Tamburi, è ufficiale: vendita Alpitour rimandata

Tamburi, è ufficiale: vendita Alpitour rimandata
16 Maggio 13:58 2024 Stampa questo articolo

La foglia di fico, dove taluni dell’alta finanza sono soliti celarsi, continua a non appartenere a Giovanni Tamburi, presidente del Gruppo industriale Tip – Tamburi Investment Partners Spa, quotato alla Borsa di Milano. E mentre il suo consiglio di amministrazione approva il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2024, chiudendo i primi tre mesi dell’anno un utile netto consolidato pro forma di 29,4 milioni (+50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e con un patrimonio netto di circa 1,48 miliardi, dice ancora una volta la sua – con immediatezza e senza troppi giri di parole – sull’affaire Alpitour World.

Come sappiamo, negli scorsi mesi, era stata affidata a Goldman Sachs la valorizzazione delle quote. Operazione che ha presto subìto una decisa frenata, come anticipato dal nostro giornale.

Ora nella relazione che accompagna la trimestrale di Tip, Tamburi lo dice chiaro e tondo: “Alpitour ha migliorato ulteriormente l’Ebitda consuntivato nel periodo dopo aver registrato nel 2023, per la prima volta nella sua storia, un primo trimestre positivo a livello di Ebitda, confermando il trend estremamente positivo che consente di dimostrare come il salto di redditività registrato di recente possa essere considerato strutturale”. Una tendenza questa già sottolineata negli scorsi mesi dallo stesso presidente della merchant bank. Da qui, nonostante “nel trimestre sia proseguita l’attività mirata alla valorizzazione di Alpitour, abbiamo previsto di rallentare vista la bontà dei risultati in corso e il rafforzamento delle prospettive positive”.

Un capitolo, come di consueto, è riservato all’evoluzione prevedibile della gestione del Gruppo madre e delle sue controllate, che mette nuovamente in luce come “il periodo che stiamo vivendo” sia “strano, difficilmente decifrabile. Da una parte infatti la recessione annunciata probabilmente non ci sarà, dall’altra le banche centrali continuano a cincischiare nell’avvio di quell’abbassamento dei tassi di interesse anch’esso tanto annunciato, ma che sembra non arrivare mai”.

A fronte di ciò – riflette Tamburi – “i mercati finanziari macinano record, ma le valutazioni nelle operazioni di merger and acquisition continuano, seppur piano, a scendere. In sintesi, cinque i punti chiave:

  1. 1. le banche centrali, dopo aver realizzato la gravità dei loro errori nell’aver abbassato troppo e per troppo tempo i tassi, fanno molta fatica ad avviare il pur previsto piano di easing per evitare – con l’inflazione che specie negli Usa non demorde – di fare sbagli ancor più grandi;
  2. 2. l’economia reale è in chiaro rallentamento quasi ovunque, ma in pochi realizzano che, dopo la fortissima crescita del 21-22, era normale e sano un consolidamento e in tanti fanno fatica a metabolizzare trend negativi;
  3. 3. l’enorme liquidità riversata sui mercati nel post Covid sta chiaramente drogando un po’ tutte le asset class, creando un forte disorientamento nella maggior parte degli operatori; la droga delle droghe parrebbe essere su poche azioni quotate a Wall Street che, con il carburante delle mega prospettive dell’intelligenza artificiale, fan sì che 10 titoli ora rappresentino oltre un terzo della totale capitalizzazione borsistica di quei mercati;
  4. 4. in un mercato storicamente meno volatile, quello delle merger and acquisition si nota innanzitutto una forte carenza di deal in uscita da parte dei fondi di private equity, che evidentemente non riescono a realizzare quanto previsto e preferiscono attendere, in qualche caso dando vita a quei continuation fund che fino a poco tempo fa ci venivano descritti in conflitto di interesse con l’attività tradizionale, ma che evidentemente ora fanno comodo; a fronte, l’enorme liquidità delle società industriali sta facendo aumentare il desiderio di add on e fusioni con contenuto strategico e si sta delineando un chiaro trend di combinazioni societarie basate sulle sinergie;
  5. 5. i fenomeni di cui sopra stanno dando vita a un sensibile, ancorché graduale, ridimensionamento delle valutazioni, a partire da quei “multipli” tanto citati e presi ad esempio come parametri effettivamente validi per stabilire sia valori che prezzi delle aziende.

Alla luce di tutto ciò, Tip vede aumentare il numero dei dossier di potenziale investimento, ma continua – come nel caso di Alpitour – “a non vedere urgenza di concretizzare operazioni, se non di particolare interesse”.

Infine una dichiarazione d’intenti di Tamburi: «Continueremo innanzitutto a sostenere le partecipate nelle loro politiche di sviluppo, anche non organico e, con l’usuale prudenza, a valutare nuove operazioni di acquisizione e anche di Ipo che, proprio in funzione di quanto appena citato, potrebbero, tra quest’anno e il prossimo, tornare di grande attualità». Ipotesi, quella della Borsa, che come già scritto potrebbe riguardare anche il polo turistico di origini torinesi.

L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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