by Redazione | 5 Agosto 2024 13:45
Applicare l’imposta di soggiorno in tutti i 7.904 Comuni italiani e aumentare l’importo. La proposta sta circolando in ambienti governativi e costituirebbe una novità di un certo rilievo, considerato che finora la tassa può essere disposta solo dai capoluoghi di provincia, dalle unioni di Comuni e dai Comuni turistici.
Un esempio: per una camera in un hotel a tre stelle dal prezzo di 100 euro, si pagherebbero sino a 10 euro per notte, come se da un giorno all’altro il peso dell’Iva (che è pari al 10%) venisse raddoppiato. Ecco perché un eventuale ampliamento della gabella non fa fare salti di gioia alle imprese del turismo.
“Il turismo è tra i primi a contribuire alla crescita del Pil e dell’occupazione, il governo non aumenti la pressione fiscale – avverte Federalberghi – Il settore, peraltro, ha da poco rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro[1], sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla”.
Federalberghi, inoltra, ricorda che “sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo[2], il tetto massimo dell’imposta di soggiorno è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto”.
Ecco perché l’associazione degli albergatori sollecita una maggiore attenzione da parte del governo: “A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, Federalberghi chiede di imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornire gli strumenti per peggiorare la situazione. Chiediamo, inoltre, che venga istituito con legge nazionale un fondo destinato a sostenere in via permanente la riqualificazione delle imprese turistico ricettive e ne venga garantito il finanziamento automatico attingendo a una parte del gettito dell’imposta di soggiorno”.
In conclusione Federalberghi ribadisce la proposta di finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse dall’imposta di soggiorno. “In luogo di una tassa pagata solo dagli ospiti delle strutture ricettive, si dovrebbe istituire una city tax o attivare una compartecipazione degli enti locali al gettito Iva di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall’economia turistica”.
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