by Roberta Rianna | 16 Settembre 2021 14:07
Procedure necessarie, benché esose, in termini economici e di dispendio di energie. Sono state così definite, da alcuni dei partecipanti al tavolo con il ministero della Salute[1], le nuove regole alla base dei protocolli per l’apertura degli ipotizzati corridoi turistici per Maldive, Mauritius, Repubblica Dominicana e Mar Rosso, quest’ultimo meno certo degli altri.
Non basterà infatti avere il green pass, ma bisognerà tamponarsi e volare con chi consentirà scali Covid free. Con i costi che ne conseguono. In primis quello dei test Pcr che finora è oscillato tra i 15 e i 30 euro.
Prezzi che il governo si appresta a correggere. Mentre il premier Mario Draghi decide l’estensione dell’obbligo di certificato verde nei luoghi di lavoro[2], adv e t.o. compresi, il costo dei tamponi diventa una questione di carattere nazionale con i sindacati che li avrebbero voluti gratuiti per tutti i lavoratori.
La quadra che in queste ore sembra essere stata raggiunta è frutto di un compromesso: tamponi gratis per i soggetti fragili che non possono vaccinarsi; prezzi contenuti per tutti gli altri cittadini; costi ancora più bassi per gli under 18. Con le farmacie invitate ad adeguarsi al tariffario deciso per decreto dal governo.
Ma il tema è caldo anche a livello internazionale. La Gran Bretagna sta già ragionando sulla semplificazione delle regole di viaggio, valutando la rimozione del test Pcr per i turisti in entrata che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino. Per tutti gli altri, il tradizionale tampone, stando alle ultime dichiarazioni di Downing Street, sarà sostituito dal meno dispendioso test a flusso laterale.
Un’ipotesi che incontra il pieno favore di Etoa, l’associazione europea dei tour operator: «I test Pcr si sono dimostrati poco pratici e costosi, oltre essere la causa di enormi ritardi nei passaggi alle frontiere. Per questo ne apprezziamo la rimozione», afferma Tom Jenkins, ceo di Etoa.
Da lui parte un appello: «Che questo allentamento delle restrizioni riguardi tutti i turisti che hanno completato il ciclo vaccinale, non solo i britannici». E chissà che un giorno noi tocchi anche a noi.
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