delletravel-bto https://www.lagenziadiviaggimag.it/google-facebook-olta-big-delletravel-bto/#respond Tue, 28 Nov 2017 09:24:09 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=12890 Sono due giornate storiche quelle di Bto 2017 (29-30 novembre), non solo perché rappresentano la decima edizione consecutiva del meeting, ma anche per il peso degli ospiti che si alternano sul palco di Fortezza da Basso a Firenze.

Ci sono tutti (o quasi) i big player del turismo online: dalle Olta (Booking.com ed Expedia) ai professionisti della disintermediazione (Bookassist), dai metamotori (TripAdvisor e Trivago) ai tour operator storici (Tui e Gta), dalla sharing economy (Airbnb) ai due colossi sempre più attratti dal mercato del travel (Google e Facebook).

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Sono due giornate storiche quelle di Bto 2017 (29-30 novembre), non solo perché rappresentano la decima edizione consecutiva del meeting, ma anche per il peso degli ospiti che si alternano sul palco di Fortezza da Basso a Firenze.

Ci sono tutti (o quasi) i big player del turismo online: dalle Olta (Booking.com ed Expedia) ai professionisti della disintermediazione (Bookassist), dai metamotori (TripAdvisor e Trivago) ai tour operator storici (Tui e Gta), dalla sharing economy (Airbnb) ai due colossi sempre più attratti dal mercato del travel (Google e Facebook).

Un mercato sempre più competitivo dove la distinzione tra online e offline è ormai impercettibile e lo scontro si sposta sulle innovazioni tecnologiche, i plus di servizi, l’intelligenza artificiale, la sicurezza e velocità delle transazioni e la personalizzazione dell’offerta. Spazio, quindi, ai vari modelli di business per affrontare i grandi temi del settore: internet security, smart city e hôtellerie con un occhio di riguardo al grande mercato di Asia e Pacifico.

Europa (35%), America (31%) e Asia (21%), infatti, rappresentano le aree di riferimento del travel online: un mercato dominato dalle Olta che adesso, però, vedono scendere in campo altri attori. È questo il focus del confronto tra Walter Lo Faro di Expedia e Des O’Mahony di Bookassist in programma il 29 settembre nella World Hall alle 14.20.

In mattinata (ore 11) il palcoscenico è tutto per il gigante Google con Fabio Vaccarono nel ruolo di speaker-guida alla scoperta dei progetti e delle idee future di Mountain View. Alle 15, invece, il fondatore di Trivago, Malte Siewert, propone una sua analisi su come gli albergatori indipendenti possano competere nel mondo dei metamotori di ricerca. Mentre lo stesso giorno alle 15.35, Charlie Ballard di TripAdvisor racconta le ultime tendenze degli utenti italiani.

TOUR OPERATOR VS OLTA? Se Ait Vonke di Expedia racconta il recente accordo con Thomas Cook (30 novembre alle 15.10, Word hall), un’ora dopo e nella stessa sala Friedrich Joussen del gruppo Tui e Stefano Zeni (Gta) prospettano le strategie digitali degli operatori alternative proprio al dominio delle Olta.

Il gran finale dell’ultimo giorno è dedicato a Facebook (ore 17), che non vende – per ora – viaggi, ma sui desideri è più bravo di tutti. Così Marco Grossi, senior manager Emea, congeda la platea di Bto con lo speech “We know your secret travel dreams”: un titolo che ammalia tutta l’industria del turismo, l’asso nella manica che chiunque vende viaggi vorrebbe avere.

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Sette regole d’oro per le adv sul web https://www.lagenziadiviaggimag.it/lezione-social-adv-le-regole-doro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lezione-social-adv-le-regole-doro https://www.lagenziadiviaggimag.it/lezione-social-adv-le-regole-doro/#respond Thu, 12 Oct 2017 06:00:08 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=11299 Sempre più social, sempre più digital: sono le agenzie di viaggi 3.0 tutte bancone e post su Facebook. Per attrarre, coinvolgere e acchiappare nuovi clienti, quindi, occorre sempre inventarsi contenuti nuovi e interessanti da veicolare attraverso i social media. Non sempre, però, l’agente ha il tempo per concepire idee, sommerso com’è dalle pratiche, gli adempimenti e il lavoro quotidiano. Ecco allora otto idee semplici e creative per non perdere il livello di coinvolgimento (engagement) online e aumentare le vendite offline.

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Sempre più social, sempre più digital: sono le agenzie di viaggi 3.0 tutte bancone e post su Facebook. Per attrarre, coinvolgere e acchiappare nuovi clienti, quindi, occorre sempre inventarsi contenuti nuovi e interessanti da veicolare attraverso i social media. Non sempre, però, l’agente ha il tempo per concepire idee, sommerso com’è dalle pratiche, gli adempimenti e il lavoro quotidiano. Ecco allora otto idee semplici e creative per non perdere il livello di coinvolgimento (engagement) online e aumentare le vendite offline.

Diventare fonte di notizie. I social network brulicano di aziende che vogliono diventare influencer, ma purtroppo la maggior parte ripete sempre gli stessi contenuti. L’agente di viaggi può, invece, utilizzare il proprio account per produrre aggiornamenti sulle ultime notizie di turismo, spesso in anteprima rispetto agli altri. Conoscere e informare sui cambiamenti del mercato fa dell’adv un interlocutore credibile.

L’immagine è tutto. I social network sono perfetti per mostrare il mondo attraverso le immagini che vendono una storia, un viaggio e ispirano il turista nella scelta. L’algoritmo di Facebook mette sempre in primo piano i post che contengono video o gallerie. Le infografiche raccolgono tante informazioni in pochi passaggi facili da visualizzare. YouTube è lo strumento più utile per condividere i video di un educational con i propri clienti.

Creare una comunità attiva. Incentivare il proprio pubblico a condividere fotografie, non solo aiuterà a generare contenuti per l’account dell’agenzia, ma potrà creare una comunità attiva attorno al proprio marchio.

Agenzie, collaborate! La collaborazione con altre adv è cruciale per coinvolgere più persone. Condividere le informazioni (e i post) di altre agenzie può sembrare strano, ma è un modello win-win che aiuta a crescere insieme. Sul mercato offline e online l’unione fa la forza.

Costruire relazioni solide. Non si vendono solo servizi, ma si educano e guidano i clienti nella scelta delle soluzioni di viaggio. Creare post di consigli sulle mete è un plus per le adv, ma può avere un valore aggiunto: far crescere la base di follower includendo nuovi viaggiatori. Quante più informazioni e dati vengono proposti, tanto più interessante risulta l’attività dell’adv.

Organizzare contest. I contest sono una forma molto utile per promuovere la propria marca e attrarre più clienti. Sono veri e propri investimenti sul futuro   per fare in modo “che si parli” della propria attività. Piccoli premi erogati una volta al mese (escursioni in montagna, weekend in città) daranno enorme visibilità.

Ascoltare la Rete. Per migliorare il servizio e le offerte non è importante solo proporre, ma anche saper ascoltare la rete, prestando attenzione ai commenti online, i suggerimenti e le critiche. Studiare i profili digitali dei clienti aiuta a conoscere e approfondire le loro passioni e interessi.

Ogni canale ha il suo codice. Ogni social network vive di propri #hashtag, codici e linguaggi. Linkedin non va utilizzato come Facebook; Instagram non ha bisogno di link e di troppe parole; Snapchat “vive alla giornata” e il suo contenuto dura solo 24 ore.

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Agenti di viaggi social, ecco le superstar del web https://www.lagenziadiviaggimag.it/le-superstar-del-web/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-superstar-del-web https://www.lagenziadiviaggimag.it/le-superstar-del-web/#comments Thu, 12 Oct 2017 05:00:15 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=11302 La più famosa è Fabiana Raffani, l’agente di viaggi di Aprilia diventata una vera webstar con la sua pagina Facebook, Avventure Esotiche, da 150mila follower e centinaia di like per ogni post. Ma sono sempre di più gli agenti che usano i social media per fare branding, promuovere offerte e coinvolgere potenziali clienti. Attività digitali che sono dirette non più e non solo ai millennial, ma a una fascia sempre più ampia di viaggiatori smart che cercano idee di viaggio su Facebook (54% degli utenti nel 2016 secondo una ricerca Gfk), Instagram (38%) o tramite l’app Messenger (31%).

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La più famosa è Fabiana Raffani, l’agente di viaggi di Aprilia diventata una vera webstar con la sua pagina Facebook, Avventure Esotiche, da 150mila follower e centinaia di like per ogni post. Ma sono sempre di più gli agenti che usano i social media per fare branding, promuovere offerte e coinvolgere potenziali clienti. Attività digitali che sono dirette non più e non solo ai millennial, ma a una fascia sempre più ampia di viaggiatori smart che cercano idee di viaggio su Facebook (54% degli utenti nel 2016 secondo una ricerca Gfk), Instagram (38%) o tramite l’app Messenger (31%). Il semplice sito non basta più e l’agente deve essere sempre più digital e imparare a padroneggiare le tecniche del web marketing e della comunicazione sui social, ognuno con la sua strategia e le sue tecniche.

Grieco Tours di Molfetta, per esempio, mette al bando le “tristi locandine” e propone le sue offerte con garbo e foto accattivanti condite con qualche racconto di viaggio dei clienti. Nella pagina Facebook dell’agenzia pugliese, inoltre, vengono messi in evidenza i brevi video dei tour di gruppo organizzati dall’agenzia e le recensioni dei clienti.

Sara Falconi, titolare dell’agenzia Viaggi su Marte di Pesaro, è la vulcanica mente dietro all’esilarante fanpage “Confessioni di un Agente di Viaggio”, seguitissima da professionisti del turismo e non solo. L’agente pesarese, inoltre, ha fondato assieme ad altri colleghi MyBoardingPass, il travel blog scritto dagli agenti di viaggi, i cui contenuti e proposte vanno ad arricchire i feed delle pagine social dei vari collaboratori, compresa ovviamente quella di Viaggi su Marte.

Un filo diretto continuo con utenti e clienti, che dal sito rimbalza su Facebook, Twitter, Instagram e Youtube: è la strategia di Zoom in Earth Worldwide di San Miniato Basso in Toscana, adv specializzata in soggiorni in appartamenti e ville per vacanze. L’impostazione punta molto sul visual con la condivisione anche di foto scattate sul campo dai referenti nelle varie location. Consulente di viaggi per Verytravel di Cuneo, Monica Sauna è più nota in rete per il suo blog I Viaggi di Monique, un contenitore  slegato dalla logica di vendita di viaggi che, tra diari, immagini e reportage, funziona da fonte d’ispirazione per raccontare destinazioni, Paesi e attrazioni.

Se il sito diventa un travel magazine
Nuccia Faccenda e Ioana Pricop dell’agenzia Isalei Travel Giramondo di Alba (Cn) hanno trasformato il sito della loro adv in un vero e proprio travel blog magazine ricco di consigli pratici e diari dei loro viaggi e fam trip, raccontati in prima persona in modo fresco e scanzonato, in puro stile blogger. Il punto di forza della loro comunicazione social è, però, la pagina Facebook (www.facebook.com/isaleitravel) dell’agenzia, aggiornata di frequente con articoli del sito e, quando sono in viaggio, con brevi video in diretta streaming dal mondo che le vedono protagoniste.

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Web tax sì, web tax no: rinvio a primavera https://www.lagenziadiviaggimag.it/web-tax-si-web-tax-no-rinvio-primavera/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=web-tax-si-web-tax-no-rinvio-primavera https://www.lagenziadiviaggimag.it/web-tax-si-web-tax-no-rinvio-primavera/#respond Tue, 03 Oct 2017 11:29:50 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=11016 Equiparazione fiscale sul fatturato generato in Europa da colossi come Google, Facebook, Booking o anche Airbnb. È stato uno dei temi più discussi durante il Consiglio straordinario dei 28 capi di Stato e di governo dell’Unione europea sull’economia digitale, organizzato nelle scorse settimane a Tallinn dalla presidenza estone di turno. Ma nessun accordo è stato raggiunto. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ha ricordato che l’organo competente in materia è l’Ecofin e ha rinviato tutto alla prossima primavera.

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Equiparazione fiscale sul fatturato generato in Europa da colossi come Google, Facebook, Booking o anche Airbnb. È stato uno dei temi più discussi durante il Consiglio straordinario dei 28 capi di Stato e di governo dell’Unione europea sull’economia digitale, organizzato nelle scorse settimane a Tallinn dalla presidenza estone di turno. Ma nessun accordo è stato raggiunto. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ha ricordato che l’organo competente in materia è l’Ecofin e ha rinviato tutto alla prossima primavera.

Oltre alle pioniere Francia, Italia, Germania e Spagna – i quattro big dell’eurozona che hanno avanzato la proposta – dovrebbero essere 19 i Paesi a sostegno della web tax. Come è facile prevedere, le opposizioni arrivano principalmente dagli Stati Ue con regimi da paradiso fiscale, e quindi Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Malta e Cipro.

Il nostro premier Paolo Gentiloni ha dichiarato che, se non si dovesse arrivare in tempi rapidi al consenso generale sulla web tax, «i Paesi favorevoli, non solo possono, ma devono lavorare in coordinamento tra loro anche con le cooperazioni rafforzate». Quest’ultime, infatti, consentono di procedere anche in autonomia.

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Avanti con la web tax: pressing dei big Ue contro le multinazionali https://www.lagenziadiviaggimag.it/avanti-la-web-tax-pressing-dei-big-ue-le-multinazionali/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=avanti-la-web-tax-pressing-dei-big-ue-le-multinazionali https://www.lagenziadiviaggimag.it/avanti-la-web-tax-pressing-dei-big-ue-le-multinazionali/#respond Mon, 11 Sep 2017 09:35:20 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=10186 I quattro big dell’eurozona, Germania, Francia, Italia e Spagna, hanno deciso di proporre all’Unione europea la web tax per far fronte alle aggressive strategie fiscali adottate dai vari Google, Facebook, Booking.com o anche Airbnb. Un’iniziativa, questa, che intende superare l’attuale principio della residenza fiscale delle aziende soggette quindi a tassazione in un solo Paese, adattandolo alle caratteristiche dell’economia digitale che invece produce redditi virtuali in più Stati.

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I quattro big dell’eurozona, Germania, Francia, Italia e Spagna, hanno deciso di proporre all’Unione europea la web tax per far fronte alle aggressive strategie fiscali adottate dai vari Google, Facebook, Booking.com o anche Airbnb. Un’iniziativa, questa, che intende superare l’attuale principio della residenza fiscale delle aziende soggette quindi a tassazione in un solo Paese, adattandolo alle caratteristiche dell’economia digitale che invece produce redditi virtuali in più Stati. E nella maggior parte dei casi, i vari profitti vengono trasferiti in quelli che si possono considerare veri e propri paradisi fiscali – ad esempio Irlanda, Olanda o Lussemburgo, dove le aliquote sono circa la metà rispetto alla nostra – per eludere ed evadere le tasse dove, però, si realizzano fatturati miliardari.

La dichiarazione congiunta, firmata da Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia in Italia, e dal francese Bruno Le Maire, il tedesco Wolfgang Schaeuble e lo spagnolo Luis de Guindos, è stata inviata al collega estone Toomas Toniste, che ricopre la presidenza di turno dell’Ecofin (Consiglio Economia e Finanza) informale in programma il 15 e il 16 settembre prossimi a Tallinn.

Quello che si chiede nel documento è, quindi, un’equiparazione fiscale sul fatturato generato in Europa dalle compagnie digitali. Padoan ha sottolineato l’importanza del caso ricordando che le tasse bassissime finora pagate dalle multinazionali del web mettono a rischio quelli che sono i principi di equità fiscalesostenibilità del modello economico e sociale del nostro Continente.

Copia della dichiarazione dei quattro ministri è stata inviata, inoltre, al commissario Ue per la Fiscalità, il francese Pierre Moscovici, che a Bruxelles sta da tempo coordinando una iniziativa complessiva proprio riguardante l’elusione e l’evasione delle tasse.

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WhatsApp Business e le spunte verdi contro le truffe https://www.lagenziadiviaggimag.it/whatsapp-business-le-spunte-verdi-le-truffe/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=whatsapp-business-le-spunte-verdi-le-truffe https://www.lagenziadiviaggimag.it/whatsapp-business-le-spunte-verdi-le-truffe/#respond Fri, 08 Sep 2017 08:38:13 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=10126 È WhatsApp Business l’ultima mossa dell’applicazione ormai nelle mani di Facebook da febbraio 2014. Uno strumento che, considerando i tempi, ha tutte le carte in regola per diventare un’arma in più a favore delle aziende. L’annuncio è arrivato tramite il blog ufficiale dell’app: «Stiamo costruendo e testando nuovi strumenti per piccole attività, così come una soluzione enterprise per realtà di maggiori dimensioni che operano su larga scala con una base di clienti globale, e quindi compagnie aeree o anche siti di ecommerce.

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È WhatsApp Business l’ultima mossa dell’applicazione ormai nelle mani di Facebook da febbraio 2014. Uno strumento che, considerando i tempi, ha tutte le carte in regola per diventare un’arma in più a favore delle aziende. L’annuncio è arrivato tramite il blog ufficiale dell’app: «Stiamo costruendo e testando nuovi strumenti per piccole attività, così come una soluzione enterprise per realtà di maggiori dimensioni che operano su larga scala con una base di clienti globale, e quindi compagnie aeree o anche siti di ecommerce. Queste aziende potranno utilizzare le nostre soluzioni per inviare alla propria clientela notifiche utili, come ad esempio gli orari di un volo, le conferme di avvenuta consegna o altri aggiornamenti».

E così, proprio in vista dell’introduzione dei profili business nell’applicazione, con il prossimo aggiornamento dovrebbe arrivare anche la spunta verde, una misura che obbligherà ciascuna azienda a registrarsi inserendo nei campi indicati dalla piattaforma tutte le informazioni utili a dimostrare la veridicità dell’account. Una volta fatto, sul proprio profilo, comparirà accanto al nome aziendale il simbolo verde a garanzia della propria identità.

Si tratta di una mossa nuova per WhatsApp, ma di certo non innovativa nel mondo della tecnologia, configurandosi come molto simile al servizio che social media come Facebook, Instagram o Twitter già garantiscono ai propri utenti. Necessaria, forse ancor di più, nel contesto di Whatsapp Business, per prevenire eventuali truffe e relativi danni.

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L’aeroporto di Milano Bergamo è su Facebook, Instagram e Twitter https://www.lagenziadiviaggimag.it/laeroporto-milano-bergamo-facebook-instagram-twitter/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=laeroporto-milano-bergamo-facebook-instagram-twitter https://www.lagenziadiviaggimag.it/laeroporto-milano-bergamo-facebook-instagram-twitter/#respond Mon, 04 Sep 2017 05:40:54 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9971 L’Aeroporto di Milano Bergamo apre i propri profili social, presenti da oggi sulle piattaforme Facebook e Instagram come Milan Bergamo Airport e su Twitter come @MilanBergamoBGY.

La società di gestione aeroportuale Sacbo sceglie così di allargare ai canali web di più larga diffusione la comunicazione relativa alle attività e ai servizi aeroportuali. Si tratta di una connessione permanente a beneficio di quanti utilizzano lo scalo e, attraverso i propri device mobili, vogliono essere aggiornati sulle novità giornaliere e ottenere indicazioni utili per fruire di vantaggi e opportunità dedicati a chi viaggia ed è in partenza dallo scalo.

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L’Aeroporto di Milano Bergamo apre i propri profili social, presenti da oggi sulle piattaforme Facebook e Instagram come Milan Bergamo Airport e su Twitter come @MilanBergamoBGY.

La società di gestione aeroportuale Sacbo sceglie così di allargare ai canali web di più larga diffusione la comunicazione relativa alle attività e ai servizi aeroportuali. Si tratta di una connessione permanente a beneficio di quanti utilizzano lo scalo e, attraverso i propri device mobili, vogliono essere aggiornati sulle novità giornaliere e ottenere indicazioni utili per fruire di vantaggi e opportunità dedicati a chi viaggia ed è in partenza dallo scalo.

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Le evoluzioni di Facebook dalla sfida cinese alla pubblicità su misura https://www.lagenziadiviaggimag.it/le-evoluzioni-facebook-dalla-sfida-cinese-alla-pubblicita-misura/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-evoluzioni-facebook-dalla-sfida-cinese-alla-pubblicita-misura https://www.lagenziadiviaggimag.it/le-evoluzioni-facebook-dalla-sfida-cinese-alla-pubblicita-misura/#respond Fri, 01 Sep 2017 07:00:35 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9941 Quella di Facebook è un’evoluzione continua. Una crescita che passa da mosse che vanno oltre Marketplace e per certi versi risultano anche inaspettate: è il caso, in primis, di quella direzione Cina, con il lancio di Colourful Balloons, un’app per la condivisione di fotografie molto simile a Moments che cerca di aggirare i divieti imposti da Pechino a partire dal 2009. C’è poi Watch, un nuovo servizio video che offrirà presto, in via sperimentale a una porzione di pubblico americano, brevi contenuti originali prodotti da società partner come National Geographic.

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Quella di Facebook è un’evoluzione continua. Una crescita che passa da mosse che vanno oltre Marketplace e per certi versi risultano anche inaspettate: è il caso, in primis, di quella direzione Cina, con il lancio di Colourful Balloons, un’app per la condivisione di fotografie molto simile a Moments che cerca di aggirare i divieti imposti da Pechino a partire dal 2009. C’è poi Watch, un nuovo servizio video che offrirà presto, in via sperimentale a una porzione di pubblico americano, brevi contenuti originali prodotti da società partner come National Geographic. Senza dubbio, una vera sfida alle televisioni.

Ad annunciare il tutto, Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, nell’ultimo periodo impegnato tra le altre cose a schivare le provocazioni dei sostenitori del salario minimo di cittadinanza, che dovrebbe essere corrisposto agli utenti del web in cambio dei preziosissimi dati puntualmente girati alle agenzie di pubblicità.

Ed è proprio la pubblicità – così come riporta ninjamarketing.it – a rendersi protagonista di uno dei prossimi movimenti di Facebook, che sta testando un’opzione di pubblico personalizzato in grado di consentire alle aziende di targetizzare gli annunci verso chi ha visitato il proprio negozio. Una funzione che andrebbe a creare un elenco di persone che hanno fatto visita negli ultimi 30 giorni al punto vendita di interesse. Ma come esattamente il social network riuscirà a sviluppare quest’audience – si può pensare alla geolocalizzazione – ancora non è stato ufficializzato.

Ciò che si può ipotizzare con più certezza è che il retargeting, così progettato, si rivelerà una funzionalità particolarmente utile per tutte quelle aziende che hanno a che fare con una clientela retail, come ad esempio le agenzie di viaggi. E, avere a disposizione un’audience così specifica, consentirà di lavorare su due importanti obiettivi: fidelizzare la clientela e stimolare gli acquisti su canali diversi, aumentando l’interazione tra online e offline.

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Il futuro dei gds tra Google, Facebook e Ndc https://www.lagenziadiviaggimag.it/futuro-dei-gds-google-facebook-ndc/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=futuro-dei-gds-google-facebook-ndc https://www.lagenziadiviaggimag.it/futuro-dei-gds-google-facebook-ndc/#respond Thu, 10 Aug 2017 05:00:51 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9767 Google, Facebook. E poi il nuovo protocollo Iata della New Distribution Capability (Ndc), oltre a nuovi player capaci in futuro di aggregare più (e meglio) alcuni contenuti specifici. Il futuro dei gds finisce sotto la lente di ingrandimento di Skift, che in un lungo articolo fa i conti in tasca ad Amadeus, Sabre e Travelport, cercando di capire cosa c’è da aspettarsi per i prossimi anni in un mercato, quello della distribuzione, in rapida evoluzione.

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Google, Facebook. E poi il nuovo protocollo Iata della New Distribution Capability (Ndc), oltre a nuovi player capaci in futuro di aggregare più (e meglio) alcuni contenuti specifici. Il futuro dei gds finisce sotto la lente di ingrandimento di Skift, che in un lungo articolo fa i conti in tasca ad Amadeus, Sabre e Travelport, cercando di capire cosa c’è da aspettarsi per i prossimi anni in un mercato, quello della distribuzione, in rapida evoluzione.

Sul tema della disintermediazione, ad esempio, grande nemica dei gds, viene ripreso un recente report redatto dalla London School of Economics con Amadeus: “Mentre la distribuzione diretta può essere un’ottima soluzione per i brand più forti nei propri mercati domestici, per raggiungere i viaggiatori sui mercati internazionali è necessario affidarsi ai gds o alle agenzie di viaggi, ai metasearch o ai gatekeeper come GoogleFacebook». Un’ipotesi quest’ultima, più facilmente perseguibile dalle major più importanti, ma meno dai vettori meno grandi, che quindi preferiranno continuare a investire sulla distribuzione tradizionale.

E non è finita, perché tra gli spauracchi del futuro prossimo venturo potrebbe esserci anche l’entrata in campo di nuovi player. «Ciò che mi tiene sveglio alla notte – dice il ceo di TravelportJeff Clarke – è che in uno scenario di grande frammentazione come quello dell’industria odierna del travel, i gds devono riuscire ad aggregare nuovi contenuti in un modo sempre più rapido, e sempre più semplice». È il caso ad esempio del cosiddetto airline merchandising delle compagnie aeree (in sintesi, tariffe e servizi addizionali) e di contenuti legati agli hotel, tutte questioni che piccole realtà specializzate potrebbero decidere di intermediare.

Secondo Jim Davidson, ceo di Farelogix, società americana provider di soluzioni tecnologiche per l’aviazione, il pericolo per i gds arriva anche dalle stesse agenzie di viaggi: «Credo che non siamo lontani dal giorno in cui le stesse adv incominceranno a voler avere più controllo sulle loro decisioni in fatto di tecnologia, senza cioè dover per forza passare dai global distribution system. Ciò avverrà più in fretta, quanto più saranno le compagnie aeree che seguiranno la strada di un modello di distribuzione diretta».

E se al momento la pace tra gds e Iata sembra fatta a proposito del nuovo protocollo Ndc, un’altra minaccia, questa volta più futuribile, potrebbe venire per i gds anche dall’applicazione della tecnologia blockchain al mondo del travel. Per non parlare delle molte società, come le tedesche Flyiin o Peakwork, il cui core business è quello di fornire a compagnie aeree (ma anche tour operator) la possibilità di vendere i propri prodotti senza passare dalle big 3 dell’intermediazione.

E che ruolo avranno Google, Facebook e TripAdvisor, si chiede da ultimo Skift? «Da anni ci viene detto che i gds scompariranno, ma siamo tutti ancora qui. Di certo, per andare avanti dovremo applicare al nostro business anche soluzioni derivate dal mondo retail e alcuni principi di merchandising derivati da altri settori, per poter essere pronti a soddisfare quello che i consumatori si aspettano da tutti i tipi di piattaforme, siano esse Amazon, Alibaba o Airbnb». Parola di Wade Jones, executive vp di Sabre.

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Un like non è per sempre: regole per una strategia social vincente https://www.lagenziadiviaggimag.it/un-like-non-sempre-regole-strategia-social-vincente/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-like-non-sempre-regole-strategia-social-vincente https://www.lagenziadiviaggimag.it/un-like-non-sempre-regole-strategia-social-vincente/#respond Mon, 31 Jul 2017 05:00:10 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=8977 Nella strategia online di un’azienda è fondamentale riuscire a trasmettere al meglio la reale identità della propria attività. Cercare contenuti che riescano ad attrarre ogni genere di pubblico è rischioso: lo scopo di una comunicazione social non può essere quella di piacere a tutti, quanto piuttosto di riuscire a comprendere e mantenere il pubblico che realmente può essere interessato al brand. Per questo è fondamentale definire il target a cui rivolgersi, selezionarlo e poi curarlo al fine di una fidelizzazione duratura nel tempo.

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Nella strategia online di un’azienda è fondamentale riuscire a trasmettere al meglio la reale identità della propria attività. Cercare contenuti che riescano ad attrarre ogni genere di pubblico è rischioso: lo scopo di una comunicazione social non può essere quella di piacere a tutti, quanto piuttosto di riuscire a comprendere e mantenere il pubblico che realmente può essere interessato al brand. Per questo è fondamentale definire il target a cui rivolgersi, selezionarlo e poi curarlo al fine di una fidelizzazione duratura nel tempo.

Sui principali social network, da Facebook a Twitter a LinkedIn, esistono degli strumenti di segmentazione a pagamento che possono aiutare nell’attività di profilazione del pubblico. Ma fattore determinante per mantenere un’utenza affezionata è innanzitutto una forma corretta di comunicazione e gestione dei contenuti.

Il social media manager è innanzitutto un comunicatore, e in quanto tale deve essere sempre attivo e disponibile sul profilo dell’azienda: di fronte a domande, richieste, perfino polemiche, deve essere reattivo con risposte adatte al pubblico cui si sta rivolgendo. Nei casi più classici – escludendo quindi quei brand che hanno fatto di post graffianti, ironici e perfino sarcastici il proprio marchio di fabbrica – un tono disponibile, paziente e pacato incoraggia l’utenza di riferimento a proseguire la comunicazione, visitare la pagina, continuare a porre ulteriori domande e osservazioni. Si crea così una selezione naturale a doppio binario: il social media manager coinvolge un pubblico che sceglie di continuare a interagire con l’azienda.

Il pensiero di un buon social media manager non deve essere quindi diretto soltanto ad aumentare sempre più il numero di sostenitori delle pagine social della propria azienda: in un articolo di Socialware, piuttosto datato ma sempre attuale, troviamo delle indicazioni che ancora sono la bussola di una buona strategia di social marketing: “Il vostro primo pensiero non deve essere come aumentare le visite sul sito”. Meglio un utente interessato che 100 disinteressati. Se utilizzate strumenti di web analytics, è bene dare maggior importanza a metriche come “durata e profondità delle visite” piuttosto che al “numero dei visitatori” o al “tempo medio sul sito”. Anche in questo caso, “solo fornendo contenuti unici si riusciranno a fidelizzare gli utenti”.

Non bisogna mai scordare che è la scelta il principio fondamentale: fra migliaia di pagine esistenti, un utente può scegliere un’azienda piuttosto che un’altra che porta avanti attività simili. Diventa quasi un dovere allora premiare quella scelta, e fare in modo che il proprio pubblico non torni sui propri passi: gli strumenti statistici a disposizione su tutti i social network permettono di capire la tipologia di utenza (genere, età, provenienza, fasce orarie di maggiore traffico). Uno studio approfondito di questi dati permette di delineare più facilmente una strategia vincente per continuare a creare contenuti che attraggano sempre più l’interesse dei follower: conquistare un “mi piace” una volta non vuol dire certo averlo conquistato per sempre.

Poca cura nel coltivare il proprio pubblico con contenuti e interazioni trascurate e non mirate ottiene come risultato semplicemente un profilo aziendale fallimentare: contrariamente a quello che si può pensare, accumulare like non è lo scopo di una pagina Facebook. Un’azienda seguita da centinaia di persone che però non lasciano un commento o una recensione deve rivedere la propria strategia social: l’obiettivo primario è infatti quello di riuscire a creare e mantenere viva una piccola community fidelizzata e attiva, che trovi il proprio interesse soddisfatto e sia così invogliato a continuare a seguire e interagire.

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C’era una volta il boom di Twitter: il social perde colpi https://www.lagenziadiviaggimag.it/cera-volta-boom-twitter-social-perde-colpi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cera-volta-boom-twitter-social-perde-colpi https://www.lagenziadiviaggimag.it/cera-volta-boom-twitter-social-perde-colpi/#respond Fri, 28 Jul 2017 11:43:05 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9447 Nel secondo trimestre dell’anno Twitter non ha conquistato nuovi utenti. Il numero di iscritti al social media dell’uccellino azzurro è rimasto infatti inchiodato a quota 328 milioni. E anche se si cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno sottolineando la crescita del 12% dei profili attivi ogni giorno – Recode stima 157 milioni di persone – questi sono comunque più bassi rispetto ad esempio ai 166 milioni di Snapchat.

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Nel secondo trimestre dell’anno Twitter non ha conquistato nuovi utenti. Il numero di iscritti al social media dell’uccellino azzurro è rimasto infatti inchiodato a quota 328 milioni. E anche se si cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno sottolineando la crescita del 12% dei profili attivi ogni giorno – Recode stima 157 milioni di persone – questi sono comunque più bassi rispetto ad esempio ai 166 milioni di Snapchat. O perché no al miliardo (anche di più) di WhatsApp.

Ma torniamo alle new entry, con l’eclatante esempio Facebook, che nello stesso periodo conta circa 70 milioni di nuovi iscritti superando i 500 miliardi di capitalizzazione e volando di conseguenza in Borsa – Twitter arriva a perdere fino al 14% – Una crescita evidente, che quindi permette a Mark Zuckerberg di entrare di prepotenza nell’esclusivo club dei colossi di cui fanno parte Apple, Amazon e Google.

La sentenza, a oggi, è così una sola: Twitter non cresce più e, addirittura, negli Stati Uniti perde pezzi, non beneficiando nemmeno più della spinta Donald Trump. Durante la campagna elettorale, infatti, la vivace attività in azzurro dell’attuale presidente degli Usa portava con sé un promettente aumento di 9 milioni di iscritti al social media. Un effetto che, evidentemente, si è esaurito. Lasciando spazio a una soluzione. Da trovare.

 

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Travelike, nuovi tool e l’ingresso su Facebook e YouTube https://www.lagenziadiviaggimag.it/travelike-nuovi-tool-lingresso-facebook-youtube/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=travelike-nuovi-tool-lingresso-facebook-youtube https://www.lagenziadiviaggimag.it/travelike-nuovi-tool-lingresso-facebook-youtube/#respond Thu, 27 Jul 2017 09:45:41 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9404 Due nuovi canali social per Travelike: Facebook e YouTube, con il primo che proporrà le più importanti news dell’industria turistica e informazioni specifiche relative al portate, e il secondo che invece diventerà un contenitore sia di notizie che di tutorial, utili per apprendere come utilizzare Travelike e per scoprire le nuove funzioni che andranno progressivamente a integrare la piattaforma di dynamic packaging. Una mossa tutta orientata alle agenzie di viaggi, per rafforzare ulteriormente l’interazione e fornire loro strumenti sempre più innovativi e finalizzati a valorizzare al meglio tutte le potenzialità del portale.

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Due nuovi canali social per Travelike: Facebook e YouTube, con il primo che proporrà le più importanti news dell’industria turistica e informazioni specifiche relative al portate, e il secondo che invece diventerà un contenitore sia di notizie che di tutorial, utili per apprendere come utilizzare Travelike e per scoprire le nuove funzioni che andranno progressivamente a integrare la piattaforma di dynamic packaging. Una mossa tutta orientata alle agenzie di viaggi, per rafforzare ulteriormente l’interazione e fornire loro strumenti sempre più innovativi e finalizzati a valorizzare al meglio tutte le potenzialità del portale.

«Crediamo molto nell’utilità dei social e nel loro risvolto pratico. Grazie a questi nuovi canali social contiamo di rafforzare ulteriormente l’interlocuzione e lo scambio. Per stabilire un contatto ancora più diretto, in alcuni video, io e il mio staff figureremo in prima persona, presentando di volta in volta i nuovi argomenti», ha commentato Chiara Roci, direttore generale di Travelike.

Tra le new entry della piattaforma figura anche un tool dedicato ai trasferimenti, che nell’ottica della massima flessibilità con cui è possibile utilizzare tutte le funzioni si integra con la prenotazione di strutture, voli e pacchetti volo/soggiorno. Cresce poi anche la disponibilità relativa all’hôtellerie con l’ingresso di un nuovo fornitore di strutture alberghiere attivo worldwide. Non manca molto, inoltre, all’arrivo di altre nuove funzioni che permetteranno di selezionare escursioni e altre attività, abbinabili a tutti gli altri filtri.

«La piattaforma si arricchisce costantemente di nuovi contenuti e diventa sempre più flessibile. Abbiamo inserito una funzione dedicata ai transfer per arrivare a coprire tutte le esigenze dei viaggiatori e differenziare al meglio la nostra offerta. Il servizio può essere aggiunto a ogni tipo di proposta nella fase conclusiva della prenotazione con poche e rapide mosse. Siamo inoltre molto soddisfatti di poter offrire una scelta ancora più ampia relativa all’hôtellerie, che ci permette di interloquire con un numero ancora maggiore di target e di disporre sempre di ottime disponibilità», conclude Chiara Roci.

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Booking.com lancia una petizione per creare 5 emoji https://www.lagenziadiviaggimag.it/booking-com-lancia-una-petizione-per-creare-5-emoji/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=booking-com-lancia-una-petizione-per-creare-5-emoji https://www.lagenziadiviaggimag.it/booking-com-lancia-una-petizione-per-creare-5-emoji/#respond Thu, 20 Jul 2017 12:54:56 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9215 Tecnologia al centro del viaggio. Booking.com ha condotto un’indagine su 18mila persone in circa 25 Paesi scoprendo che, accanto ad azioni tradizionali, come disfare le valigie, scoprire la struttura e programmare le attività dei giorni successivi, nelle prime 24 ore di vacanza si fanno belle foto da postare sui social (27-37%), si controllano le recensioni online dei ristoranti (26%), si ascolta la playlist (13%) e si controlla la email di lavoro (10%).

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Tecnologia al centro del viaggio. Booking.com ha condotto un’indagine su 18mila persone in circa 25 Paesi scoprendo che, accanto ad azioni tradizionali, come disfare le valigie, scoprire la struttura e programmare le attività dei giorni successivi, nelle prime 24 ore di vacanza si fanno belle foto da postare sui social (27-37%), si controllano le recensioni online dei ristoranti (26%), si ascolta la playlist (13%) e si controlla la email di lavoro (10%). Perciò, è il primo giorno il più tecnologico di tutti. E nella lista delle caratteristiche principali che un hotel deve avere, c’è un wifi potente, segnalato dal 32% degli intervistati.

Stesso discorso vale per le paure che si concentrano, per lo più, nelle prime 24 ore: se il 39% dei clienti è preoccupato di perdere il bagaglio e il 40% teme che la sistemazione non sia all’altezza delle aspettative, un altro buon 40% ha il terrore di non riuscire a connettersi al wifi.

Analizzando le aspettative, secondo la ricerca Booking.com, oltre la metà degli intervistati (54%) spera di trovare bel tempo, il 33% spera di fare amicizia con altri viaggiatori, il 35-46% si augura di fare ottime foto per i social, per dirne alcune. Sempre dall’indagine emerge, poi, che a essere più positivi nelle primo giorno di vacanza sono russi, olandesi, thailandesi, spagnoli e norvegesi.

E proprio per mettere insieme in modo divertente i dati più importanti della ricerca, ovvero l’importanza delle prime 24 ore e la tecnologia in vacanza, Booking.com ha deciso di creare cinque nuove emoji a tema da regalare alla comunità virtuale. La piattaforma ha inviato una petizione a Unicode, l’organizzazione che le approva, per farle includere come parte dell’attuale lista. Per aiutare le emoji a finire sugli smartphone del mondo basta firmare questa petizione.

Il 17 luglio, quando è stata diffusa la notizia del contest, si è celebrato l’anniversario di nascita degli emoji, le “faccine” e i disegnini nati in Giappone nel 1999, oggi utilizzati nei social network e nelle chat, da Facebook a WhatsApp. Proprio in questa data, riportata sull’icona del calendario nella tastiera emoji di iPhone e iPad, si festeggia il World Emoji Day.

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Newsletter perfette? I cinque migliori software sul mercato https://www.lagenziadiviaggimag.it/newsletter-perfette-cinque-migliori-software/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=newsletter-perfette-cinque-migliori-software https://www.lagenziadiviaggimag.it/newsletter-perfette-cinque-migliori-software/#respond Mon, 26 Jun 2017 05:00:18 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=8421 Una comunicazione via email massiva strutturata ed efficace può essere un mezzo commerciale e informativo di grande impatto, se basata su due fattori fondamentali: una strategia ben congegnata (qui abbiamo provato a suggerire dei consigli utili per la promozione dei propri contenuti) e degli strumenti semplici ma efficienti per metterla in atto.
Nell’ormai sempre più ricco panorama di software disponibili per la creazione delle newsletter, ne abbiamo individuati cinque ritenuti fra i più performanti e allo stesso tempo facili da utilizzare.

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Una comunicazione via email massiva strutturata ed efficace può essere un mezzo commerciale e informativo di grande impatto, se basata su due fattori fondamentali: una strategia ben congegnata (qui abbiamo provato a suggerire dei consigli utili per la promozione dei propri contenuti) e degli strumenti semplici ma efficienti per metterla in atto.
Nell’ormai sempre più ricco panorama di software disponibili per la creazione delle newsletter, ne abbiamo individuati cinque ritenuti fra i più performanti e allo stesso tempo facili da utilizzare.

MailChimp. Forse il più famoso fra i software per la creazione delle newsletter, nonché pioniere del settore, MailChimp continua a essere uno dei programmi più efficienti sul mercato nonostante la concorrenza sempre più agguerrita. L’interfaccia semplice e la chiarezza delle funzioni lo rendono facilmente utilizzabile anche per creatori di campagne email alle prime armi: editor grafico intuitivo, collegamenti con i principali social network, liste contatti facilmente segmentabili e reports accessibili e precisi mantengono questo software uno dei più concorrenziali nell’ambito di newsletter e email marketing.
La versione standard del programma prevede la possibilità di inserire fino a 2000 contatti, per un massimo di 12000 email inviabili al mese. La versione a pagamento, fra le più economiche sul mercato, si contraddistingue per un ottimo rapporto fra servizi previsti e prezzo.

SendBlaster. Probabilmente il software più intuitivo e semplice da utilizzare nel panorama dei programmi di creazione di newsletter.
La sua interfaccia è molto simile a quella di un comune client di posta, con tutte le funzionalità necessarie per organizzare al meglio le liste dei vostri contatti così da poter creare dei gruppi ben targettizzati a cui inviare le vostre comunicazioni. È possibile inoltre impostare facilmente dei filtri per fare una selezione ulteriore dei destinatari più indicati per il vostro messaggio, a seconda del contenuto.
Questo software offre inoltre la possibilità di personalizzare il messaggio sia nell’oggetto che nel contenuto con il nome del cliente, grazie all’utile sistema di schedatura compilabile per gli iscritti alla mailing list.
Per impostare la vostra newsletter, è possibile creare un template originale oppure sceglierne uno fra i molti predisposti da SendBlaster – chiaramente responsive.
La versione free di questo programma presenta tutte le funzioni di quella premium: l’unica differenza è il numero di e-mail inviabili al giorno, che si riduce soltanto a 100.

MaxBulk Mailer. MaxBulk Mailer è un programma di client desktop disponibile sia per Mac che per Windows, in versione standard o pro. A differenza della maggior parte dei software di creazione di newsletter, con MaxBulk Mailer è possibile selezionare una grande varietà di lingue differenti (dalle classiche inglese, francese, italiano fino a cinese e coreano). Dispone inoltre di un’interfaccia molto user friendly, permette piuttosto facilmente l’importazione dei propri contatti da webmail all’interno del sistema, ed è possibile compilare il proprio messaggio sia in HTML che in semplice testo. Si distingue per la rapidità con cui invia il messaggio a tutti i contatti.

Email Chef. Una grafica essenziale e chiara fanno di Email Chef uno dei software più semplici e gradevoli dal punto di vista della user experience.
Lanciato recentemente sul mercato, dispone di un gran numero di funzioni promozionali per affermarsi in fretta fra i principali programmi per la creazione di newsletter: offre la possibilità di organizzare liste di spedizione ben definite, spedire campagne di email marketing, creare i template in autonomia, programmare email automatizzate che vengano spedite soltanto in se si verificano particolari condizioni o azioni.
L’iscrizione gratuita permette un numero illimitato di email da inviare, ma un limite di 500 contatti. Esistono poi diversi pacchetti premium, i cui servizi e costi variano in base alle necessità.

Emma. Pensato per le piccole e medie imprese, Emma è un software molto intuitivo pensato per rendere la realizzazione della newsletter semplice e veloce. È possibile scegliere fra numerosi template, tutti responsive, prevede una ricca galleria di immagini da cui poter attingere per personalizzare la propria email, ma dispone anche di un comodissimo sistema di upload di foto direttamente dal proprio profilo Facebook o Flickr.
Il programma ha diverse funzionalità ulteriori: è integrato con i principali social network, permette la creazione di campagne email altamente targettizzate, include strumenti per creare sondaggi e questionari online, e ha un’app dedicata alle statistiche, che vi permette di sapere in tempo reale dal vostro telefono le performance della newsletter.
Il software è a pagamento, ma mette a disposizione 14 giorni di prova gratuita. Per tutte le organizzazioni no profit che vogliano usufruirne, stabilisce inoltre uno sconto del 20% su qualsiasi piano si voglia adottare.

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Email marketing: gli strumenti e cinque consigli utili https://www.lagenziadiviaggimag.it/email-marketing-gli-strumenti-cinque-consigli-utili/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=email-marketing-gli-strumenti-cinque-consigli-utili https://www.lagenziadiviaggimag.it/email-marketing-gli-strumenti-cinque-consigli-utili/#respond Mon, 19 Jun 2017 05:00:07 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=8246 Fra gli strumenti di email marketing, i due più noti sono senz’altro newsletter e Direct Email Marketing, o più comunemente Dem. Per quanto i social network – e Facebook su tutti – stiano prendendo piede nelle strategie di marketing digitale, l’email continua a essere considerata il medium più performante di coinvolgimento degli utenti nella promozione dei propri contenuti.

Newsletter e Dem svolgono delle funzioni molto simili.

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Fra gli strumenti di email marketing, i due più noti sono senz’altro newsletter e Direct Email Marketing, o più comunemente Dem. Per quanto i social network – e Facebook su tutti – stiano prendendo piede nelle strategie di marketing digitale, l’email continua a essere considerata il medium più performante di coinvolgimento degli utenti nella promozione dei propri contenuti.

Newsletter e Dem svolgono delle funzioni molto simili. Se la prima però è utilizzata principalmente come un mezzo di informazione, volto ad accrescere la fidelizzazione della propria utenza, l’obiettivo fondamentale della seconda è commerciale e finalizzato alla di conquista di nuova clientela.
La Dem è infatti una forma di comunicazione, dal target fortemente profilato, che tramite l’offerta di promozioni, coupon e sconti vuole spingere il destinatario all’azione. L’azienda promotrice si affida a delle società di raccolta dati che si fanno carico dell’individuazione del segmento di pubblico cui rivolgersi, e della spedizione. Questo implica chiaramente un costo maggiore rispetto a una newsletter autogestita, o all’acquisto di spazi banner, ma anche un ritorno statisticamente molto più remunerativo tanto in termini di click che di lead (ordini, richieste informazioni, ecc.).

Una volta scelto lo strumento più adatto per la vostra campagna di email marketing, ecco qualche consiglio per strutturare un messaggio che sia accattivante ed efficace:

1. Attenzione: mittente e oggetto. Il mittente e l’oggetto della nostra e-mail determinano il primo passo verso il successo o il fallimento della nostra campagna. Il mittente deve essere perfettamente riconoscibile a una prima lettura, anche distratta (se la vostra utenza vi conosce secondo un nome, non ha senso inviarle comunicazioni utilizzando come mittente, ad esempio, la vostra ragione sociale), e l’oggetto deve suscitare un interesse sufficiente perché chi riceve l’email sia invogliato anche ad aprirla. Deve quindi essere breve ma accattivante, coerente con il messaggio (mai cercare di attirare più click con promesse non mantenute), vago ma non troppo: va bene creare un’aspettativa, ma è necessario capire a colpo d’occhio di cosa stiamo parlando.

2. Lunghezza e linguaggio. Lo sappiamo: il web viaggia veloce, e le parole devono fare altrettanto. Nello strutturare i vostri contenuti, cercate di sfruttare uno stile semplice e rapido, che possa restare in mente anche a un lettore distratto che ha aperto la vostra email nella pausa caffè. Nei messaggi di posta elettronica la capacità di sintesi premia: chiari e concisi, per trasmettere il proprio messaggio in modo incisivo ed efficace.

3. Rivolgere delle domande. Ricordatevi che quella che state inviando è una comunicazione, informativa o commerciale che sia, e non un monologo: per tenere viva l’attenzione dell’utente, è fondamentale che questi si senta coinvolto. Rivolgere delle domande è uno dei mezzi più efficaci, perché il cervello reagisce istintivamente per trovare delle risposte. Inserire nel proprio testo degli stimoli in questo senso è una strategia utile per evitare che gli utenti decidano di chiudere l’email senza aver terminato la lettura.

4. Call to action. Le possibilità di invito all’azione sono infinite, sia in termini di linguaggio che di grafica, a seconda dello scopo che volete raggiungere. Che sia per far aderire a un’offerta commerciale, promuovere un contenuto, o semplicemente rimandare al proprio sito, la risposta dell’utente alla call to action determina l’efficacia della vostra campagna email. Per questo l’invito deve essere chiaro ma non troppo generico (è meglio evitare formule inflazionate come “Scopri di più”), che metta bene in evidenza i benefici che otteniamo nel cliccare quella specifica promozione.

5. Newsletter responsive. Che scegliate di creare da soli la vostra campagna email, o di appoggiarvi a un programma esterno, fondamentale è che concepiate il vostro messaggio in maniera responsive. Le ultime statistiche sull’utilizzo dei cellulari hanno messo in evidenza come ormai più del 50% delle email ricevute vengano aperte dal proprio smartphone piuttosto che dal computer: la ricezione di un contenuto non ottimizzato in questo senso può determinare la perdita istantanea di una parte di utenza consistente. È sufficiente una sola cattiva visualizzazione, infatti, perché chi riceva l’email decida che il vostro messaggio non valga neanche un click del loro tempo, se non quello necessario per disiscriversi dalla vostra mailing list.

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Facebook e la guerra allo spam: stop alla pubblicità scadente https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-la-guerra-allo-spam-stop-alla-pubblicita-scadente/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=facebook-la-guerra-allo-spam-stop-alla-pubblicita-scadente https://www.lagenziadiviaggimag.it/facebook-la-guerra-allo-spam-stop-alla-pubblicita-scadente/#respond Fri, 19 May 2017 07:55:54 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=7210 La battaglia dei social network contro contenuti scadenti, disturbanti e spam ha raggiunto di recente una nuova frontiera. Facebook ha sviluppato infatti un nuovo algoritmo, già introdotto all’inizio di questo mese, per riconoscere e penalizzare quelle pagine che condividono immagini e post non pertinenti, contenenti un numero eccessivo di inserzioni pubblicitarie e contenuti scioccanti, fuorvianti o ingannevoli.

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La battaglia dei social network contro contenuti scadenti, disturbanti e spam ha raggiunto di recente una nuova frontiera. Facebook ha sviluppato infatti un nuovo algoritmo, già introdotto all’inizio di questo mese, per riconoscere e penalizzare quelle pagine che condividono immagini e post non pertinenti, contenenti un numero eccessivo di inserzioni pubblicitarie e contenuti scioccanti, fuorvianti o ingannevoli.
Progressivamente, i programmi di instant articles – o più comunemente IA – saranno capaci di isolare le pagine responsabili di questa condivisione di informazioni percepite come dannose dagli utenti del social network.

Al di là delle normative che definiscono i contenuti vietati dalla comunità tuttavia, non esisterà nessuno strumento a disposizione dei social manager per verificare che le proprie pubblicazioni rientrino negli standard di Facebook. Non vi saranno tool aggiuntivi, oltre alle stats già esistenti, per controllare l’andamento delle proprie pagine: questo per impedire che la conoscenza dei filtri effettivamente applicati permetta di trovare in breve tempo il modo di ingannare l’algoritmo, e proseguire nella condivisione di spam e contenuti non pertinenti che causano all’utente un’esperienza del social network poco gradevole, se non perfino disturbante.

La conseguenza per le pagine riconosciute come dannose sarà una più che sensibile riduzione del traffico derivante dai link pubblicati. Per contro, le pagine che risulteranno virtuose potranno registrare un lieve aumento di visibilità – tanto che Facebook stesso comunque incoraggia i proprietari delle pagine a continuare a pubblicare quei contenuti che ritengono di gradimento per il proprio pubblico.

Quanto questo nuovo algoritmo influirà sulle tecniche di SEO e di social media marketing ancora è da vedersi: potremmo trovarci di fronte a una nuova, anche piccola, rivoluzione dei contenuti sponsorizzati per quel che riguarda soprattutto le piccole e medie imprese che vogliono implementare la propria presenza sul re dei social network.

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Il salto di Facebook nella realtà aumentata https://www.lagenziadiviaggimag.it/salto-facebook-nella-realta-aumentata/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=salto-facebook-nella-realta-aumentata https://www.lagenziadiviaggimag.it/salto-facebook-nella-realta-aumentata/#respond Fri, 21 Apr 2017 05:00:19 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=6395 Realtà aumentata e virtuale stanno cambiando il turismo: i cataloghi diventano emozionali, le anteprime delle crociere si fanno immersive e le app sono vere e proprie guide interattive.

Ma sono i giganti del web – Google e Facebook in primis – che stanno spianando il terreno per una ennesima rivoluzione, che nel turismo si declina in nuove modalità di fruire contenuti e di vivere esperienze.

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Realtà aumentata e virtuale stanno cambiando il turismo: i cataloghi diventano emozionali, le anteprime delle crociere si fanno immersive e le app sono vere e proprie guide interattive.

Ma sono i giganti del web – Google e Facebook in primis – che stanno spianando il terreno per una ennesima rivoluzione, che nel turismo si declina in nuove modalità di fruire contenuti e di vivere esperienze. Mark Zuckerberg, ceo di Facebook, ha inaugurato la F8 – conferenza annuale per gli sviluppatori – in California, annunciando un social network sempre più centrato su foto e video e che presto produrrà contenuti di realtà immersiva sempre più completi.

L’idea è quella di puntare tutto sulla fotocamera dello smartphone che diventerà «la più grande piattaforma mainstream per la realtà aumentata». Grazie agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, infatti, presto il cellulare sarà in grado di «riconoscere oggetti, localizzare e mappare i soggetti inquadrati e ampliare il raggio di informazioni».

Zuckerberg, però, non esclude l’implementazione di oggetti wearable (indossabili) che agiscano in sincronia con l’app di Facebook e lo smartphone. Se i Google Glasses sono stati un mezzo fallimento, non vuol dire che nei prossimi mesi si possano sviluppare nuovi modelli di realtà immersiva e virtuale.

«Un paio di occhiali saranno sufficienti per passeggiare a Roma, guardando il Colosseo, e accedere a tante informazioni aggiuntive, a prospetti di come era il Colosseo nel passato e assistere a brevi animazioni. Ma già nei prossimi mesi, però, tutto questo sarà possibile già solo con la fotocamera del nostro smartphone», ha annunciato Zuckerberg.

Smartphone e fotocamere sempre più intelligenti, quindi, che traghetteranno il mondo di Facebook verso la realtà aumentata: «è il secondo atto della nostra rivoluzione, che vede foto e video sempre più centrali rispetto al testo, e la fotocamera sempre più importante rispetto alla tastiera e ad altri dispositivi. Questa tecnologia aiuterà a fondere reale e digitale in modi del tutto nuovi e semplificherà la comunicazione e la fruizione dei contenuti».

La nuova piattaforma Facebook è stata rilasciata in versione “beta” e arriverà sui device di tutto il mondo entro la fine del 2017. Sembra lanciata quindi la sfida a tutte le app che, integrando le tecnologie di intelligenza artificiale, hanno l’obiettivo non solo di dare strumenti per il racconto di un viaggio o di una destinazione, ma anche di semplificare la fruizione e l’accesso alle informazioni del turista.

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La vita social dei manager: come evitare figuracce https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-vita-social-dei-manager-evitare-figuracce/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-vita-social-dei-manager-evitare-figuracce https://www.lagenziadiviaggimag.it/la-vita-social-dei-manager-evitare-figuracce/#respond Mon, 10 Apr 2017 09:03:17 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=5759 Siamo arrivati a un punto in cui vita online e vita reale sono ben più che sovrapposte: commentiamo la notizia del giorno, condividiamo la nostra posizione, pubblichiamo foto, selfie, massime e ricordi. E sebbene Facebook sia nato con ben altri intenti, sarebbe ingenuo non considerarlo anche come uno strumento di lavoro. Ma come compensare l’esigenza di “postare” un’idea o una fotografia senza correre il rischio di minare la propria reputazione online?

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Siamo arrivati a un punto in cui vita online e vita reale sono ben più che sovrapposte: commentiamo la notizia del giorno, condividiamo la nostra posizione, pubblichiamo foto, selfie, massime e ricordi. E sebbene Facebook sia nato con ben altri intenti, sarebbe ingenuo non considerarlo anche come uno strumento di lavoro. Ma come compensare l’esigenza di “postare” un’idea o una fotografia senza correre il rischio di minare la propria reputazione online? Di figuracce e gaffe sui social network ne leggiamo in continuazione: basta un tag imbarazzante o un like distratto a una pagina per farsi deridere.

Per questo sono nate una serie di imprese specializzate nello smacchiare i profili social. Si tratta di aziende di online reputation managing (la più nota è Reputation.com), geni del computer che si impegnano a trovare e cancellare ogni traccia scomoda o imbarazzante per rendere a un singolo o a un’azienda un’immagine libera da ogni post compromettente.

Ma al di là di questi servizi, che costano cari, esistono semplici accortezze che possiamo adottare per cercare di mantenere un profilo social che ci appartenga, ma che allo stesso tempo non metta a rischio la nostra immagine professionale.

Difendersi da tag imbarazzanti non è necessariamente complicato: basta una scelta oculata delle impostazioni della privacy – e un’altrettanta accorta selezione delle amicizie che accettiamo su Facebook.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato un breve e utile manuale, “Social Privacy – Come tutelarsi nell’era dei social network”, che dà dei suggerimenti utili su come muoversi nella nuova era digitale: al di là dei consigli su quali impostazioni definire per il proprio profilo, e delle raccomandazioni sulle persone con cui accettiamo di interagire, pone diversi quesiti ad hoc utili per riflettere su quale uso stiamo facendo della nostra pagina, e se corrisponda a quello che vorremmo.

Ti sei mai chiesto, come giovane in cerca di lavoro, se le informazioni contenute nel curriculum che hai spedito a un’azienda equivalgano a quelle che hai pubblicato sui tuoi profili social? O se quello che racconti della tua vita sia coerente con le tue aspirazioni professionali?

O ancora, come professionista, ti sei domandato se i gruppi ai quali sei iscritto sui social network possano avere effetti negativi sul tuo lavoro?

Senza sentirsi addosso una pressione eccessiva, interrogarsi sul nostro utilizzo di Facebook o Twitter può essere una buona pratica per poter continuare a utilizzare serenamente i nostri siti preferiti, così da poter interagire con amici e follower senza rischiare che la nostra vita social diventi un boomerang dannoso su altri aspetti.

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Chi sono i vlogger e perché non mentono https://www.lagenziadiviaggimag.it/travel-vlog-la-nuova-frontiera-del-diario-viaggio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=travel-vlog-la-nuova-frontiera-del-diario-viaggio https://www.lagenziadiviaggimag.it/travel-vlog-la-nuova-frontiera-del-diario-viaggio/#respond Mon, 27 Mar 2017 05:00:36 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=5332 La produzione e la condivisione di contenuti di viaggio sono proliferate come non mai grazie alla rivoluzione digitale e dei social network che stiamo vivendo.

Secondo uno studio condotto da Google insieme a Ipsos MediaCT la visualizzazione di video su YouTube inerenti al viaggio aumenta di più del 100% l’anno.

E, sebbene abbiano notevole rilievo i canali di brand ufficiali e compagnie di bandiera (Disneyland da una parte, Turkish Airlines dall’altra sono fra gli esempi più noti), il vero incremento sorprendente è quello dei travel vlog.

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La produzione e la condivisione di contenuti di viaggio sono proliferate come non mai grazie alla rivoluzione digitale e dei social network che stiamo vivendo.

Secondo uno studio condotto da Google insieme a Ipsos MediaCT la visualizzazione di video su YouTube inerenti al viaggio aumenta di più del 100% l’anno.

E, sebbene abbiano notevole rilievo i canali di brand ufficiali e compagnie di bandiera (Disneyland da una parte, Turkish Airlines dall’altra sono fra gli esempi più noti), il vero incremento sorprendente è quello dei travel vlog.

Che cos’è un vlog e chi sono i vlogger? Vlog è l’abbreviazione di “video blog”, nuova tendenza ed evoluzione del blog: non più diari digitali, ma video che soppiantano la parola scritta nel racconto di passioni, esperienze e, appunto, viaggi.

I vlogger sono appassionati che vogliono condividere con un un pubblico ampio i loro interessi: non certo per guadagno – sebbene i più seguiti abbiano modo di monetizzare il proprio canale – né per celebrità, per quanto i social trend possano condurre anche a brevi momenti di notorietà.

Secondo una piccola indagine del 2015 del sito Makeuseof, la ragione principale che muove i vlogger a coltivare la loro passione nonostante l’impegno che comporta (registrare, tagliare, ri-editare video, richiedono attenzione e pratica) è la volontà di intrattenere, comunicare e confrontarsi con i propri viewers.

Il web premia tanto il valore del prodotto video – quindi qualità dell’immagine e del suono, montaggio, linguaggio, ritmo, originalità – quanto la capacità del vlogger di interagire con il proprio pubblico: nell’era dei social network, presenza di risposta e attenzione ai segnali lanciati dai propri viewers sono i fattori fondamentali.
In effetti, su piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram, è stato registrato che i travel vlog ricevono più like, commenti e condivisioni rispetto a qualsiasi altro video il cui contenuto sia inerente al viaggio.

Ma qual è la ragione del successo di persone qualsiasi che, per quanto utilizzino montaggi spettacolari e aneddoti brillanti, di fatto raccontano soltanto le loro esperienze?

Il primo fattore da considerare è quello che idealmente potrebbe farci associare questa nuova tendenza al largo uso di TripAdvisor nello scegliere nuove destinazioni da scoprire: il racconto di esperienze vissute da persone che non hanno – perlomeno sulla carta – alcun interesse nel condividere un’opinione o un’esperienza porta con sé una garanzia di autenticità che i video brandizzati, per loro stessa natura, non possono avere.

Sempre secondo lo studio di Google e Ipsos MediaCT, i principali consumatori di travel vlog sono viaggiatori essi stessi: chi ricerca resoconti di avventure dall’altra parte del mondo, non è soltanto invogliato dalla possibilità di poter godere di un’esperienza geograficamente lontana da sé.

Sempre più spesso, soprattutto se consideriamo la fascia di età fra i 18 e i 24 anni, i viewers cercano ispirazione per i propri viaggi futuri, certi dell’affidabilità delle recensioni proprio per il veicolo attraverso cui vengono condivise: le immagini non mentono, o così generalmente si crede.

L’era digitale di fatto continua a influenzare le nostre abitudini. YouTube diventa un consulente fondamentale per il viaggiatore, dà spunti, suggerimenti, incoraggia ricerche correlate per scoprire altri video legati a ristoranti, alberghi, attività da svolgere nella destinazione scelta, facendo registrare così il più ampio picco di consumazione di video inerenti al viaggio mai raggiunto fino a ora.

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Guadagnare con i social network: cinque consigli utili https://www.lagenziadiviaggimag.it/guadagnare-social-network-cinque-consigli-utili/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=guadagnare-social-network-cinque-consigli-utili https://www.lagenziadiviaggimag.it/guadagnare-social-network-cinque-consigli-utili/#respond Mon, 13 Mar 2017 06:00:04 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=4836 Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram: ce n’è per tutti i gusti. La condivisione è ormai un vincolo sociale con amici, conoscenti e perfetti sconosciuti, per le aziende un’occasione di marketing, per i più audaci uno strumento per guadagnare. Vediamo, concretamente, come monetizzare l’utilizzo dei social network.

1. Sviluppo delle applicazioni. Abilità di programmazione e molta fantasia sono il mezzo principe per ottenere il massimo dalle capacità economiche dei social network.

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Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram: ce n’è per tutti i gusti. La condivisione è ormai un vincolo sociale con amici, conoscenti e perfetti sconosciuti, per le aziende un’occasione di marketing, per i più audaci uno strumento per guadagnare. Vediamo, concretamente, come monetizzare l’utilizzo dei social network.

1. Sviluppo delle applicazioni. Abilità di programmazione e molta fantasia sono il mezzo principe per ottenere il massimo dalle capacità economiche dei social network. Sviluppare una app anche semplice, ma utile, originale e accattivante, che possa attirare amici e la loro rete di conoscenze, è il primo passo. Basta poi associarvi il proprio account AdSense per poterla promuovere su Facebook, e monetizzare così ogni clic generato.

2. Richiamo all’azione. Avete un interesse o un hobby che pensate di poter convertire in una piccola fonte di guadagno: che sia una passione particolare per i viaggi, dei lavoretti di artigianato creati nel tempo libero, la conoscenza sterminata di un argomento di nicchia, ogni messaggio se ben comunicato può diventare una strategia commerciale efficace.
In questo, le pagine fan di Facebook sono all’avanguardia per poter raccogliere attenzione e seguito: contenuti di qualità, un target definito, aggiornamenti costanti possono garantirci una visibilità sufficiente per convincerci a promuovere una vendita diretta di servizi e prodotti. Richiamare all’azione il proprio pubblico avviando delle promozioni inerenti alla propria attività, aggiungere un tasto “acquista ora” o “prenota”, possono essere l’idea vincente per fare della propria passione un mezzo di guadagno.
Anche altri social network si possono trasformare in vere e proprie vetrine, se non direttamente negozi per i propri lavori: Pinterest e Tumblr su tutti, sono il modo migliore per mostrare ai propri contatti ciò che siamo in grado di fare, e ricevere un feedback immediato su gradimento ed efficacia della promozione.

3. Marketing PTL. Lo sapevate che è possibile guadagnare mettendo un semplice like o un follow?
Di piattaforme PTL (Paid to like) ne esistono ormai diverse, siti web a cui registrarsi che di giorno in giorno comunicano pagine dove lasciare un “Mi piace” o un “Segui”, senza obbligo poi di mantenerli nel caso in cui il contenuto non dovesse risultare gradito.
Ogni clic serve per accumulare crediti – chiaramente non parliamo di cifre incisive, e a seconda della piattaforma a cui ci si iscrive cambiano compenso e condizioni.
Nel caso in cui si voglia provare a ottenere piccole provvigioni attraverso il PTL, è vivamente suggerito fare una attenta verifica prima di scegliere a quale sito web affiliarsi: uno dei più noti è prclick.it, ma è molto facile incappare anche in truffe che possono rendere il nostro tentativo di guadagnare qualcosa dalla nostra attività social molto sgradevole.

4. Affiliazione a siti di ecommerce. Possedete una pagina Facebook con tanti like, o un profilo Twitter seguito da molti follower? Avete mai pensato a un programma di affiliazione che possa permettervi un guadagno grazie alle numerose visite che ricevete sui vostri social ogni giorno?
Alcuni fra i maggiori siti di ecommerce, come ad esempio Amazon e iTunes, prevedono programmi di affiliazione remunerati: in cambio di link sponsorizzati nelle tue pagine, ricevi una piccola provvigione sulle vendite dei prodotti.

5. Friendz. Come sempre, sviluppatori e programmatori non sono rimasti a guardare: sono già nate applicazioni per smartphone e tablet ideate per permettere di guadagnare tramite i social network, senza la necessità di possedere competenze particolari. Fra tutte c’è Friendz, startup italiana creata per sfruttare al massimo le nuove possibilità del social media marketing. Il suo funzionamento è semplice: dopo aver scaricato l’applicazione e essersi registrati con il proprio profilo Facebook, ci troviamo davanti a diverse campagne promozionali. Quello che viene richiesto agli utenti è di effettuare delle azioni specifiche (scattare foto a tema, condividere dei post, lasciare un “mi piace”): più azioni vengono effettuate, più si accumulano crediti da poter convertire in coupon e-commerce.
Un modo facile, veloce, perfino divertente per poter guadagnare con i propri brand preferiti.

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