by Fabrizio Condò | 6 Agosto 2024 11:27
Agosto ormai fa più rima con decreto legge che con ferie. Il prossimo potrebbe contenere una norma, ancora in fase di elaborazione, sulla possibile rimodulazione della tassa di soggiorno[1]. Del nuovo provvedimento omnibus – che comprende la bozza di testo unico sulle rinnovabili – si occuperà l’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva. E il clima è già rovente, perfettamente in linea con le attuali temperature tropicali.
Secondo le indiscrezioni, il balzello potrebbe essere esteso a tutti i 7.904 comuni italiani che vorranno applicarla. Inoltre, riferisce l’Ansa, l’imposta potrebbe essere rivista: si parte da un importo fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro e si sale ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte). E’ stabilito anche che gli incassi vengano destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Norma, però, su cui ha già frenato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che si è affrettata a precisare: «Le interlocuzioni sull’eventuale riscrittura riprenderanno a settembre con le associazioni di categoria interessate».
Associazioni che però non l’hanno presa benissimo, a giudicare dalle reazioni. Non convince soprattutto il possibile tentativo di rafforzare il tributo come tassa di scopo anche per sostenere le spese per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Ecco perché è arrivata l’immediata bocciatura della presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo, preoccupata per l’approvazione di un testo «dove sembrerebbero venir meno alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione».
Oltre alla scelta di indirizzare parte del gettito sui rifiuti, Colaiacovo si schiera contro l’aumento complessivo dell’imposta «che, oltre al maggior costo, andrebbe ad applicarsi anche a destinazioni meno turistiche, contraddicendo gli sforzi di questi anni di operatori e amministrazioni locali, per una migliore distribuzione e destagionalizzazione dei flussi nelle aree interne».
Pollice verso anche da Federalberghi, che insieme a Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania e Costiera Amalfitana, ha preso carta e penna rivolgendosi direttamente al governo : «L’aumento dell’imposta di soggiorno non avrebbe altro effetto se non quello di rendere meno competitive le mete turistiche italiane, a cominciare da quelle della Campania».
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