by Andrea Lovelock | 22 Febbraio 2022 13:47
Con un esposto alla Corte dei Conti in cui si denuncia una palese evasione della tassa di soggiorno il Comune di Roma e la sua direzione Turismo aprono lo scontro frontale con Airbnb. Secondo il Campidoglio, infatti, il leader degli affitti brevi sebbene abbia versato le somme legate all’imposta di soggiorno; non ha pero mai fornito i dati ufficiali. La convenzione firmata nel 2020, infatti, prevedeva la riscossione della tassa di soggiorno ed il versamento nelle casse del Comune di Roma ma con l’inclusione dei dettagli contabili essenziali per una verifica effettiva.
Infatti, secondo l’amministrazione capitolina, nella documentazione contabile mancano il numero di pernottamenti, il numero degli ospiti e senza questi dati è praticamente impossibile effettuare una verifica ad incrocio e appurare la giustezza dell’importo versato da Airbnb (che tra l’altro applica a tutte le strutture la stessa tassa di 3,50 euro, indipendentemente dalla tipologia e ubicazione).
Ma c’è di più: a seguito di questa aperta denuncia, l’assessore al turismo Alessandro Onorato si rifiuta di incontrare i vertici di Airbnb che avevano chiesto un urgente incontro di chiarimento. Secondo quanto riportato dalla cronaca romana dei quotidiani, infatti, Onorato incontrerà il colosso degli affitti brevi solo quando la società si sarà messa in regola con quanto richiesto dal Comune. In caso contrario Onorato si dice pronto ad andare in causa prefigurando un ‘”danno erariale”. Secondo le prime stime, in due anni Airbnb avrebbe versato circa 6 milioni di euro, ma secondo la direzione Turismo del Comune di Roma nessuno ha mai fatto riscontri e verifiche contabili sulla esattezza di questo importo.
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