Quasi cent’anni dopo Air India torna nelle mani del Gruppo Tata. La compagnia aerea di bandiera, travolta negli ultimi anni dalla crisi finanziaria, è stata acquisita dal colosso indiano che l’aveva fondata nel lontano 1932. L’imprenditore Jehangir Ratanji Dadabhoy Tata, infatti, fece decollare 90 anni fa la Tata Airlines che nel 1946 prese il nome di Air India.
Nel 1953, poi, il vettore passo sotto il controllo pubblico, sebbene il governo lascio a JRD Tata la carica di presidente fino al 1977. Air India, oggi, torna nella holding indiana (che spazia dell’acciaio ai prodotti di lusso all’automotive) con la firma ufficiale dell’accordo di acquisto da 180 miliardi di rupie (circa 2,4 miliardi di dollari) stipulato a ottobre del 2021. L’accordo include anche la filiale Air India Express e la sezione cargo.
«Siamo entusiasti di avere Air India di nuovo nel Gruppo e siamo impegnati a rendere questa una compagnia aerea di classe mondiale», ha detto il presidente di Tata Sons, Natarajan Chandrasekaran.
La transazione, come riporta Il Sole 24 Ore, segna la fine di una lunga ricerca per trovare un acquirente da parte del governo indiano, che ha speso quasi 15 miliardi di dollari per supportare la compagnia aerea dal 2009 e che aveva dovuto intervenire nel corso della pandemia per far fronte alla gravi difficoltà’ finanziarie. Al 31 agosto 2021 la compagnia aerea aveva accumulato un debito totale di oltre 7,5 miliardi di dollari. L’accordo firmato ad ottobre prevede che Tata l’obbligo di rilevare circa un quarto di questo debito.
Tata Group possiede già il 51% della compagnia aerea indiana Vistara (con Singapore Airlines che ne possiede il restante 49%) e l’84% di AirAsia India. Air India ha una flotta di circa 120 aeromobili, oltre a 4.400 slot di atterraggio e parcheggio negli aeroporti nazionali e 1.800 in aeroporti stranieri. La compagnia aerea opera il 50% di tutti i voli internazionali in partenza dall’India.