Tassa soggiorno, l’ipotesi: fino a 25 euro in più nei luxury hotel

Tassa soggiorno, l’ipotesi: fino a 25 euro in più nei luxury hotel
29 Agosto 09:55 2024 Stampa questo articolo

Un aumento fino a 25 euro, a camera e non per ospite, negli alberghi del segmento luxury ed extralusso. È una delle ipotesi che circolano in queste ore nell’ambito di uno tra i temi caldi di fine estate: la tassa di soggiorno.

A oggi la tassa è stata istituita da 1.268 comuni, circa uno su 5 (il 22%) degli aventi diritto e ha fruttato incassi complessivi per 778 milioni di euro. L’imposta può essere istituita dai capoluoghi di provincia e dai Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte e da quelli che hanno sede giuridica nelle isole minori o nel cui territorio insistano isole minori.

Uno studio della Banca d’Italia, diffuso nel 2018, aveva quantificato in 5.730 i Comuni che rientrano in queste categorie, circa il 70% del totale. Ma, forse nel timore che si traduca in un deterrente per i turisti, soltanto il 22% di questi (1.268) ha di fatto applicato il tributo nel 2023. Si tratta comunque di un numero in crescita rispetto agli anni precedenti: i comuni che applicavano la tassa sono stati 1.143 nel 2022, 1.059 nel 2021, 1.046 nel 2020 e 1.003 nel 2019.

E a proposito della riforma sulla tassa di soggiorno, preannunciata prima dell’inizio della stagione estiva, a fine settembre dovrebbe svolgersi al Mitur l’incontro con  i rappresentanti dei Comuni per calibrare al meglio le nuove fasce previste per la tassa stessa.

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