Tassa di soggiorno a Roma, Onorato: «Sia light per chi è fuori centro»

Tassa di soggiorno a Roma, Onorato: «Sia light per chi è fuori centro»
16 Settembre 17:00 2024 Stampa questo articolo

Una tassa di soggiorno light per tutti quei turisti ospitati in strutture ricettive distanti dal centro storico di Roma: è la proposta dell’assessore al Turismo e Grandi eventi Alessandro Onorato, che a meno di cento giorni dall’inizio dell’anno giubilare, lancia una sua “ricetta” per fronteggiare il flusso previsto di 32 milioni di pellegrini che invaderanno la Capitale nei prossimi 365 giorni del 2025.

Partendo dalla constatazione che nel 1° Municipio si assiste a una mega concentrazione di offerte extraalberghiere con una stima rilevata di almeno 15mila strutture, Onorato – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – lancia una proposta per gestire al meglio l’iperturismo, sollecitando un cambio di paradigma nello stabilire nuove regole per l’applicazione della tassa di soggiorno: «Ora il governo non ce lo consente, ma vorremmo poter incentivare nuove aperture di case vacanza nei quartieri meno centrali diminuendo o addirittura azzerando la tassa di soggiorno, che invece resterebbe invariata in centro».

In altre parole, il componente della giunta capitolina vorrebbe riparametrare la quota versata dai visitatori in base alla zona nella quale soggiornano; potrebbe essere uno strumento utile per controbilanciare l’assalto al sito Unesco: «Noi vorremmo – ha sottolineato – che la tassa di soggiorno fosse in percentuale, magari il 5% come in Germania (sul prezzo medio di una notte in hotel o in un b&b, ndr) e che diminuisse tanto più si alloggia lontano dal centro. Mi sembra che nella maggioranza di governo abbiano al riguardo idee confuse e contrastanti; nel frattempo il turismo diventa sempre più insostenibile per Roma e per tutti i romani. I Comuni italiani hanno le armi spuntate: l’esecutivo nazionale deve prendere una decisione».

Sempre in tema di soluzioni extraalberghiere, Onorato ha dichiarato esplicitamente il suo scetticismo sulla reale efficacia del Cin (Codice identificativo nazionale): «Non è un provvedimento risolutivo, non è altro che un’iscrizione a un albo che rilascia la Regione: una struttura abusiva, o non agibile per i criteri più stringenti del Comune, per assurdo lo potrebbe ottenere. Potrebbe capitare, ad esempio, che i turisti alloggino in box o sottoscala riadattati che non hanno l’autorizzazione».

La foto pubblicata proviene dal sito del Comune di Roma

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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