Oice Archivi - L'Agenzia di Viaggi Magazine https://www.lagenziadiviaggimag.it/tag/oice/ Network multimediale di informazione turistica Tue, 02 Jul 2024 13:00:48 +0000 it-IT hourly 1 https://euhkb3nhdo3.exactdn.com/wp-content/uploads/2017/02/cropped-logo_quadrato.png?lossy=1&resize=32%2C32&ssl=1 Oice Archivi - L'Agenzia di Viaggi Magazine https://www.lagenziadiviaggimag.it/tag/oice/ 32 32 Mice, il valore dell’Exchange Italian Knowledge Leaders di Bologna https://www.lagenziadiviaggimag.it/mice-il-valore-dellexchange-italian-knowledge-leaders-di-bologna/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=mice-il-valore-dellexchange-italian-knowledge-leaders-di-bologna https://www.lagenziadiviaggimag.it/mice-il-valore-dellexchange-italian-knowledge-leaders-di-bologna/#respond Tue, 02 Jul 2024 05:50:24 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=102525 Mice, il valore dell’Exchange Italian Knowledge Leaders di Bologna

È in corso uno degli eventi B2B più importanti del panorama Mice: The Exchange by Italian Knowledge Leaders, fino al 4 luglio 2024 al Palazzo Re Enzo di Bologna. L’evento è organizzato dal Convention Bureau Italia, in collaborazione con l’Enit e con il sostegno economico del ministero del Turismo, e in partnership con il Convention Bureau di Bologna. Una manifestazione, giunta alla seconda edizione, che rappresenta un’opportunità unica per le associazioni scientifiche internazionali e i rinomati Convention Bureau e Pco – Professional Congress Organizer italiani al fine di creare sinergie e legami duraturi tra le parti coinvolte.

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Mice, il valore dell’Exchange Italian Knowledge Leaders di Bologna

È in corso uno degli eventi B2B più importanti del panorama Mice: The Exchange by Italian Knowledge Leaders, fino al 4 luglio 2024 al Palazzo Re Enzo di Bologna. L’evento è organizzato dal Convention Bureau Italia, in collaborazione con l’Enit e con il sostegno economico del ministero del Turismo, e in partnership con il Convention Bureau di Bologna. Una manifestazione, giunta alla seconda edizione, che rappresenta un’opportunità unica per le associazioni scientifiche internazionali e i rinomati Convention Bureau e Pco – Professional Congress Organizer italiani al fine di creare sinergie e legami duraturi tra le parti coinvolte.

Nell’arco di tre giorni, le associazioni internazionali hanno l’opportunità di condividere sfide e necessità, interfacciandosi con le più importanti destinazioni rappresentate dai Convention Bureau e dai vari Pco. Questo favorirà scambi di conoscenza e best practice, mantenendo tutti aggiornati sui trend globali del settore.

La novità di quest’anno è nella durata perché The Exchange dura mezza giornata in più, includendo panel discussion, sessioni di networking e altre esperienze di intrattenimento e business. Questo ampliamento apre nuove prospettive per il futuro dell’industria congressuale e offre ai partecipanti ulteriori occasioni di approfondimento e collaborazione.

Vale la pena ricordare che The Exchange by Italian Knowledge Leaders è un progetto che mira a presentare i Convention Bureau italiani e il loro lavoro a livello congressuale a un gruppo esclusivo altamente profilato. L’evento è ripartito in due sessioni di meeting B2B, due panel e due site visit.

All’edizione 2024 partecipano 14 associazioni scientifiche internazionali, 12 Convention Bureau locali, tre Convention Center e quattro Ppo, creando un ambiente ottimale per discussioni strategiche e collaborazioni future.

Un appuntamento che si tiene in un momento storico per la nostra offerta. Secondo il report Icca 2023, infatti, l’Italia si è classificata al secondo posto a livello mondiale per il numero di congressi internazionali organizzati e al primo posto in Europa. Questo risultato evidenzia la capacità del nostro Paese di creare una connessione virtuosa tra progresso scientifico e ricadute economiche e sociali. L’Italia è lo Stato con il maggior numero di città nella top 100 del turismo congressuale, con Roma al 7° posto, Milano al 29°, Bologna al 47°, Firenze al 60°, Napoli al 66°, Torino al 78° e Venezia al 84°.

Senza tralasciare che il Mice ha un impatto significativo sull’economia italiana. Per l’Oice, Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, l’industria congressuale ha generato oltre 1,5 miliardi di euro di ricavi diretti nel 2023. Gli eventi internazionali in Italia hanno creato un indotto economico stimato di circa 2,7 miliardi di euro. The Exchange punta a incrementare ulteriormente questi risultati, attirando nuovi investimenti e promuovendo la crescita sostenibile del settore.

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L’Italia dei congressi cresce a doppia cifra: la fotografia Oice https://www.lagenziadiviaggimag.it/litalia-dei-congressi-cresce-a-doppia-cifra-la-fotografia-oice/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=litalia-dei-congressi-cresce-a-doppia-cifra-la-fotografia-oice https://www.lagenziadiviaggimag.it/litalia-dei-congressi-cresce-a-doppia-cifra-la-fotografia-oice/#respond Thu, 20 Jun 2024 13:36:43 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=100962 L’Italia dei congressi cresce a doppia cifra: la fotografia Oice

Crescita a doppia cifra per il turismo congressuale italiano: nel 2023 il nostro Paese ha ospitato 340.057 eventi e i partecipanti sono stati 27.152.890 (+28% rispetto al 2022) e le presenze 41.835.932 (+31.9% rispetto al 2022).

Sono i dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi – Oice, la consueta ricerca promossa dall’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri, presentata nella sede dell’Enit.

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L’Italia dei congressi cresce a doppia cifra: la fotografia Oice

Crescita a doppia cifra per il turismo congressuale italiano: nel 2023 il nostro Paese ha ospitato 340.057 eventi e i partecipanti sono stati 27.152.890 (+28% rispetto al 2022) e le presenze 41.835.932 (+31.9% rispetto al 2022).

Sono i dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi – Oice, la consueta ricerca promossa dall’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri, presentata nella sede dell’Enit.

Cifre che indicano inequivocabilmente come le imprese, dopo la pandemia, siano tornare a investire in eventi, quali convention, meeting e lanci di prodotto, come strumento di marketing e fidelizzazione e le associazioni, soprattutto medico-scientifiche, in congressi capaci di diffondere e promuovere conoscenza e innovazione.

Lo stato di buona salute del turismo congressuale italiano è dimostrato soprattutto dal tasso di incremento dei congressi e degli eventi che nel 2023 è stato del 12%, pari quindi al triplo di quello medio annuo di 4,1% degli anni pre Covid 19, e soprattutto dalle presenze generate dagli eventi da più di un giorno, cresciute di oltre il 50% rispetto al 2022. Positive inoltre le previsioni per l’anno in corso, in termini di crescita sia del numero degli eventi sia del fatturato.

«Il Mice italiano gode di buona salute ed è in questo trend che si inserisce una fase di profondo cambiamento della meeting industry con eventi e congressi che oggi hanno una qualità sempre più elevata e richiedono, quindi, sedi avanzate dal punto di vista dei servizi e delle tecnologie e personale formato e costantemente aggiornato – ha commentato la presidente di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile – Parallelamente, i grandi flussi turistici e il conseguente aumento del tasso di occupazione alberghiera nelle destinazioni storicamente a vocazione Mice sta spingendo gli organizzatori a scegliere per eventi e congressi anche sedi fuori dai circuiti più consolidati, favorendo così non solo la destagionalizzazione ma anche la delocalizzazione del turismo».

CONGRESSI ED EVENTI IN ITALIA: DOVE SI FANNO E CHI LI FA

La maggior parte dei congressi e degli eventi, il 59%, si è svolta al nord, il 24,7% al centro, il 10,2% al sud e il 6,1% nelle isole. Per quanto riguarda poi le sedi per eventi, gli alberghi congressuali rimangono la tipologia più utilizzata e, infatti, hanno concentrato il 77,8% degli eventi totali.

I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il 3,1% degli eventi: sono la tipologia di sedi più cresciuta rispetto al 2022 sia per numero di giornate, +33,9%, sia di presenze, +54,7%. Le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) sono state sedi del 2,5% degli eventi. In merito ai promotori, son le aziende ad aver organizzato la maggioranza degli eventi, il 66,3%, vale a dire 13 punti in più rispetto alla rilevazione precedente, mentre le associazioni si confermano il secondo promotore con il 22,3% degli eventi.

Infine, per quanto concerne la provenienza dei partecipanti, cessate le restrizioni dovute alla pandemia, in ripresa anche gli eventi internazionali (cioè con partecipanti provenienti in percentuale significativa dall’estero) e nazionali (con partecipanti provenienti prevalentemente da fuori regione) anche se circa la metà degli eventi e congressi si conferma come negli anni passati a dimensione locale (con partecipanti provenienti prevalentemente dalla stessa regione nella quale si svolge l’evento).

Come ha spiegato il responsabile scientifico dell’Osservatorio Roberto Nelli, docente di Marketing all’Università Cattolica del Sacro Cuore: «I risultati della ricerca evidenziano due aspetti fondamentali della meeting industry italiana. Da un lato, l’evoluzione delle sedi per eventi e congressi, che testimonia il processo di cambiamento in atto nella struttura dell’offerta, che si riconfigura progressivamente per adattarsi alla domanda del mercato in continua trasformazione. Dall’altro lato, la vitalità dei territori, che sanno valorizzare sempre meglio sia la loro vocazione culturale – si pensi ai comuni che rientrano nel cluster della “Grande bellezza”, nei quali si colloca il 44% delle sedi che accolgono il 54% del totale dei partecipanti agli eventi in Italia – sia le diverse specializzazioni produttive dei sistemi locali, dal “Made in Italy” che con il 22% delle sedi ospita il 19% dei partecipanti agli eventi ai sistemi urbani ad alta specializzazione in attività terziarie, nei quali si colloca il 18% delle sedi che aggrega il 27% dei partecipanti totali, un chiaro segnale di quanto la meeting industry possa contribuire allo sviluppo delle imprese nella prospettiva della network economy».

La foto pubblicata è stata inviata dall’ufficio stampa di Federcongressi&eventi
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In Piemonte la meeting industry torna ai livelli pre-pandemia https://www.lagenziadiviaggimag.it/in-piemonte-la-meeting-industry-torna-ai-livelli-pre-pandemia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=in-piemonte-la-meeting-industry-torna-ai-livelli-pre-pandemia https://www.lagenziadiviaggimag.it/in-piemonte-la-meeting-industry-torna-ai-livelli-pre-pandemia/#respond Mon, 24 Jul 2023 05:00:24 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=77601 In Piemonte la meeting industry torna ai livelli pre-pandemia

Buone notizie per la meeting industry in Piemonte che nel 2022 segue il trend nazionale e torna progressivamente ai risultati pre-pandemia, confermando la fase di rilancio iniziata nel secondo semestre 2021.

I dati evidenziano come lo scorso anno il comparto congressuale abbia recuperato oltre il 70% degli eventi realizzati nel 2019, l’ultimo anno di riferimento prima della pandemia. È quanto emerge dalla ricerca regionale che riguarda l’intero territorio piemontese e i focus sulle aree specifiche di Torino e Distretto dei Laghi realizzati all’interno dell’indagine nazionale Oice, promossa da Federcongressi&eventi e sviluppata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri.

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In Piemonte la meeting industry torna ai livelli pre-pandemia

Buone notizie per la meeting industry in Piemonte che nel 2022 segue il trend nazionale e torna progressivamente ai risultati pre-pandemia, confermando la fase di rilancio iniziata nel secondo semestre 2021.

I dati evidenziano come lo scorso anno il comparto congressuale abbia recuperato oltre il 70% degli eventi realizzati nel 2019, l’ultimo anno di riferimento prima della pandemia. È quanto emerge dalla ricerca regionale che riguarda l’intero territorio piemontese e i focus sulle aree specifiche di Torino e Distretto dei Laghi realizzati all’interno dell’indagine nazionale Oice, promossa da Federcongressi&eventi e sviluppata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri.

Nel dettaglio: nel 2022 in Piemonte sono stati realizzati complessivamente 20.670 tra congressi ed eventi business, pari al 70% rispetto al 2019. I partecipanti sono stati 1.423.186 (il 72% sul 2019), con un totale presenze di 1.953.327 (pari al 72,1% del 2019) e 27.769 giornate (il 70,9% sul 2019).

La ripresa è stata costante malgrado le restrizioni ancora presenti nel primo trimestre 2022 per il Covid 19 e una situazione geopolitica difficile e incerta, a conferma del fatto che i congressi e gli eventi sono considerati opportunità di conoscenza, crescita, comunicazione e networking per le aziende e le associazioni che li promuovono.

«Nel 2022 la meeting industry del Piemonte, al pari del trend nazionale, ha consolidato il cammino di crescita e di ripresa bruscamente interrotto due anni prima, dando prova di grande resilienza e attitudine al rimettersi in gioco – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Vittoria Poggio – Una capacità di guardare avanti, intraprendendo percorsi di sviluppo fatti anche di investimenti che vanno nella direzione dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della promozione, per rimanere al passo con le continue e rinnovate richieste del mercato».

«I dati e i segnali del mercato sono decisamente positivi – dichiara Alessandro Zanon, direttore di Visit Piemonte – E questo ci dà la conferma che il grande impegno che la Regione Piemonte e Visit Piemonte, insieme alle ATL e agli operatori del territorio, hanno profuso negli ultimi anni per lo sviluppo di questo settore in cui crediamo fortemente e che sta restituendo i risultati auspicati».

Il positivo andamento del settore registrato a livello nazionale nei primi sei mesi di quest’anno, unito alle altrettanto positive previsioni per il secondo semestre, permettono di stimare che nel 2023 sarà recuperato il gap rispetto al 2019. Buone anche le prospettive sull’andamento del fatturato: quasi la metà delle sedi piemontesi, il 43,5%, prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022.

Le imprese si confermano i principali promotori per quanto riguarda gli eventi: il 35,7% sono stati infatti eventi aziendali quali convention, meeting e lanci di prodotto, seguiti da quelli promossi dalle istituzioni che, con un 31,7%, registrano una crescita considerevole. Gli eventi promossi dalle associazioni, soprattutto medico-scientifiche, sono stati invece il 17,4%, in calo rispetto al periodo pre-pandemico per le ragioni riconducibili a quanto sopra elencato.

Per ciò che riguarda invece i partecipanti, il perdurare delle restrizioni sanitarie nei primi mesi del 2022 ha impattato sulla loro provenienza. La maggior parte degli eventi, il 74%, ha infatti avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti prevalentemente dalla stessa regione nella quale si è svolto l’evento. Il 22% degli eventi è stato invece di natura nazionale e il 4% internazionale.

Gli alberghi congressuali si confermano la tipologia più utilizzata con il 49,3% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico-congressuali hanno ospitato invece l’8,2% degli eventi, le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) il 3,9% e altre sedi il 38%.

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Turismo congressuale, la rivincita degli eventi in Italia https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-congressuale-la-rivincita-degli-eventi-in-italia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=turismo-congressuale-la-rivincita-degli-eventi-in-italia https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-congressuale-la-rivincita-degli-eventi-in-italia/#respond Thu, 06 Jul 2023 11:00:17 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=77024 Turismo congressuale, la rivincita degli eventi in Italia

Recupero in progress per il turismo congressuale italiano che nel 2022 ha recuperato oltre il 70% degli eventi organizzati nel 2019, ultimo anno pre Covid. Il che, tradotto in analisi sintetica, indica una vera “rivincita” del comparto che più di tutti ha sofferto della pandemia.

La solida ripresa è stata fotografata, come sempre, dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi Oice, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri, presentata nella sede dell’Enit.

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Turismo congressuale, la rivincita degli eventi in Italia

Recupero in progress per il turismo congressuale italiano che nel 2022 ha recuperato oltre il 70% degli eventi organizzati nel 2019, ultimo anno pre Covid. Il che, tradotto in analisi sintetica, indica una vera “rivincita” del comparto che più di tutti ha sofferto della pandemia.

La solida ripresa è stata fotografata, come sempre, dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi Oice, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri, presentata nella sede dell’Enit. A essere interpellate per la raccolta dati sono state oltre 5.716 sedi contattate e 474 rispondenti, un campione molto rappresentativo. Solo l’1,4% delle sedi è rimasto chiuso e non ha svolto attività.

Nel dettaglio, lo scorso anno in Italia sono stati complessivamente realizzati 303.689 congressi ed eventi business registrando un aumento pari al +251,3% rispetto al 2021. I partecipanti sono stati 21.215.934 (+362,7% rispetto al 2021) e le presenze 31.706.600 (+366,4% rispetto al 2021).

Un massiccio recupero, dunque, che è avvenuto nonostante il perdurare nel primo trimestre dello scorso anno delle restrizioni dovute al Covid 19 e un contesto geopolitico complesso e incerto, a conferma di quanto i congressi e gli eventi siano per associazioni e imprese occasioni irrinunciabili di diffusione e condivisione di conoscenza, di comunicazione, di promozione commerciale e di networking.

E ancor più positivo risulta l’andamento del settore nei primi 6 mesi di quest’anno, unito alle altrettante positive previsioni per il secondo semestre, permettono di prevedere a ragion veduta che nel 2023 sarà recuperato il gap rispetto al 2019 o addirittura superato il livello di eventi registrato prima della pandemia. Buone anche le prospettive sull’andamento del fatturato: oltre la metà delle sedi, il 52,7%, prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022.

CHI FA E CHI PARTECIPA AGLI EVENTI. Anche nel 2022, le imprese sono state i principali promotori. Più della metà degli eventi, il 52,8%, sono stati infatti eventi aziendali quali convention, meeting e lanci di prodotto. Gli eventi promossi dalle associazioni, soprattutto medico-scientifiche, sono stati il 31,1% mentre quelli promossi dalle istituzioni il 16.1%.

Il perdurare delle restrizioni sanitarie nei primi mesi del 2022 ha sicuramente impattato sulla provenienza dei partecipanti. Infatti, la maggior parte degli eventi, il 63,2%, ha avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti prevalentemente dalla stessa regione nella quale si è svolto l’evento. Il 28,5% ha invece avuto un orizzonte nazionale e l’8,3 internazionale.

EVENTI E CONGRESSI: DOVE SI SVOLGONO. Nella mappatura geografica si è riscontrato, ancora una volta, che la maggior parte dei congressi e degli eventi, il 59,0%, si è svolta al nord, area che concentra più della metà delle sedi, il 53%. In particolare, il nord ovest con 96.826 eventi ha registrato l’incremento maggiore rispetto al 2021 (+221,8%), recuperando il 74,6% degli eventi del 2019, mentre il nord est ha ospitato 82.538 eventi (il 69,7% di quelli del 2019), registrando un incremento anno su anno del 214,2%. Il centro ha ospitato il 24.4% degli eventi, il sud il 10,4% e le isole il 6,2%.

Per quanto riguarda poi le sedi per eventi, gli alberghi congressuali si confermano la tipologia più utilizzata e, infatti, hanno concentrato il 77,3% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il 3,4% degli eventi, le sedi istituzionali il 9%, gli spazi non convenzionali il 6% e le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) il 2,5%.

Per Marina Lalli, presidente di Federturismo: «Queste misurazioni sono fondamentali e sarebbe stato bello porterle far vedere alle istituzioni che oggi, per vari motivi, non sono presenti alla presentazione dell’osservatorio. Questo perché chi decide e governa deve avere la consapevolezza del valore di questo settore. Un comparto che è emblema della trasversalità: con i congressi e gli eventi si muovo settori come catering, trasporti, logistica e tanti altri servizi. Gli organizzatori di congressi non portano a destinazione un turista normale, bensì un visitatore altospendente e capaci anche di muoversi in autonomia, e quindi occorre stupirli, inventando esperienze nuove».

Anche la presidente di Federcongressi&Eventi, Gabriella Gentile ha ribadito: «Questi dati e i segnali del mercato sono molto positivi ma questo non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando ancora di più la capacità del Mice italiano di essere resiliente, propositivo e proattivo. Per favorire in ogni ambito la crescita della meeting industry, Federcongressi&eventi continua nella sua missione di valorizzazione dell’identità del settore e di supporto concreto agli operatori affinché lo sviluppo delle singole imprese coincida sempre più con lo sviluppo dell’intero comparto e viceversa. Oggi dobbiamo guardare al settore con uno sguardo di più lungo termine, per ridefinire bene l’attività. Dobbiamo anche focalizzare la nostra identità di operatori congressuali, ripensando agli eventi non solo come sviluppo di una destinazione, ma anche come agenti del cambiamento e diffusione di idee, creando occasioni esperenziali. Tutto per generare valore al nostro sistema produttivo nel suo insieme». Gentile ha poi evidenziato il valore dell’azione del Convention Bureau Italia e di tutti i convention bureau locali che da tempo si sta impegnando nella missione di internazionalizzazione.

Per il responsabile scientifico dell’Osservatorio Roberto Nelli, docente di Marketing in Università Cattolica: «Il 2022 è stato davvero l’anno delle rivincita della meeting industry italiana che si è rimessa in gioco: gli eventi hanno ripreso con vigore il loro cammino di crescita – bruscamente interrotto due anni prima – e le sedi hanno innescato un virtuoso percorso di sviluppo fatto di investimenti nella prospettiva dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della comunicazione. E’ ovvio che ci sarà sempre più voglia di eventi interattivi, ma il desiderio di incontrare rimane molto forte».

E sul tema degli eventi come esperienza, è stato anche illustrato lo studio di Banca Ifis e Federturismo, illustrato da Carmelo Carbotti, responsabile marketing dell’istituto bancario: «Un evento di business significa trasmettere contenuti, ma anche generare un’occasione di esperienze. Da segnalare che c’è una forte democratizzazione nel turismo perché si sta diffondendo una grande voglia di viaggiare e di incontrare. L’organizzatore di un congresso non  deve più ragionare solo in termini di prodotto o di tariffe e servizi, ma anche di esperienze da generare nell’ospite. Ebbene l’Italia, in tale ottica, ha un’offerta unica e deve sfruttare questo vantaggio competitivo. In altre parole, l’offerta turistica non è più un insieme di prodotti e servizi, ma una virtuosa combinazione di questi elementi con molteplici opportunità esperienze».

INVESTIMENTI PER LA COMPETITIVITÀ. Significativo l’impegno delle sedi congressuali anche nell’area degli investimenti. Nel 2022, le sedi per eventi hanno compiuto operazioni per accrescere la propria competitività e rispondere alle rinnovate esigenze del mercato e anche nel 2023 rafforzano il percorso di crescita e sviluppo.

Gli investimenti che le sedi hanno in programma di realizzare quest’anno coinvolgono in particolare la riqualificazione degli spazi interni (prevista dal 30,4% delle sedi rispondenti), l’implementazione delle dotazioni audio-video (27,9%), la formazione del personale (26,2%), lo sviluppo di strumenti di promozione e/o di comunicazione (24,0%), la riqualificazione degli spazi esterni (20,9%) e gli interventi per l’efficienza energetica (20,9%).

In missione all’estero, l’ad di Enit Ivana Jelinic ha comunque voluto inviare un suo messaggio nel quale evidenzia: «Quello congressuale è un segmento sulla cui crescita investe costantemente Enit. L’Italia legata al turismo business scala le classifiche mondiali Icca (International Congress and Convention Association): è terza a livello globale e seconda in Europa con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli Usa (690) saldi al primo posto (Enit su dati Icca). Nel 2022 circa l’85% dei meeting si sono svolti in presenza, circa 9.000 su un totale di oltre 10.500. Roma e Milano sono al quattordicesimo e diciottesimo posto con 79 e 66 meeting rispettivi, mentre nel ranking europeo salgono entrambe di una posizione. I viaggi del futuro coniugano sempre di più tempo libero e business».

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Osservatorio Oice, oltre 86mila congressi ed eventi nel 2021 https://www.lagenziadiviaggimag.it/osservatorio-oice-oltre-86mila-congressi-ed-eventi-nel-2021/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=osservatorio-oice-oltre-86mila-congressi-ed-eventi-nel-2021 https://www.lagenziadiviaggimag.it/osservatorio-oice-oltre-86mila-congressi-ed-eventi-nel-2021/#respond Tue, 05 Jul 2022 14:13:37 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=65005 Osservatorio Oice, oltre 86mila congressi ed eventi nel 2021

Affiorano evidenti segnali positivi nel comparto del turismo congressuale italiano che dopo un periodo di calma piatta e stop forzato – sicuramente il più lungo tra i settori della filiera turistica – rialza la testa grazie ai confortanti dati del 2021, anno nel corso del quale sono stati realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido registrando un aumento del +23,7% rispetto al 2020.

Sono i dati più eclatanti tratti dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice), la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore presentata presso la sede dell’Enit.

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Osservatorio Oice, oltre 86mila congressi ed eventi nel 2021

Affiorano evidenti segnali positivi nel comparto del turismo congressuale italiano che dopo un periodo di calma piatta e stop forzato – sicuramente il più lungo tra i settori della filiera turistica – rialza la testa grazie ai confortanti dati del 2021, anno nel corso del quale sono stati realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido registrando un aumento del +23,7% rispetto al 2020.

Sono i dati più eclatanti tratti dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice), la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore presentata presso la sede dell’Enit.

I partecipanti in presenza sono stati 4.585.433 (+14,7% rispetto al 2020) e le presenze 6.798.425 (+16,3% rispetto al 2020). La maggior parte dei congressi e degli eventi, il 65,2%, si è svolta al nord, il 21,8% al centro, il 9,4% al sud e il 3,6% nelle isole.  

Per quanto riguarda poi le sedi per eventi, gli alberghi congressuali sono la tipologia più utilizzata e, infatti, hanno concentrato il 72,8% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico-congressuali hanno ospitato il 4,4% degli eventi mentre le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) il 3,6%.

Inoltre, il 67% delle sedi ha ripreso l’attività registrando un aumento del fatturato rispetto al 2020 e per quasi la metà di queste, il 48,9%, l’aumento è stato almeno pari al 50%.

Presentazione OICE

Si tratta di indicatori positivi per gli operatori di congressi ed eventi svolti in Italia nel 2021, anno in cui va ricordato che le normative hanno reso possibile la realizzazione degli eventi in presenza solo dal primo luglio e con capienza ridotta sino al 2 dicembre. Anche per il congressuale il recente passato sembra lontano davvero anni luce: prima dell’improvvisa battuta d’arresto dovuta alla pandemia nel 2020, infatti, il mercato italiano dei congressi e degli eventi registrava un tasso di incremento medio annuo del numero di eventi pari al 4,1%. E oggi ci sono le premesse per riprendere il trend: la domanda di eventi e congressi da parte di aziende e associazioni è ripartita in maniera significativa non appena il hoverno ha permesso la ripresa degli eventi.

E sul valore del comparto non ha dubbi lo stesso ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che in un messaggio inviato in occasione della presentazione dell’osservatorio ha ribadito: «I dati presentati sono importanti, in particolar modo in questo momento in cui stiamo scrivendo il Piano Strategico del Turismo 2023-2027 e il ruolo della vostra associazione è importante per programmare e progettare insieme il futuro. Lo abbiamo fatto durante la pandemia, sin dal mio insediamento e l’impegno continua per dotare l’industria italiana del turismo di tutti gli strumenti necessari a pianificare le strategie del futuro».

«In questo momento tutte le imprese della filiera stanno rispondendo a una domanda che è persino superiore alle aspettative – ha commentato la presidente di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile – Il mercato chiede eventi, e li vuole in presenza. Il virtuale è stato una risorsa importante durante la pandemia e continuerà a rappresentare una modalità possibile anche in futuro mail valore degli incontri di persona è sicuramente uscito rafforzato dallo stop imposto dal Covid. E il ruolo economico, culturale e sociale degli eventi e dei congressi è sempre più riconosciuto anche dalle Istituzioni, con le quali stiamo dialogando per dare il nostro contributo alla crescita del comparto».

Interessante poi la disamina contenuta nell’Osservatorio laddove si sofferma a rilevare che le normative in essere nel 2021, con particolare riferimento al distanziamento, hanno delineato una differente modalità di utilizzo delle sedi a favore di quelle di grandi dimensioni. Le sedi con una capacità complessiva di oltre 2.500 posti hanno infatti aumentato di ben il 73,2% gli eventi ospitati.

Le norme che regolavano gli spostamenti tra Stati e regioni hanno poi fatto sì che la maggior parte degli eventi abbia avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti prevalentemente della stessa regione della sede ospitante. Infatti, nel 2021 per il 71,8% delle sedi almeno la metà degli eventi ospitati ha avuto un ambito di riferimento locale.

Gli eventi nazionali hanno rappresentato almeno la metà del totale per il 42,4% delle sedi, mentre gli internazionali sono stati ospitati dal 38,3% delle sedi, per l’84,8% delle quali hanno rappresentato meno di un quarto degli eventi totali.

La riduzione del mercato internazionale ha inciso anche sulla tipologia degli eventi ospitati in Italia nel 2021. Infatti, i congressi associativi hanno rappresentato meno del 25% degli eventi ospitati per il 44,5% delle sedi rispondenti. Gli eventi aziendali, invece, hanno rappresentato più della metà per il 63% delle sedi rispondenti. E per affrontare le restrizioni dovute alla pandemia la maggioranza (67,6%) delle strutture per congressi ed eventi che ha ospitato almeno un evento è stata sede di eventi ibridi.

Nonostante la stima del numero complessivo di eventi ibridi ospitati sia difficile per la disomogeneità delle strutture si ipotizza che gli eventi ibridi siano stati circa 17.900, ossia il 20,7% del totale degli eventi.

Ora siamo in piena fase di ripresa, confermata anche dal sentiment espresso dalle sedi al momento della rilevazione dei dati: infatti, nei primi mesi del 2022, quasi il 40% stimava di ritornare ai livelli pre-Covid di eventi ospitati in presenza già nel 2022 e il 37,2% nel 2023.

A tal proposito il responsabile scientifico dell’osservatorio Roberto Nelli, docente di Economia e tecnica della comunicazione aziendale in Università Cattolica ha tenuto a precisare: «Di fronte alle opportunità di sviluppo che il mercato sta mostrando le sedi italiane appaiono pronte a rispondere mettendo in atto strategie incentrate sulla trasformazione digitale e sul rinnovamento delle proprie caratteristiche strutturali secondo la prospettiva della sostenibilità, con l’obiettivo di offrire con flessibilità esperienze di grande qualità, coniugando sapientemente ambiente fisico, realtà virtuale e cultura».

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Turismo congressuale, calo di fatturato del 79% per le location https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-congressuale-calo-di-fatturato-del-79-per-le-location/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=turismo-congressuale-calo-di-fatturato-del-79-per-le-location https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-congressuale-calo-di-fatturato-del-79-per-le-location/#respond Fri, 26 Mar 2021 14:32:58 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=49542 Turismo congressuale, calo di fatturato del 79% per le location

Un calo di fatturato del 79% nel 2020. Questo è quanto hanno perso le location per eventi a causa dell’emergenza Covid, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice). Il dato posiziona i centri congressi, le sedi fieristico congressuali, gli alberghi, le dimore storiche e altre tipologie di sedi per eventi come le imprese più danneggiate tra quelle della filiera del turismo.

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Turismo congressuale, calo di fatturato del 79% per le location

Un calo di fatturato del 79% nel 2020. Questo è quanto hanno perso le location per eventi a causa dell’emergenza Covid, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice). Il dato posiziona i centri congressi, le sedi fieristico congressuali, gli alberghi, le dimore storiche e altre tipologie di sedi per eventi come le imprese più danneggiate tra quelle della filiera del turismo.

In base alle rilevazioni Istat, la riduzione del fatturato rispetto al 2019 si è assestata al -37,2% per i servizi di ristorazione, al -54,9% per i servizi di alloggio, al -60,5% per il trasporto aereo e al -76,3% per le attività delle agenzie di viaggi e dei tour operator.

Lo studio di settore promosso da Federcongressi&eventi, l’associazione nazionale che rappresenta la filiera, e realizzato da Aseri-Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, mette in luce una serie di indicatori accomunati dal segno meno.

La ricerca dal 2014 monitora gli eventi e i congressi realizzati in Italia: nel 2020 si sono svolti 69.880 eventi in presenza, con un -83,8% rispetto al 2019. Negativi anche il numero delle presenze e delle giornate di attività delle sedi. Le presenze sono state 5.847.330 (-86,5%) e le giornate di attività al netto di allestimenti e disallestimenti 95.020 (-84,5%), pari a 24,8 giorni medi netti di durata degli eventi per sede attiva. Quasi il 30% delle sedi non ha ospitato alcun evento.

Lo stato di crisi ha coinvolto in maniera omogenea tutte le tipologie di sedi e tutte le aree geografiche del Paese con un picco del 90,5% di decremento nelle isole.

Le sedi hanno investito in tecnologia per ospitare gli eventi ibridi, con un ristretto numero di persone fisicamente nella struttura e un’audience collegata da remoto. Una scelta obbligata che, però, penalizza gli altri attori della filiera della meeting industry (alberghi, catering, allestitori, trasporti).

Sulla base del campione di indagine Oice, il 42% delle sedi ha realizzato uno o più eventi ibridi: le location che ne hanno ospitato il maggior numero (il 67%) sono state i centri congressi e le sedi fieristico congressuali. Rapportando all’intero universo i dati raccolti, si può ipotizzare che lo scorso anno si siano svolti circa 4.900 eventi ibridi, pari al 6,6% del totale dei 74.780 eventi in presenza e ibridi.

«La grave crisi del settore certificata dai dati dell’Oice emergerà a breve anche dai bilanci delle aziende coinvolte nella filiera dei congressi e degli eventi, e non solo delle sedi – commenta Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi – Dopo oltre un anno di chiusura e ristori inadeguati è della massima urgenza che il governo definisca i criteri per gli interventi sino ad ora previsti, un fondo dedicato per il settore per il 2021 e la pianificazione urgente della ripresa per un settore che genera un indotto fondamentale per i territori».

Le aspettative dei tempi di riapertura sono andate in gran parte deluse: il campione delle sedi prevedeva per il 67% di poter tornare a ospitare congressi ed eventi entro il primo semestre del 2021. Di queste, il 17,8% contava di riaprire nel primo trimestre. Sul ritorno ai livelli pre Covid-19, il 63,8%, stimava un lasso di tempo pari a 1-2 anni e il 26,8% di 3-4 anni.

«La crisi ha colpito pesantemente le sedi sul territorio nazionale senza distinzioni per tipologia o per area geografica – aggiunge Roberto Nelli, responsabile scientifico Oice – La percentuale media di riduzione del fatturato relativo ai congressi e agli eventi si assesta un po’ dovunque intorno al 79%, con la sola eccezione delle isole, dove la crisi ha bruscamente interrotto il percorso virtuoso di crescita avviato negli ultimi anni, con un calo di fatturato medio delle sedi pari all’84%».

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Congressi ed eventi in Italia: così la pandemia ha azzoppato la crescita record https://www.lagenziadiviaggimag.it/congressi-ed-eventi-in-italia-cosi-la-pandemia-ha-azzoppato-la-crescita-record/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=congressi-ed-eventi-in-italia-cosi-la-pandemia-ha-azzoppato-la-crescita-record https://www.lagenziadiviaggimag.it/congressi-ed-eventi-in-italia-cosi-la-pandemia-ha-azzoppato-la-crescita-record/#respond Thu, 17 Sep 2020 08:35:18 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=43363 Correva il 2019, un anno d’oro per i congressi in Italia, prima del fatidico anno zero. L’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice) presentato da Federcongressi in un web-talk, dal significativo titolo “Un futuro da ripensare” ha infatti certificato un trend da record con un tasso di incremento medio del numero di eventi del 4,1% annuo.

Ma ora la pandemia da coronavirus ha stravolto tutto e tutti e si è di fronte ad una sorta di anno zero anche per questo florido comparto.

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Correva il 2019, un anno d’oro per i congressi in Italia, prima del fatidico anno zero. L’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice) presentato da Federcongressi in un web-talk, dal significativo titolo “Un futuro da ripensare” ha infatti certificato un trend da record con un tasso di incremento medio del numero di eventi del 4,1% annuo.

Ma ora la pandemia da coronavirus ha stravolto tutto e tutti e si è di fronte ad una sorta di anno zero anche per questo florido comparto. Se prima dell’emergenza Covid-19 oltre la metà delle sedi per eventi (55,7%) aveva previsto di effettuare nel 2020 almeno un investimento, la cancellazione della maggior parte degli eventi previsti in molti casi le ha obbligate a rinunciare agli investimenti in programma. Gli investimenti che hanno subito la maggiore quota di cancellazioni (il 66,6% delle sedi che li avevano programmati) sono stati quelli in risorse umane. Sono stati però mantenuti gli investimenti considerati maggiormente strategici, e cioè quelli in tecnologie (confermati interamente o parzialmente dal 70,4% delle sedi) e in infrastrutture/servizi (69,2%).

TUTTI I DATI DEL 2019. Tornando al consuntivo dell’era pre-Covid lo scorso anno in Italia, infatti, sono stati realizzati 431.127 eventi(+2,3% rispetto al 2018) per un totale di 29.101.815 partecipanti (+2,5%), 43.398.947 presenze (+2,6%) e 613.842 giornate (+2,8%).

Gli eventi della durata superiore a un giorno hanno rappresentato il 28,7% del totale e hanno totalizzato 11.994.000 partecipanti (+2,9% rispetto al 2018) e circa 29.020.000 presenze (+1,3% rispetto al 2018), venendo a rappresentare il 10,3% delle presenze riscontrate da Istat presso il totale delle strutture alberghiere nel 2019.

Sempre lo scorso anno sono state aziende, associazioni e istituzioni i principali promotori di eventi toccando il 94,6% del totale. Un dato interessante è che nel 2019 gli eventi promossi da associazioni (principalmente congressi) hanno incrementato il proprio peso percentuale raggiungendo il 25,3% del totale e interrompendo così il trend decrescente degli ultimi anni (22,8% nel 2018, 25,5% nel 2017, 31,6% nel 2016 e 34,8% nel 2015). Conseguentemente hanno diminuito il proprio peso percentuale gli eventi promossi da aziende (convention, meeting, lanci di prodotto) rappresentando una quota del 62,4% del totale degli eventi (65,5% nel 2018, 64,6% nel 2017, 56,5% nel 2016 e 55,4% nel 2015).

Circa la provenienza geografica dei partecipanti, come negli anni passati la maggioranza degli eventi (57,9%) si è svolta in ambito locale, cioè con partecipanti (relatori esclusi) provenienti prevalentemente dalla stessa regione della sede congressuale. Il 32,3% degli eventi ha invece avuto un orizzonte nazionale − ossia con partecipanti provenienti prevalentemente da fuori regione – e il 9,8% internazionale, con una crescita di 1,7 punti percentuali rispetto al 2018. Quasi il 58% si è svolto al nord, il 25% al centro e il 17% al sud.

RIPENSARE IL SETTORE. «A causa della pandemia – ha osservato la presidente di Federcongressi & Eventi, Alessandra Albarelli – non c’è settore industriale che non sia chiamato oggi a individuare nuove soluzioni e nuovi paradigmi per affrontare una crisi senza precedenti. La meeting industry si è però subito attivata per dotarsi di regole e strumenti grazie ai quali garantire la sicurezza biologica di eventi e congressi. Non siamo stati ad aspettare e abbiamo messo in campo competenze, professionalità ed energie: ora però è necessario che le istituzioni adottino misure straordinarie per sostenere le aziende di quello che è al contempo uno dei settori più colpiti dall’emergenza Covid19 e il settore più strategico per garantire la ripresa economica, culturale e sociale dei Paesi».

La presentazione dei dati relativi al 2019 della ricerca realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri è stata inserita in un dibattito durante il quale gli stakeholder del settore si sono confrontati sui prossimi scenari che vedranno la meeting industry affrontare cambiamenti radicali a livello globale, constatando che lo tsunami Covid impone nuove modalità di organizzazione e gestione di eventi e dei congressi.

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Turismo congressuale, in Italia +5,8% di eventi https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-congressuale-in-italia-58-di-eventi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=turismo-congressuale-in-italia-58-di-eventi https://www.lagenziadiviaggimag.it/turismo-congressuale-in-italia-58-di-eventi/#respond Fri, 28 Jun 2019 10:35:55 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=29859 Il turismo congressuale cresce in Italia anche se diminuisce al suo interno il filone dei meeting organizzati da associazioni internazionali. Questo è il cuore del quinto rapporto Oice, promosso da Federcongressi&Eventi e realizzato dall’Alta scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università cattolica del Sacro Cuore.

Stando all’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi, nel 2018 ci sono stati 421.503 tra congressi ed eventi per complessive 597.224 giornate, segnando rispettivamente +5,8% e più 6,7% rispetto al 2017.

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Il turismo congressuale cresce in Italia anche se diminuisce al suo interno il filone dei meeting organizzati da associazioni internazionali. Questo è il cuore del quinto rapporto Oice, promosso da Federcongressi&Eventi e realizzato dall’Alta scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università cattolica del Sacro Cuore.

Stando all’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi, nel 2018 ci sono stati 421.503 tra congressi ed eventi per complessive 597.224 giornate, segnando rispettivamente +5,8% e più 6,7% rispetto al 2017. A fare spesso da organizzatori sono le aziende, per cui questo mercato è un efficace strumento di marketing e comunicazione. Circa il 65,5% degli appuntamenti è stato infatti promosso dalle imprese. Subito dietro le associazioni internazionali che hanno dato vita al 22,8% degli incontri (in calo rispetto al 25,5% dell’anno precedente). E, per ultimo, enti e istituzioni 11,7% in crescita sul 2017, quando era il 9,9%.

La durata media degli eventi è di 1,42 giorni, con quasi uno su quattro che è durato più di un giorno (23,9%) e location che privilegiano ancora il Nord del paese: il 57,7% si è tenuto sopra il Po, uno su quattro al Centro (24,6%), 11,2% al Sud e 6,5% sulle Isole. Una mappa che potrebbe anche cambiare, grazie a politiche mirate. «Un primo tentativo di mappatura degli eventi e dei congressi ospitati in Italia mostra come, a fronte di una situazione attuale in cui il maggior numero di eventi viene ospitato nei luoghi qualificabili come la “Grande Bellezza”, sia possibile identificare strategie di sviluppo della meeting industry sfruttando i punti di forza di alcuni territori – sottolinea il professor Roberto Nelli, curatore per Unicattolica del rapporto – Per esempio, quelli con ampie potenzialità del patrimonio culturale e paesaggistico non ancora pienamente valorizzate, localizzati specialmente nel Centro e nel Sud, e quelli che, pur disponendo di una minore dotazione di patrimonio culturale e paesaggistico, presentano un ricco tessuto produttivo legato in particolare ai settori del made in Italy, collocati per lo più nel Centro e nel Nord».

In un’Italia ricca di location ideali per questo tipo di appuntamenti, bisogna tornare ad attirare l’attenzione degli organizzatori stranieri. La diminuzione dell’attivismo delle associazioni internazionali è uno dei punti su cui Federcongressi&Eventi vuole focalizzare la propria attenzione (appuntamenti interessanti economicamente essendo spalmati su più giorni e con molti partecipanti anche nell’ordine di migliaia).

«Internazionalizzazione, pianificazione e qualità: sono questi i tre elementi di cui l’Italia ha bisogno per competere e uscire dall’impasse che rileviamo nel mercato associativo – commenta la presidente di Federcongressi&Eventi Alessandra Albarelli – Internazionalizzare significa rafforzare il ruolo di Convention bureau Italia nella promozione Mice del paese, in sinergia con l’Enit. Pianificare consiste nell’attuare insieme a tutte le istituzioni, ministero delle Politiche agricole alimentari, Forestali e del Turismo su tutte, attività strategiche di lungo periodo e mirate per il settore. Qualità è fornire agli operatori la formazione più efficace per cogliere le opportunità dei mercati. Per questo l’associazione è impegnata da sempre nello sviluppo di aggregazioni territoriali (i convention bureau) e risponderà concretamente al bisogno di possedere competenze di marketing solide e sempre aggiornate realizzando, a partire dall’autunno, un’Academy con due percorsi dedicati ai venue manager e ai destination manager. Vinceremo tutte le sfide solo se sapremo coniugare l’impegno individuale e collettivo degli stakeholder pubblici e privati».

Un’attenzione su cui punta anche l’Ente italiano del turismo (il cui presidente e parte del cda sono stati nominati a maggio, dopo mesi di attesa). «Abbiamo da poco definito il budget 2019 e la pianificazione triennale – spiega Maria Elena Rossi direttrice marketing Enit – Ma quello dei congressi e degli eventi è sicuramente un mercato su cui vogliamo puntare. La volontà dell’Ente è quella di posizionare il brand Italia nel settore a livello internazionale, affacciandoci anche su nuovi mercati come quello asiatico e quello australiano».

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Perché il turismo dà i numeri? Osservatori sotto la lente https://www.lagenziadiviaggimag.it/perche-il-turismo-da-i-numeri-osservatori-sotto-la-lente/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=perche-il-turismo-da-i-numeri-osservatori-sotto-la-lente https://www.lagenziadiviaggimag.it/perche-il-turismo-da-i-numeri-osservatori-sotto-la-lente/#respond Thu, 09 Aug 2018 05:00:04 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=20053 Se i big data sono la nuova frontiera per supportare al meglio azioni di marketing e politiche promozionali, gli osservatori statistici rappresentano un riferimento ancora utile, ma troppo spesso inattendibile e strutturalmente da riformare. Un esempio su tutti riguarda i rating che continuano a essere basati prevalentemente su arrivi e presenze, quando i più autorevoli analisti insistono nel richiedere altri parametri, come la spesa dei turisti, il costo medio a giornata-soggiorno, le tipologie d’acquisto di beni e servizi e via dicendo. 

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Se i big data sono la nuova frontiera per supportare al meglio azioni di marketing e politiche promozionali, gli osservatori statistici rappresentano un riferimento ancora utile, ma troppo spesso inattendibile e strutturalmente da riformare. Un esempio su tutti riguarda i rating che continuano a essere basati prevalentemente su arrivi e presenze, quando i più autorevoli analisti insistono nel richiedere altri parametri, come la spesa dei turisti, il costo medio a giornata-soggiorno, le tipologie d’acquisto di beni e servizi e via dicendo. Si tratta di rilevamenti mirati che possono fare la differenza e aiutare realmente l’industria dei viaggi organizzati ad allestire adeguate offerte e elaborare programmi sempre più personalizzati o comunque in linea con le esigenze di specifici target.

UNO SGUARDO ALL’ESTERO. Partiamo dall’autorevole Unwto, l’Organizzazione mondiale del turismo, che elabora periodicamente approfondite indagini sul turismo internazionale. Sono i cosiddetti Barometer, che però soffrono di un deficit legato alle voci di ricerca che talvolta non sono in linea con le reali esigenze del marketing turistico.

Altro esempio è il Wttc, World Tourism and Travel Council, che tra i suoi partner e associati annovera le holding del turismo mondiale, divenuto in pochi anni il più autorevole referente per gli studi economici del turismo.

Guardando agli osservatori strettamente legati al mondo del trade turistico, non mancano situazioni-limite che sorprendono e talvolta demoralizzano: un caso su tutti è quello dell’Ectaa, l’organismo europeo che raggruppa le associazioni di categoria di adv e t.o. del vecchio continente. Ebbene, basta navigare sul suo sito per accorgersi che i dati relativi alle imprese di viaggi e tour operator sono fermi al 2016 e per alcuni Paesi europei questi dati non compaiono proprio. Da un simile organismo ci si attenderebbe qualcosa di più.

IL PANORAMA ITALIANO. Veniamo all’Italia. Se non siamo all’anno zero, non possiamo nemmeno vantarci di avere supporti statistici in linea con i nuovi format di viaggi e vacanze. Ancora una volta il fattore tempo risulta determinante: la tempestività è fondamentale per restituire al settore una fotografia quanto più utile e aggiornata.

Da un’analisi tra gli osservatori nazionali più attendibili e puntuali, i rilevamenti mensili di Bankitalia sulle spese di turisti esteri in Italia e turisti italiani all’estero si mettono in luce per ricchezza e freschezza di dati. Così come le indagini mirate del Ciset – Università Cà Foscari di Venezia, che diversifica le proprie analisi con  focus dedicati ad esempio alla gestione dei turismi sul territorio (amministratori locali), alla promozione pubblica delle destinazioni o ancora gli osservatori su turismo enogastronomico e quello culturale. A questi si aggiungono gli studi promossi insieme a organismi di categoria come il rapporto sui PST – Piani Strategici del Turismo adottati dai Paesi competitor e promosso da Confturismo-Confcommercio.

NUMERI E TRASPORTI. Sul versante del trasporto aereo, poi, possiamo contare su Iata, Ibar e Assaeroporti, che periodicamente presentano interessanti fotografIe sull’andamento del mercato. Ma ci sono ancora molte zone d’ombre e osservatori migliorabili come, ad esempio, quelli dell’Istat che, seppur rispetto a dieci anni fa ha acquisito maggiore tempismo, risulta sempre in ritardo sui “tempi del marketing” dell’industria delle vacanze. Così come i rapporti elaborati dall’Enac, ente nazionale per l’aviazione civile, che sconta una certa lentezza nonostante le sue indagini siano molto interessanti (tra queste la disamina delle licenze rilasciate per nuove rotte e lo status delle compagnie aeree operanti in Italia).

Altra autorevole voce di studi settoriali è Risposte Turismo, network di consulenti e ricercatori che ogni anno analizza il segmento delle crociere, promotore anche dell’Italian Cruise Day che coinvolge le principali compagnie crocieristiche per un confronto sui trend e sulle evoluzioni del mercato.

INCOMING E LAVORO. Nell’ambito degli osservatori settoriali con una valenza istituzionali c’è lo storico Isnart, che negli anni passati ha focalizzato molte ricerche sulla ricettività e le tipologie dell’incoming, fornendo validi strumenti di lettura per adeguare le proposte sui mercati esteri, specializzandosi poi in veri e propri osservatori analitici. C’è poi l’Ebtl, l’Ente bilaterale del turismo del Lazio costituito dalle associazioni datoriali, che accanto a un’intensa attività di formazione, ogni anno sforna dati relativi soprattutto alle dinamiche nel mondo del lavoro, con elementi sicuramente interessanti per capire i trend occupazionali nel turismo organizzato.

PER VERI ADDETTI AI LAVORI. Sul versante privato, invece, ci sono delle realtà consolidate e molto seguite dagli addetti ai lavori. Tre esempi su tutti: il primo è quello del Rapporto sul Turismo Italiano, curato dalla Mercury e dal celebre studioso Emilio Becheri, giunto alla sua 22ª edizione. Si tratta di una voluminosa raccolta di dati (oltre 800 pagine) su tutto lo scibile del turismo nel nostro Paese.

C’è poi Gfk, una società di ricerche specializzata che cura particolari settori come quello delle tecnologie applicate al turismo, dei trend delle vacanze, fino a occuparsi dell’andamento delle prenotazioni in adv e delle dinamiche del tour operating italiano, con ricerche ovviamente a pagamento che rappresentano comunque un valido supporto per i professionisti del viaggio.

Altro storico osservatore è Trademark Italia, società di consulenza che da 35 anni si occupa di turismo e in particolare del settore alberghiero, con alcuni apprezzati e tempestivi studi periodici come l’Italian Hotel Monitor che analizza il riempimento-camere, l’effettivo revenue delle strutture in base a parametri commerciali.

Ci sono, infine, gli osservatori nati dal felice connubio tra organismi di settore e mondo universitario, come il caso dell’Oice, l’osservatorio congressuale più interessante nell’ambito della Meeting industry italiana, elaborato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e promosso da Federcongressi&Eventi.

TELESCOPI INCROCIATI. Sul settore sono puntati, dunque, una serie di “telescopi” statistici, alcuni storici e un po’ sfuocati, altri poco tempestivi, altri ancora di forte attendibilità. Al riguardo calza bene la riflessione di Euro Beinat, tra i massimi esperti di big data, che sostiene da tempo come i dati siano da considerare il vero petrolio per gli strateghi del turismo mondiale. Entrare in possesso di preziosi e soprattutto mirati indicatori significa poter profilare al meglio il bacino di utenza turistica e ottimizzare promozione e commercializzazione. Parole sante che un paese leader nel turismo come l’Italia dovrebbe mettere in pratica. Oggi stesso.

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Eventi e congressi, l’Italia alla ricerca dell’appeal perduto https://www.lagenziadiviaggimag.it/eventi-e-congressi-in-italia-alla-ricerca-dellappeal-internazionale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=eventi-e-congressi-in-italia-alla-ricerca-dellappeal-internazionale https://www.lagenziadiviaggimag.it/eventi-e-congressi-in-italia-alla-ricerca-dellappeal-internazionale/#respond Thu, 05 Jul 2018 10:04:29 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=19312 Quasi 400mila eventi – 398mila per la precisione – di cui il 58% al Nord, il 26% al Centro ed il 17% al Sud, contando 29 milioni di partecipanti e 43,3 milioni di presenze. Numeri che raccontato il patrimonio operativo del turismo congressuale nel 2017 in Italia certificato dall’Oice, l’Osservatorio dei congressi e degli eventi, promosso da Federcongressi&Eventi e da Aseri-Università Cattolica del Sacro Cuore.

Ma se conforta l’indice di crescita del +4% rispetto al 2016, preoccupa invece il calo degli eventi internazionali (-2%) e quello delle presenze straniere (-3,7%), poiché questa flessione significa  minori pernottamenti e soprattutto minori spese.

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Quasi 400mila eventi – 398mila per la precisione – di cui il 58% al Nord, il 26% al Centro ed il 17% al Sud, contando 29 milioni di partecipanti e 43,3 milioni di presenze. Numeri che raccontato il patrimonio operativo del turismo congressuale nel 2017 in Italia certificato dall’Oice, l’Osservatorio dei congressi e degli eventi, promosso da Federcongressi&Eventi e da Aseri-Università Cattolica del Sacro Cuore.

Ma se conforta l’indice di crescita del +4% rispetto al 2016, preoccupa invece il calo degli eventi internazionali (-2%) e quello delle presenze straniere (-3,7%), poiché questa flessione significa  minori pernottamenti e soprattutto minori spese. In parole povere: meno introiti per la bilancia dei pagamenti italiana nella quale il segmento congressuale figura con un contributo di 125 milioni di euro. Tra i dati più significativi dell’Osservatorio, spiccano quelli della crescita degli eventi corporate (che detiene una quota mercato del 55%) e dell’aumento di eventi organizzati presso i musei (40%) anche se il primato delle location rimane saldo nelle mani delle strutture alberghiere (67%) e centri congressi.

A destare dunque qualche preoccupazione è il pericolo di nanismo – o se vogliamo di provincialismo – poiché il 61% degli eventi congressuali in Italia riguarda incontri con meno di 100 persone e il segmento delle grandi convention da 1000 partecipanti in su non supera il 5%. Altro dato positivo riguarda, comunque, il trend dei fatturati che secondo tutte le sedi interpellate è cresciuto rispetto al 2016.

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Federcongressi stila l’identikit dei Pco italiani https://www.lagenziadiviaggimag.it/federcongressi-stila-lidentikit-dei-pco-italiani/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=federcongressi-stila-lidentikit-dei-pco-italiani https://www.lagenziadiviaggimag.it/federcongressi-stila-lidentikit-dei-pco-italiani/#respond Fri, 15 Jun 2018 14:39:51 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=18171 Le aziende italiane che organizzano congressi sono ben strutturate, investono in qualità e registrano un aumento del fatturato. Sono questi gli elementi che emergono dalla ricerca condotta da Federcongressi&eventi, che per la prima volta ha messo nero su bianco l’identikit di chi, nel nostro Paese, si occupa di organizzazione congressuale.

Analizzando e misurando il profilo (localizzazione, dimensione economica e strutturale, processi organizzativi, mercato di riferimenti, ecc.) e gli elementi base del bilancio (valore della produzione, costi di produzione, di personale, ecc.) delle aziende, emerge quindi che i Professional Congress Organizer (Pco) italiani appartengono a realtà con esperienza (oltre 10 anni di attività), sono concentrati nell’Italia settentrionale (56%), certificano i propri sistemi gestionali applicando processi di controllo di qualità Uni En Iso:9001 (79%), sono in prevalenza attivi sul mercato della convegnistica associativa tecnico scientifica e in quella sanitaria accreditata (il 79% è anche Provider Ecm) e, infine, sono alla ricerca di sbocchi su mercati nuovi (più della metà organizza congressi anche all’estero).

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Le aziende italiane che organizzano congressi sono ben strutturate, investono in qualità e registrano un aumento del fatturato. Sono questi gli elementi che emergono dalla ricerca condotta da Federcongressi&eventi, che per la prima volta ha messo nero su bianco l’identikit di chi, nel nostro Paese, si occupa di organizzazione congressuale.

Analizzando e misurando il profilo (localizzazione, dimensione economica e strutturale, processi organizzativi, mercato di riferimenti, ecc.) e gli elementi base del bilancio (valore della produzione, costi di produzione, di personale, ecc.) delle aziende, emerge quindi che i Professional Congress Organizer (Pco) italiani appartengono a realtà con esperienza (oltre 10 anni di attività), sono concentrati nell’Italia settentrionale (56%), certificano i propri sistemi gestionali applicando processi di controllo di qualità Uni En Iso:9001 (79%), sono in prevalenza attivi sul mercato della convegnistica associativa tecnico scientifica e in quella sanitaria accreditata (il 79% è anche Provider Ecm) e, infine, sono alla ricerca di sbocchi su mercati nuovi (più della metà organizza congressi anche all’estero).

Ma non è tutto, perchè i dati rispecchiano fedelmente la distribuzione geografica degli eventi e dei congressi organizzati in Italia e rilevata dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, il periodico studio di settore promosso da Federcongressi&eventi e realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri. Secondo la rilevazione, infatti, il Nord è l’area geografica che polarizza eventi e congressi (56,5%), il Centro ne ospita il 26% e il Sud e le Isole il 17,5%.

Analizzando i principali indici economici aziendali, i Pco godono di buona salute. Nel 2016 il fatturato è complessivamente aumentato di quasi il 30% rispetto all’anno precedente, e anche questo dato è supportato dall’andamento positivo del settore rilevato dall’Oice. In base alla rilevazione, nel 2016 il numero dei partecipanti e delle presenze agli eventi svolti in Italia è cresciuto rispettivamente dell’8,4% e del 21,5%, chiaro segnale della vitalità del comparto. La performance migliore, con un aumento del fatturato del 59%, è stata registrata dai top player, cioè da quel 13% dei Pco il cui fatturato medio supera i 10 milioni di euro. Buoni gli Ebitda medi annui, cioè gli indici di redditività, che vedono premiare le aziende di media dimensione, quelle posizionate tra i 5 e i 10 milioni di fatturato.

«Questa, che è la prima ricerca compiuta per indagare lo stato dell’arte e i trend del mercato congressuale italiano, è insieme allo studio effettuato sul mondo delle destination management company e all’Oice, una dimostrazione di quanto Federcongressi&eventi investa costantemente energie e risorse per fornire agli operatori dati fondamentali per confrontarsi e affinare le proprie strategie di marketing e sviluppo e, contemporaneamente, per presentare alle istituzioni e agli stakeholder analisi che, inquadrando il valore e lo spessore del settore, siano uno sprone per incentivarne lo sviluppo e la crescita», ha commentato la presidente di Federcongressi&eventi, Alessandra Albarelli.

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Padova a tutto Mice: il 45% delle location guadagna di più https://www.lagenziadiviaggimag.it/padova-mice-45-delle-location-guadagna-piu/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=padova-mice-45-delle-location-guadagna-piu https://www.lagenziadiviaggimag.it/padova-mice-45-delle-location-guadagna-piu/#respond Tue, 14 Nov 2017 14:42:16 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=12072 A Padova congressi ed eventi si fanno già, ma i margini di crescita sono ancora molto ampi. A fotografare lo stato dell’arte del segmento Mice nella città veneta e nella sua provincia arrivano i numeri del focus realizzato dall’Oice, l’Osservatorio italiano dei congressi e degli Eventi, lo studio di settore promosso da Federcongressi&eventi e realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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A Padova congressi ed eventi si fanno già, ma i margini di crescita sono ancora molto ampi. A fotografare lo stato dell’arte del segmento Mice nella città veneta e nella sua provincia arrivano i numeri del focus realizzato dall’Oice, l’Osservatorio italiano dei congressi e degli Eventi, lo studio di settore promosso da Federcongressi&eventi e realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Prendendo in considerazione 101 sedi di eventi (escluse le università) e gli eventi con durata di almeno quattro ore e con almeno 10 partecipanti, l’approfondimento promosso dal Consorzio turistico Dmo di Padova ha messo in evidenza come le oltre cento location congressuali della provincia appresentano il 7,4% delle 1.363 sedi del nord-est e il 19,1% delle 529 sedi del Veneto.

Il 70,3% di queste sono alberghi congressuali, il 9,9% dimore storiche e il 2% centri congressi e fieristici. Il restante 17,8% è composto da sedi istituzionali, spazi non convenzionali e teatri, cinema e arene. Gli hotel concentrano il 76,6% degli eventi attestandosi come le strutture più ricercate. Non solo: tra Padova e provincia, complessivamente nel 2016 sono stati realizzati 5.865 eventi per un totale di 431.292 partecipanti e 8.290 giornate: per ogni evento la durata media è stata di 1,4 giorni e la dimensione media di 74 partecipanti, con gli eventi della durata superiore di un giorno che sono stati il 23,5% con 373mila presenze.

Sul fronte della dimensione degli eventi, il 73,8% ha carattere locale, il 25% nazionale e l’1,2% internazionale. Per quanto riguarda, invece, l’andamento del comparto nel suo insieme, i dati del focus hanno evidenziato come il 75% delle sedi congressuali abbia mantenuto le tariffe invariate rispetto all’anno precedente e solo il 20% le abbia aumentate. Aumenta invece il fatturato complessivo del settore, cresciuto rispetto al 2015 per il 45% delle sedi, mentre un altro 45% ha messo in luce un fatturato in linea con il periodo precedente e solo il 10% un giro d’affari in calo.

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Oice, avanza l’Italia degli eventi: +8,4% di partecipanti https://www.lagenziadiviaggimag.it/oice-avanza-litalia-degli-eventi-84-partecipanti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=oice-avanza-litalia-degli-eventi-84-partecipanti https://www.lagenziadiviaggimag.it/oice-avanza-litalia-degli-eventi-84-partecipanti/#respond Wed, 26 Jul 2017 10:00:44 +0000 https://www.lagenziadiviaggimag.it/?p=9332 Cwt Meetings & Events, la divisione di Carlson Wagonlit Travel specializzata nell’organizzazione di eventi, commenta il nuovo Rapporto dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice), di cui è partner per il terzo anno consecutivo, e rilancia la discussione sullo scenario emerso. La ricerca è promossa da Federcongressi&eventi e realizzata da Aseri-Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Segnali positivi si registrano riguardo alla provenienza geografica dei partecipanti agli eventi, ancora in maggioranza locali (55,4%) benché in calo rispetto all’edizione precedente, nazionali per il 34,71% e di provenienza internazionale nel 9,9% dei casi.

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Cwt Meetings & Events, la divisione di Carlson Wagonlit Travel specializzata nell’organizzazione di eventi, commenta il nuovo Rapporto dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice), di cui è partner per il terzo anno consecutivo, e rilancia la discussione sullo scenario emerso. La ricerca è promossa da Federcongressi&eventi e realizzata da Aseri-Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Segnali positivi si registrano riguardo alla provenienza geografica dei partecipanti agli eventi, ancora in maggioranza locali (55,4%) benché in calo rispetto all’edizione precedente, nazionali per il 34,71% e di provenienza internazionale nel 9,9% dei casi. «Sebbene la direzione del mercato sia verso la crescita di eventi di più ampio respiro, registriamo ancora un pesante gap sulla vocazione internazionale rispetto ad altre realtà a noi vicine, come Austria, Francia, Germania e Spagna, che sono riuscite – grazie a investimenti mirati e sforzi condivisi anche con le istituzioni – a internazionalizzare molto di più la propria industria degli eventi. Ecco perché bisognerebbe valorizzare meglio le potenzialità dei nostri territori e sviluppare le professionalità del settore in questa direzione» fa notare Armando Mastrapasqua, senior director Cwt Meeting & Events Italia, Egitto, Grecia e Marocco.

I dati relativi alla meeting industry evidenziati dalla ricerca mostrano un comparto vitale, con rialzi significativi per il numero di partecipanti (oltre 28 milioni, +8,4%) e soprattutto di presenze generate sul territorio (42,7 milioni, +21,5%), mettendo in luce l’importante impatto generato sull’economia italiana dall’industria degli eventi.

«Sono performance molto incoraggianti, che consentono di guardare con maggiore ottimismo al futuro rispetto agli anni scorsi, confermate anche nell’esperienza di Cwt M&E – sottolinea Mastrapasqua – Tuttavia nel settore non vediamo ancora quello scatto in avanti che sarebbe auspicabile e che potrebbe derivare da un impegno a livello di sistema, una strategia lungimirante e maggiori investimenti pubblici e privati».

Positivo anche il trend degli eventi a committenza aziendale, che rappresentano la maggioranza con il 56,5% (+2% rispetto all’anno precedente), seguiti dalle associazioni (31,6%) e dagli enti ed istituzioni (11,9%). «In questo segmento le capacità dei professionisti del settore sono elevate e assolutamente in linea con i top performer internazionali come dimostra il successo delle tante convention multinazionali organizzate nel nostro Paese – continua il senior director – Tuttavia il gruppo di aziende che organizzano in modo strutturato gli eventi è piuttosto stabile. Sarebbe necessaria una maggiore condivisione e diffusione della cultura degli eventi affinché si percepisca ancora di più il valore aggiunto di questo insostituibile strumento di marketing, comunicazione e incentivazione e si allarghi la platea a nuovi settori merceologici e aree geografiche».

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